giovedì 22 gennaio 2009

2009, Lipsia, Ho visto in TV




Quando la TV ha finito di fare le ferie natalizie, finalmente ho visto un cavallo in TV!!!!!!!! Siamo in Germania, in casa di mostri sacri. Indoor enorme, sabbia chiara, ostacoli normali, cioè non sgargianti, ma semplicemente enormi: gli oxer non ve li dico proprio! Una critica la possiamo fare però: Troppa serietà, non si respirava aria di festa come a Londra. Inoltre, da Londra, si sono fatti prestare una doppia gabbia, inconfondibile: aveva i pilieri con le sagome dei fiocchi di neve (qualche sponsor in comune?). Non si fa bella figura quando si usano gli ostacoli degli altri! In quello che mi è sembrato il concorso più triste dell'anno, Frank Rothenberg ha sistemato un classico percorso da Indoor: Galoppo a mano sinistra, su una linea parallela al lato lungo, quasi al centro, n.ro 1, oxer, poi si galoppa verso sinistra, in una linea spezzata da sette tempi (l'ho detto che l'indoor è enorme!), verticale, e, dopo il due, dietrofront, tutto il lato corto, per corto intendo abbondanti falcate. All'inizio del lato lungo, un n.ro 3, verticale su un lago, pardon si dice fosso (ma a me sembrava un lago) e si continua per un n.ro 4 (quello dei pilieri a forma di fiocchi giganti!). Siccome la regia televisiva si era lamentata di tutto lo spazio a disposizione, hanno fatto così la doppia gabbia: OXER (non era un oxer, era un OXER), poi due tempi, se il cavaliere stringeva abbastanza le gambe, schizzava in due tempi per un altro oxer, pardon OooOxer (sapete quando si dice OììzA e si alza qualcosa da terra?). Più o meno era questa l'impressione che i cavalli mi davano sul secondo (no oxer, OXER!) salto. Mica è finita qui? Ricezione ed OOooiiiizA di nuovo. Sai com'è? Ad un tempo c'era un verticale un po’ vicino! Fiato finalmente!!!! Lato corto per sniffare ossigeno, bontà del direttore di campo. Dal bordo campo, diagonale verso sinistra, all'oxer (ehi, alto uguale ai precedenti) n.ro 5, abbondanti falcate, ma poi, linea spezzata, cinque tempi, verticale stretto, tre tempi, oxer (sempre come i precedenti), ricezione, fiato, pardon fiatone, metà del lato corto (solo metà?), diagonale a destra, quattro tempi tra ostacolo n.ro 8 e n.ro 9. A seguire sul lato lungo, linea spezzata a sinistra, con calma, “ma che oxxxerone quel 10!” E non è finita qui! Non bastava che i cavalli cominciassero a stare senza fiato, continuavano a mano sinistra con mezzo lato corto, un terzo di lato lungo, per trovarsi una gabbia di verticali stretta assai: “Reclamo! Non si può fare un “in/out” tra due ostacoli di 155 cm, che diamine!” A seguire, in linea, cinque tempi, n.ro 12, oxer come i precedenti, linea spezzata a sinistra, 13 (ma i percorsi con 13 numeri, portano fortuna o sfortuna?). Non so voi, ma mentre scrivo quest’articolo, sto ancora sudando. “Sai com'è? L'immedesimazione, io sto ancora saltando sulla poltrona!” Vittime illustri? “Udite, udite”: Ludger Beerbaum con quel cavallo All Inclusive (Vittorie comprese? No, questa volta 1 barriera compresa), “sai quel verticale finale della doppia gabbia, troppo stretta?” Un'altra vittima? Michael Withaker con Portofino. Comunque al barrage, sono andati in 13. Tecnica del Direttore di campo per allestire un barrage: togliere tutti gli ostacoli che stanno al centro, così la sequenza che rimane, diventa una sorta di zig zag, curva, doppia curva e curva ‘a ‘recchian terr’. Difatti, ci rimettono le penne non pochi. Chi comincia a fare doppio zero? Thomas Velin con Grim St. Clair, poi non poteva fallire Albert Zoer con Oki Doki e l'arena s'infiamma! Improvviso exploit di Gerco Schroder con Pennsylvania, nemmeno lui si aspettava di superare Zoer! Io sì, l'avevo già battezzato "lo Schroder è in me!", della serie che hanno dovuto fermare le barriere con le mani perché continuavano a ballare sui pilieri! Cian O'Connors galoppa con Rancorrado, ma s’infila solo tra i due precedenti. E la sfida tra le bionde? Meredith, non l'hanno fatta vedere, boh??? Jessica Kurten si è presentata al barrage ed è andata forte, non fortissimo, tanto l'altra non c'era. E poi, chi c'era più? Markus Hening con Sandro Boy, troppo compito per correre, ma poi è bastato gufarlo.
Roberto Bellotti







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