domenica 18 aprile 2010

2010, Regione Campania, Francesco Paolo Rocca espone i suoi pensieri ed i suoi incitamenti

UNA REGIONE INGRANATA

Cari Amici della Campania Felix, ma non ippicamente parlando.
Vi parlo da vecchio Cavaliere, da Giudice di S.O., di Equitazione e di Completo, da Direttore di Campo, da ex Presidente di Comitato Regionale ma principalmente da ippo babbo ed attualmente da ippo nonno.
Sono sempre stato innamorato dei giovani e ritengo mio preciso dovere esporre il mio parere, derivante da lunghissima esperienza nel mondo del cavallo.


Vi assicuro, non sono un improvvisato e Vi parlo con cognizione di fatto.
Se è vero come è vero che nella discipline del salto ostacoli vi è un notevolissimo calo di interesse, di partecipazione e di motivazioni per l’organizzazione di manifestazioni, il sottoscritto ritiene di conoscere le principali cause.
Da anni va predicando e sostenendo che prima o poi tutti i nodi vengono al pettine. Purtroppo sono venuti!
Premetto che per risolverli, a mio parere, bisogna che tutti facciano un passettino indietro chiedendo scusa a tutti per i loro peccati di SUPERBIA, per la loro ARROGANZA, PRESUNZIONE e MANIA di PROTAGONISMO.
Io sono convinto che, ricoprire delle cariche o degli incarichi, non dia onori ma piuttosto oneri.
I Dirigenti Federali, i Giudici, i Direttori di Campo, gli Steward non sono mai stati dei protagonisti e non dovranno mai esserlo. Essi svolgono un servizio degno del massimo rispetto, ma pur sempre un servizio nei riguardi dei VERI PROTAGONISTI che sono i cavalli, i cavalieri e perché no anche i proprietari dei cavalli.
Massimo rispetto e considerazione anche ai Presidenti dei Centri affiliati che, a volte, con acrobazie cercano di rientrare nei magri bilanci. L’equitazione, piaccia o non piaccia è sempre uno “status simbol” e deve restare tale anche se allargato. Il Cavaliere deve essere un nobile e si deve sempre comportare da tale. Spesso, purtroppo, si è confusa la nobiltà di blasone con la nobiltà d’animo. A noi, e principalmente al cavallo interessa la seconda nobiltà.
Rivolgersi a Cavalieri, Istruttori e proprietari di cavalli con toni autoritari e talvolta minacciosi, da parte di alcuni Dirigenti, certamente con fa crescere l’interesse per il nostro sport.
Non è mai stato così, vi posso assicurare, ma non per sentito dire ma per aver vissuto da protagonista, nei tempi della bella equitazione dove i Cavalieri Italiani incominciavano dove tutti gli altri Cavalieri del resto del mondo finivano.
Vogliamo smettere di criticare quei Cavalieri e Istruttori che partecipano a manifestazioni di altissimo livello organizzativo in altre Regioni!
Io ho partecipato, nel marzo di quest’anno, perché invitato a presiedere una Giuria di un Concorso A**** al Nord Italia e sono rimasto incantato dall’ordine, dal rispetto verso i partecipanti, dall’accoglienza cortese per non parlare delle strutture sempre mirate al benessere del cavallo e del Cavaliere.
Nella mia relazione alla F.I.S.E. ho scritto che in tanti anni, dopo centinaia di Presidenza di Giuria non mi sono mai sentito così poco utile. Tutto procedeva alla perfezione con una Lucia - Segretaria perfetta - che prevedeva tutto e risolveva in modo intelligente e nel rispetto delle regole quei pochissimi problemi che si potevano presentare. Una Giuria, con un elemento anche campano, cortese, svelta, attenta e competente (450 cavalli in sei ore su due campi). Direttori di Campo super. Concorrenti ed Istruttori sereni, corretti e rispettosi dei Regolamenti. Ordine e pulizia che rasentavano il maniacale. Tutto quanto detto sul Concorso di Cattolica non è per sviolinare una organizzazione ma per constatare che non tutto in Italia è peggiorato nel tempo ma anzi, abbiamo tante cose che fanno invidia al mondo intero e che vanno imitate.
E’ possibile che molto spesso gli orari di inizio delle gare in Campania sono approssimativi in quanto manca qualcosa, vedi autoambulanza, medico di servizio o altro?
E’ possibile che per fare un Concorso con cinquanta più o meno sessanta cavalli a volte ci si impiega una giornata intera finendo al buio con le gare dei più piccini?
E’ possibile che o manca l’acqua per irrigare o il campo è allagato o inidoneo e si continui a far organizzare manifestazioni senza che nessuno faccia qualcosa per rimediare?
Di contro se ad uno Junior si spezza uno staffile o quant’altro, questi non debba avere un minuto di tolleranza per risolvere l’inconveniente.
Tutto ciò, se è vero, denota una mancanza totale di rispetto e considerazione nei riguardi dei protagonisti che pagano tutto anche a volte con rotture di ossa.
Non mi sembra cortese, corretto e sportivo questo andazzo di incentivare la partecipazione (vedi iscrizioni) con benefici agli Istruttori al posto di premi di giornata e di onore ai Cavalieri.
Vero è che i giovani devono prender parte alle manifestazioni per far esperienza insieme ai loro cavalli, ma è pur vero che un minimo di riconoscimento, non dico costoso ma che almeno duri nel tempo come ricordo di una buona “performance” debbano pur riceverlo.
“Coppini” più che coppette di latta e coccarde di cartone che durano lo spazio di un mattino. Questi sono i premi in palio il più delle volte.
Non voglio generalizzare ma noi organizzatori, e il sottoscritto lo è, dobbiamo cercare di fare esame di coscienza altrimenti succede che i Concorsi vanno deserti con tutte le conseguenze negative.
Ci sarebbe tanto altro da dire ma capisco che leggere troppo stanca ed annoia.
Vi chiedo scusa e vi prego se vi sta a cuore, come al sottoscritto, che l’equitazione continui ad esistere, di sederci intorno a un tavolo senza andare alla ricerca dei colpevoli, perché ciò non servirebbe a nulla e promuovere delle iniziative correggendo gli errori commessi e creando un coordinamento che allo stato di fatto manca.
Chi mi conosce sa che non sono un permissivo e che ho sempre rispettato i Regolamenti e che, nei limiti delle mie possibilità, li ho fatti rispettare con fermezza ma con il doveroso garbo che mi deriva dall’amore verso i giovani e dall’essere stato dall’altra parte della barricata come Cavaliere praticante con autorizzazione a montare di secondo grado.
Concordare un giusto numero di manifestazioni nei luoghi e nei tempi giusti, tenendo presente coincidenze, motivi contingenti veri o presunti (vedi problemi sanitari, fiscali, rapporti con le Istituzioni e quant’altro) sarebbe una garanzia di ritorno di immagine e non solo per gli organizzatori allo stato frustrati nelle loro aspettative.
Nel mio piccolo sono a completa disposizione di chi condivide le mie idee e voglia migliorare una situazione, a mio avviso, molto molto preoccupante.

Francesco Paolo Rocca

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