domenica 9 marzo 2014

2014, È Istruttore Pony: Basta La Parola? Non Sempre. Fabiola Di Capua nel ricordo di Bruno Delgado

2014, È Istruttore Pony: Basta La Parola?  Non Sempre. Fabiola Di Capua nel ricordo di Bruno Delgado
Il  rito dei regali che precede ogni Natale  quella mattina  era stato  consumato più velocemente del solito. A casa, acceso il televisore,  apprendo dal TGR Campania  la notizia di una donna  deceduta  per un palo dell’elettricità abbattutosi su di lei mentre transitava con il suo motorino sul lungomare più bello del mondo. Non faccio in tempo ad esclamare un “che sfortuna!” che tra lo stupore e l’incredulità apprendo il nome: 




Fabiola Di Capua. Sarà un caso di omonimia  voglio subito sperare, non può essere lei , che ci faceva l’istruttrice del Pony Club della SNE a quell’ora in Via Caracciolo? me lo chiedo quasi per allontanare lei da quella tragedia.
Cerco il telefonino, chiamo per conferma  Maurizio l’istruttore che  lavora nella medesima Scuola di equitazione  che in  un pianto dirotto ha soltanto la forza di esclamare un  “si” . 

Resto per alcuni minuti in silenzio, mentre nella mente passano velocemente  le immagini di appena poche settimane prima quando dopo una serie di mancati appuntamenti Fabiola si era decisa a rilasciarmi una intervista per un programma  televisivo  a puntate che stavo realizzando sul mondo dei cavalli.

Non trascorre ancora molto tempo e squilla il mio telefonino. E’ la redazione cronaca del quotidiano con cui collaboro  che, conosciuta la professione della donna deceduta, mi chiede se ho qualche foto da fornire a supporto all’articolo della tragedia per l’edizione del giorno successivo.  Invio un fermo immagine dall’intervista realizzata  restando per alcuni attimi a fissare quella foto poi ripresa da tutti gli altri organi di stampa.

Fabiola , istruttrice pony, era di una timidezza quasi esasperante, non amava apparire e pur conoscendomi da anni benché certa di  non essere messa in difficoltà  dalle mie domande mi costrinse ad un vero blitz al termine di una lezione per poter inserire quella video-intervista in una puntata del programma.
Amava i bambini e da loro era amata in maniera incredibile. Non l’ho mai udita  durante le quotidiane lezioni alzare in maniera eccessiva il tono della voce né tanto meno rivolgersi a qualcuno dei suoi allievi in modo brusco. 

La consideravo l’istruttrice perfetta per una Scuola pony e questa convinzione mi aveva spinto a sceglierla per l’intervista televisiva affinché con la dolcezza che traspariva dal suo volto e la sua voce tranquillizzante invogliasse alcuni di quei genitori, attenti utenti del programma, perlomeno a visitare un pony club.
Fabiola amava molto quel lavoro convinta che il ruolo dell’istruttore pony  non fosse  soltanto quello di preparare con amore e nel miglior modo possibile gli allievi, ma di assolvere in alcuni casi, se richiesta, anche al ruolo di seconda madre, raccogliendo segreti o piccoli quotidiani  sfoghi degli adorati allievi. Un modo d’interpretare la professione d’istruttore di un Pony Club perfettamente in sintonia  con quelli che dovrebbero essere i canoni di comportamento praticati da chiunque abbia l’onore e l’onere di far appassionare e progredire in questa disciplina sportiva i giovanissimi.

Un modus operandi che purtroppo non risulta univoco avendo ogni istruttore carattere e personalità diversi da spingere alcuni a svolgere il proprio compito improntandolo alla severità e al rigore e altri ad usare una maggior dolcezza e disponibilità. Non  rare  le lamentele di genitori per espressioni “da caserma” usate dall’istruttore di turno durante la lezione o per il suo continuo urlare a squarciagola spaventando più che aiutando in quel caso l’allievo alle prime riprese.
Scambiare la preparazione sportiva di giovanissimi con quella di soldatini da mandare in battaglia  ha spesso sortito l’effetto-abbandono che se da un lato può aver gonfiato il petto dell’istruttore per aver mantenuto il suo credo non ha mai reso felice  alcun proprietario di Pony Club.  Non ben vista nemmeno  l’immagine dell’Istruttore che “assilla” il genitore per l’acquisto del pony  producendo in alcuni casi soltanto degli addii. 

Così come  l’istruttore che va oltre quelli che sono i suoi compiti trasformandosi da semplice consigliere a commerciante nell’acquisto del pony.
Comportamenti che certamente non apportano benefici a questo sport proprio in considerazione dell’importanza che riveste quel ruolo nella delicata fase di avviamento. Un compito da assolvere con grande passione e professionalità ma svolto sempre più da maestro elementare  e meno da professore di liceo.

BRUNO DELGADO      
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