domenica 18 ottobre 2009

2009, Helsinki, FEI World Cup, II tappa, Chi ha Vinto? Cosa hanno fatto gli Italiani? Ho Visto in TV.


Nota Bene: questo articolo esce con una foto di Oslo, perché quelle di Helsinki devono essere ancora pubblicate! Come avevo finito l’ultimo articolo? Ah, sì! Sotto al sole? Niente di nuovo. Sarà perché sono riuscito a vedere il Gran Premio per intero, sarà perché si sta entrando nel vivo della FEI World Cup ed i punti servono, ma qualche altro binomio importante comincia a vedersi: Tomas Velin (ricordate lo stallone Carnute?), Jeroem Dubbledam, medaglia olimpionica di Sidney, Ludger Beerbaum alla ricerca di un buon cavallo, Marco Kutscher (ma già c’era ad Oslo), Jessica Kurten sempre più senza Libertina, Svante Johansson vincitore della tappa svedese dello scorso anno, ma poi, effettivamente sempre più nomi nuovi … e va bene così. Anche Helsinki è un indoor vecchia maniera, corto, stretto ed angoli smussi. Anche qui ostacoli sciapiti … forse bisognerà aspettare Natale per cominciare a vedere un po’ di fantasia in campo! Non mi è sembrato di vedere grosse difficoltà tecniche al percorso base: n.ro 1 a galoppo destro, quasi un cambiamento trasversale, poco distante dalla pista, in linea spezzata con il n. 2 sulla destra, ricezione galoppo sinistro, senza neanche entrare nel primo angolo del lato corto, una sorta di diagonale su un ostacolo trasparente, il 3, linea spezzata, sempre a galoppo sinistro per andare sotto le tribune e trovarci una santa doppia gabbia da saltare in apnea mozzafiato, per lasciare un gulp strozzato in gola! Si giunge nell’angolo e si gira a mano sinistra per fare un oxer, n.5, parallelo all’uno, per una linea spezzata con il 6, parallelo al 2 (ih che fantasia!), di nuovo sul lato corto, questa volta per pigliare fiato e prepararsi ad una linea diagonale a galoppo sinistro, a tre tempi dalle tribune, oxerone, n. 7, linea a quattro tempi con una gabbia di una cattiveria … Pensate, a vederla che c’è di strano? Il sindacato dei cavalli insorge e batte forte lo zoccolo per terra! Anche più di una volta, rampa direi! E quando il sindacato rampa … Ingresso di verticale e fino a qua … Un tempo di galoppo, anche qui niente di che. Ma quell’oxer d’uscita qualcosa tiene! Le percentuali lo danno come l’ostacolo più irrorabile del percorso. Allora guardiamo bene: tavola viola come sommità del primo elemento del largo, praticamente copre la visuale del secondo elemento del largo, che dista 150 cm di larghezza. Che cosa vuol dire? Mai visti tanti cavalli svirgolare con i posteriori, in particolare “dentro” l’oxer! C’è stato qualche cavallo che ha sparato qualche vaffa sotto forma di doppietta. Era diretta al direttore di campo, ma il cavaliere o l’amazzone si sono ritrovati sulle orecchie del quadrupede! E come se non bastasse, se il cavaliere non faceva in tempo a rimettersi dritto in sella, andava a sbattere nella curva contro la tribuna! Appena cominciato il lato corto, con la coda dell’occhio, il binomio doveva fare un dietrofront, più stretto di una mezza volta, ed a occhio mettere una distanza su un verticale, n.9, che assomigliava all’oxer di prima: sai che voglia di saltarlo? Dopo ulteriori imprecazioni e parolacce in versi equini, brusca piegata a sinistra per una linea dove il cavaliere doveva metterci tanta grinta perché l’ostacolo di prima in mezza volta aveva tolto tutto l’impulso possibile. Se non tenevi il coltello di Sandokan tra i denti, “mò l’affrontavi quella linea che iniziava di oxer e finiva con due verticali n.ro 10 (secondo ostacolo più errorabile) e 11.” Tanto per finire, “sterzata” brusca a mano destra per l’ultima linea finale, giusto per vedere se i cavalli avevano ancora voglia di saltare. Finalmente un percorso del barrage che mi è piaciuto: linee galoppabili e girate strettissime! Ma procediamo con ordine. Per la rubrica la sfida tra le bionde, si è presentata solo Jessica Kurten con un cavallo che conoscevo poco, ha tenuto alta la sua reputazione e si è qualificata al barrage. Per la rubrica “La Scassacavalli”, mai soprannome più azzeccato: se non la fermate voi, ci pensa il cavallo da solo! Per la rubrica “Che cosa hanno fatto gli Italiani”? Giulia Martinengo, gufata ancora una volta, una barriera ma anche il tempo più veloce al percorso base. Natale Chiaudani scopre che, senza occhiali, è andato al barrage due volte di seguito. Ho dovuto leggere la didascalia, altrimenti non lo riconoscevo! Al barrage, dunque! Il giro potete immaginarlo, quella curva tra l’8 ed il 9 fa la differenza, assieme ad altre due curve nuove. Cosa c’è da dire sul barrage? Che quando credi di trovarti di fronte al barrage della tua vita, devi fare una scelta: o pensi a fare l’ultimo dei netti o te la giochi! Secondo me, dato l’importo (ho detto importo non importanza!) dei montepremi, la prudenza? Non fa parte di questo vocabolario. E giù barriere! C’è stata persino una caduta di amazzone, il cavallo non era stato addestrato ancora a saltare il piliere! Per la rubrica i “Gufi”, questa volta il gufo ha sofferto! Sì, perché entrare troppo presto, fare netto ed un buon tempo e stare lì a friggere: “Ce la farò, non ce la farò”, peggio che a sfogliare una margherita! Ed imprecare “ma non finiscono mai questi qualificati al barrage?” Per cui, questa volta, il premio Gufo non sarà assegnato! E poi perché il vincitore mi sta simpatico! È Natale Chiaudani? Noooo! Però adesso Natale è settimo (SETTIMO!) nella classifica generale. Ma insomma, lo volete capire? Sotto al sole? Nulla di nuovo. Terzo Gran Premio consecutivo (s’Hertogenbosch della scorsa edizione, Oslo ed Helsinki di quest’anno!) vinto, avete letto il precedente articolo? No? Allora ve lo dico io: Daniel Etter, sempre con Peu a Peu! Questa volta sono riuscito a vedere persino la premiazione: ma a Peu a Peu, tutti questi orologi come premi, mica piacciano: che arteteca (traduzione: non stava mai fermo)!
Roberto Bellotti

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