domenica 22 novembre 2009

2009, Novembre, Stoccarda, FEI World Cup Jumping, V Tappa, Ma Chi Poteva Mai Vincere? Ho Visto in TV.



(nella foto Carsten-Otto Nagel)




(Nella foto Michel Robert)


( Ludger Beerbaum nella foto)



Al momento, non mi ricordo di aver mai commentato la tappa di Stoccarda. Da sparute informazioni che trapelano qua e là, probabilmente a Stoccarda, c’era la festa nella festa: la tappa FEI e il Master, un po’ quello che in Italia si fa a Bologna “… ahem ahem”. Per quanto la televisione abbia fatto vedere un impianto indoor enorme , ho l’impressione che fosse più grande del nuovo indoor di Verona; comunque il campo gara non mi sembrava altrettanto grande e, delusione!, il colore della sabbia: la stessa del mare! ‘Sti Tedeschi spilorci! (nella foto Carsten-Otto Nagel) Sarò rapido, comincio subito con la Rubrica dedicata ai Direttori di Campo (ed anche per noi, sai mai, per allenarci!): N.ro 1, sotto le tribune, quasi alla fine del lato lungo, a galoppo destro, verticale, una sorta di cambiamento a mezza volta, n.ro 2, oxer, che immette su una linea spezzata che conduceva sotto le tribune, a galoppo sinistro, oxer su fosso, linea spezzata a cercare un verticale n. 3, poco dopo l’inizio del lato corto e scostato dalle tribune, sulla traiettoria dava fastidio l’ostacolo n. 8. Diagonale, sempre al galoppo sinistro, oxer bianco n. 4, linea spezzata a galoppo destro, per una dirittura (parallela al n.1) 5, verticale bianco di tavole a fronte stretto (quasi quasi più alto che largo), opzione 4 o 5 tempi, oxer n.6, arancione con piante a simulare una siepe. Lato corto per un cambiamento diagonale che ti immetteva su una doppia gabbia (n. 7) da strage: verticale, un tempo, oxer, un tempo, oxer. C’è stato chi si è ritirato dopo aver fatto cadere una barriera per ogni elemento. Quindi, sopravvissuti alla doppia gabbia, diritto diritto ti aspettava l’8, verticale, per aiutarti a rientrare prima delle tribune. Un lato troppo corto per pigliare fiato, ma se solo sapevi cosa ti aspettava, ti predisponevi all’apnea: all’inizio del lato lungo, triplice n. 9, chissà se sei tempi ti bastavano per riprendere un cavallo sbilanciato (ti dovevano bastare per forza!) per una gabbia n. 10, ingresso di Largo, ma largo assai, e verticale. E per finire? Se ancora ti era rimasto fiato, sul lato corto, staccato dalle tribune, ti aspettava l’11, verticale su fosso, con il fosso “dietro” al verticale, errorabile quasi quanto la doppia gabbia: se ne sono viste di “mangiate di mani” per aver passato indenni la doppia gabbia e sbagliato l’ultimo ostacolo! Non c’è stata la stessa ecatombe di Verona (eliminati e ritirati) e di fatti al barrage sono andati una decina. Per la rubrica “La Scassacavalli”, il cavallo di punta ha chiarito subito le idee: errore al numero 2: raggiunta subito la quiete! Per la rubrica “I grandi assenti”, tranne i francesi, sono scomparsi tutti i ricambi generazionali, sai com’è? Siamo al Master di Germania! Il premio credo che vada agli Inglesi, o non c’erano o la televisione li ha snobbati. Per la rubrica che negli anni passati ebbe tanto successo “La sfida tra le bionde Jessica e Meredith”, non si è vista né l’una né l’altra. Meredith non si è vista nemmeno a Copenaghen per ritirare il premio “Miglior Cavaliere dell’anno”. Scarseggiando le rubriche, andiamo al Barrage! Vorrei dire “quasi un barrage degno di tale nome”. Quasi, perché non è ancora come piace a me, però tra girate non proprio mozzafiato e linee lunghe per chi volesse tirare la gara, un po’ di batticuore c’è stato. Della serie “il fiato sul collo” c’è l’avevano i primi ad entrare (per forza, vedi chi c’è dopo!), da spregiudicati, giravano troppo stretto per affrontare l’ingresso di gabbia. Finalmente si vedono arrivare i netti: comincia per primo Carsten-Otto Nagel, poi quello che avrebbe dovuto fare il Gufo. In realtà, ha preferito essere veloce e preciso, da Campione! Di solito il Gufo lo fa chi sa di non essere il più rapido. Dopo ovazione da stadio, brivido sulle tribune: entra la medaglia d’oro agli europei, Kevin Staut, ma questa volta il tempo impiegato dal Campione, non è pane per i suoi denti. Entra Pius Schwitzer, ma niente da fare. Un altro brivido percorre la tribuna tedesca, chi sta per entrare in campo? Il Veterano dei Veterani, un altro Campione per antonomasia, quando a cavallo l’esperienza conta e non è un optional: Michel Robert! Veloce il transalpino, toglie un tempo qua e là, dritto per la sua strada, girate al volo, ma tiranno il cronometro: secondo! (Nella foto Michel Robert) Indizi per indovinare il nome del Campione: sesso maschile, praticamente gareggiava in casa, riuscire a tenere testa a Michel Robert, che altro devo aggiungere? Vabbè và: Ludger Beerbaum! (Nella foto) Sotto al sole? Niente di nuovo.

Roberto Bellotti

martedì 10 novembre 2009

2009, FEI World Cup Jumping, La Tappa di Verona, Qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo sotto al sole! Ho visto in TV.




Nelle foto Michel Whitaker, Gilbert Bockmann, Kevin Staut e Ntale Chiaudani.


Quest’anno non mi è andata bene con Verona, ho dovuto interrompere una serie continua di presenze alla Fieracavalli, che durava da una decina di anni. Sicuramente mi sono perso qualche novità: per es., sono sicuro che hanno svolto l’edizione della FEI in un padiglione diverso, ne sono convinto perché per TV non si sono visti i soliti pilastri che impedivano una visuale completa di tutto campo (finalmente!), più volte mi era capitato di perdere salti emozionanti ed importanti e dover chiedermi “che sarà mai successo?” Quest’anno facciamo i complimenti anche alla regia televisiva, magari sarà stata sempre la stessa, ma 1) di solito vedevo il gran premio dagli spalti, 2) non ha avuto nulla da invidiare alle riprese fatte in altre tappe e nazioni. Il rischio di descrivere la Fieracavalli a chi la conosce meglio di me, mi costringe a limitarmi nel dire una sola parola a chi non la conosce: Andateci! Per la rubrica dedicata ai Direttori di Campo, della serie pigliate una pasticca per il mal di testa (in alternativa, pigliamo spunti per allenarci a casa, sai mai ….) anticipo prima alcuni dettagli. L’Associazione a delinquere Conrad Holmfeld e Frank Rothenberger ha mietuto tante di quelle vittime da considerare la tappa di Verona una vera e propria ecatombe! Ho visto fior di campioni uscire con tante di quelle penalità in questo unico percorso, che ci vorranno decine di concorsi per eguagliarne altrettante! Finché un percorso è ostico, che un campione ci esca con 4 o 8 penalità, può sempre succedere, qui parliamo di vincitori di Gran Premi che sono usciti dal campo con 16 penalità e magari con occhi gonfi (botte da orbi). Eppure, sulla carta, il percorso non sembrava così ostico, quello che a me è sembrato il nuovo indoor di Verona, mi dava l’impressione di essere sufficientemente grande, azzardo una misura ad occhio: 60 x - 80? Perché questa strage? Velocemente, n.1, quasi un cambiamento trasversale con ricezione al galoppo destro, linea spezzata, nove falcate, con il n. 2 oxer di fronte alla porta, dietrofront a galoppo sinistro per un oxer su fosso spalle alla porta … e qui già giù parecchie barriere cadute, forse il secondo ostacolo più errorabile del percorso. Ricezione sinistra per un cambiamento trasversale ostacoli 4 e 5, dove parecchi binomi sono arrivati male scontando lo sforzo fatto all’ostacolo 3. Dopo il 5, al galoppo destro, una sorta di cambiamento a mezza volta eseguito alla fine del lato corto per il n. 6, quindi ricezione sinistra, quasi entrare nell’angolo, per una gabbia (n. 7) sotto le tribune, quattro tempi in linea spezzata per un verticale (n. 8) scostato dalla porta (tentazione di uscire?). Se il cavallo aveva ancora voglia di saltare, l’attendeva una linea diagonale n. 9 e 10 sufficientemente errorabile (come la 4 – 5), ricezione destra, linea spezzata per un oxerone n. 11, da farci una casa dentro, o meglio, sotto le barriere, per come era imponente. Dopo questo oxer, un cavallo ha fatto persino una piroetta, senza neanche sapere che l’aspettava (o l’aveva già capito?) Il 12, l’ostacolo ecatombe: la doppia gabbia sotto le tribune! Ingresso di verticale bianco e qualche altro colore, un tempo, oxer, un quasi rustico chiaro, un tempo verticale e, per finire, quattro tempi oxer con primo elemento tavolina che nascondeva la barriera del secondo elemento dell’oxer stesso (il n. 13). Solo per descrivere questo percorso, … ho sudato, figuratevi chi l’ha fatto. La cronaca specialistica narra mai tanti ritirati ad un gran premio come a Verona, chiaramente dopo una fermata dentro la doppia gabbia e, cosa insolita ma facilmente spiegabile, tranne gli italiani, gli altri ritirati non hanno nemmeno “ritentato” la doppia gabbia. Per la rubrica “Le vittime illustri”, per una penalità fuori tempo, Marcus Ehning e Pius Schwitzer, il che è quanto dire. Per la rubrica “La Scassacavalli”, il solito errore davanti ad un oxer, in questo modo il cavallo si è salvato il barrage (ma lo facesse apposta?Il cavallo, non lei). Che c’è stato di “nuovo” a Verona? Credo di aver avuto conferma del ricambio generazione o almeno di protagonisti a livello di FEI World Cup. Non si sono visti i vari Michel Robert, Roger Yves Bost, Nick Skelton, ormai sempre assente Meredith (già qualificata alla finale?) ecc. Però, mi sento di affermare, per es., che la Francia era quasi al gran completo con i binomi del futuro, Kevin Staut in testa (campione europeo in carica), Anciaume, ecc. a finire ad un Simon Delestre che, secondo me, farà parlare spesso di sé. Il quasi è riferito all’assente Penelope Leprevost, probabilmente senza cavallo al momento. Nomi sempre più nuovi in Olanda e Germania, oltre ai soliti Beerbaum, Kutscher, Zoer, ecc. Cito per es., Eric Van Der Vleuten ed Otto Carsten Nagel. L’Irlanda è sempre più presente, da Cian O’Connor a Cameron Hanley. Si fanno sempre più notare Geir Gulliksen e Svante Johansson. Vabbè và, cerchiamo di finire la cronaca, chi è sopravvissuto all’ecatombe? Per la Germania un cavaliere dal Cap antico, della serie quando non è il vestito che fa il monaco, Gilbert Bockmann (chiedo scusa per la mia ignoranza, ma credo di averlo visto per la prima volta). Mi è piaciuto il suo stile di monta, non mi sembrava per niente a disagio fra quelle altezze e le insidie del percorso. Per l’Inghilterra il “solito” Michael Whitaker, che ha dimostrato quanta esperienza e classe abbia: dopo aver passato indenne la doppia gabbia, nella linea finale il cavallo, probabilmente stanco, stava sbandando per rifiutare l’ostacolo finale! Grinta, sgambata e occhio alla distanza e, voilà, indenne anche l’ultimo salto! Per la Francia, sebbene non scontato dato gli accessi negati agli ultimi tre barrages, Kevin Staut, oro Europeo. Per l’Olanda, come dicevasi sopra, Eric Van Der Vleuten con un TomBoy molto collaborante. E Per l’Italia? Tranquilli, all’ecatombe ne è sopravvissuto almeno uno: Natale Chiaudani, credo che ormai sia il leader indiscusso del Team Italia. Aggiungo che, senza i suoi soliti occhiali, finalmente vedo la grinta e la sua voglia di combattere. Avanti fatevi sotto, chi potrebbe mai aver vinto? Fuori i pronostici! Scusi, buon uomo, ma sotto al sole? Niente di nuovo: Michael Whitaker.
Roberto Bellotti




giovedì 5 novembre 2009

2009, FEI World Cup Jumping, Tappa di Lyon (FRA), Chi ha Vinto? Ho Visto in TV.




Nelle foto Beat Mandli, Albert Zoer, Ben Maher a Lyon (Fra).
Credo che sia la prima volta che vedo in TV la tappa di Lyon ed ho l’impressione che sia anche la prima volta che Lyon ospiti una tappa di FEI World Cup. Credo che con questa tappa e con quella di Bordeaux, la Francia ospiti due tappe l’anno di FEI World Cup, probabilmente assieme alla Germania ed anche alla Svizzera. In Italia? Solo Verona. E cercate di partire presto, se no la perdete, è tra pochi giorni! Torniamo a Lyon. Indoor tipo classico, secondo me non arriva a 40 x 80. Ostacoli abbastanza colorati, non proprio da impressionare ma qualche coloraccio c’era. Per la rubrica che dedico ai Nostri Direttori di Campo (della serie pigliate ‘na pasticca per il mal di testa): il numero 1 si trovava quasi ad inizio del lato lungo, a galoppo sinistro, sotto le tribune. Linea spezzata a sinistra per il n. 2 e quindi dietro front a destra, di nuovo sotto le tribune ed a galoppo destro per un 3, linea spezzata a destra per il 4, linea spezzata a sinistra per il 5. (N.B. non ho inserito le falcate di distanza perché tra i 3, i 4 ed i 5, ostacoli e tempi usciva una confusione …). Si scendeva dall’ostacolo 5 a galoppo destro per affrontare un cambiamento diagonale, nel quale c’era, a tre tempi dall’angolo, una doppia gabbia oxer, due tempi, verticale, un tempo oxer. L’oxer d’ingresso era uno di quelli che ti faceva venire voglia di chiamare la gru per sollevarti da terra, piuttosto che saltare, ma ad ogni modo …. Dopo la doppia gabbia, si continuava per un sette che ti immetteva diritto diritto dentro l’angolo con tribuna degli spettatori compresa. Ricezione a galoppo sinistro per un lato corto di riposo e prendi fiato. Si ricomincia con il lato lungo, n.8 oxer, quattro tempi strettini e n.9 gabbia di verticali strettina strettina, più facile arrampicarsi in aria che saltare! Scesi dalla gabbia, linea spezzata a sinistra per oxxxerooone n. 10, stranamente! Si continua mano sinistra, praticamente un cambiamento diagonale corto su un verticale, n.11, a seguire, un'altra linea spezzata a destra per un 12 oxer di quelli che hanno fatto schizzare i cavalli fino a sotto al soffitto dell’arena, con ricezione a mano sinistra, quasi un comodo dietrofront, di fianco al n.8 c’era l’oxerone n. 13 a chiudere il percorso, 13 ostacoli per 16 salti, rigorosamente quasi alla fine dei pilieri. Passato il mal di testa? Per la rubrica “il VIP che non c’era”, pochi inglesi, Meredith (o perché già qualificata di diritto o perché senza Shutterfly), gli Italiani (già a Verona?), l’altra bionda la Jessica. Mi ha fatto piacere vedere Eric Lamaze con Hickstead, binomio medaglia d’oro alle olimpiadi di Pechino, un po’ addormentati, nel senso che, per la rubrica i Gufati, uno dei binomi più veloci in circolazione, non si qualifica al barrage per 1 penalità di fuori tempo! Altra Gufata, eroina di casa, con la stessa sorte, Penelope Leprevost. Necessita di un cornicello napoletano anche la medaglia d’oro dei recenti campionati europei Kevin Staut, non si è ancora qualificato ad un barrage nonostante tre gare. Da sospettato di essere un Gufo a Gufato, Daniel Etter ha presentato un Peu a Peu non proprio in forma smagliante. Per la rubrica “La Scassacavalli”, questa volta mi sono dovuto mordere la lingua al giro base, ma la mia stima non è cambiata al barrage, pensando a come ha saltato l’ingresso di gabbia (oxer affrontato alla sua solita maniera), facendo vincere il premio “Santo Cavallo” al suo compagno quadrupede, uno dei migliori in giro. Questo cavallo, del quale non rivelo il nome per non farvi risalire alla “Scassacavalli”, sembra che faccia il suo percorso indipendente dalle azioni della sua amazzone (finché può, leggi distanze sbagliate di parecchio o spinte eccessive sotto i salti), quasi come se lei servisse solo per leggere la sequenza numerica degli ostacoli. Una delle caratteristiche di questo cavallo sono quelle orecchie che si muovono come radar a cercare gli ostacoli da saltare. Al Barrage! Quest’anno vanno di moda barrages nei quali vince chi entra per primo o quasi, per cui la suspense è complicata da trasmettere. Probabilmente, è per questo motivo che ho inventato la Rubrica i Gufi ed i Gufati. Tenete presente che quando sono molti gli avversari che devono ancora entrare, i Gufi friggono e sfogliano la margherita:”Vinco o non vinco?”. Allora cominciamo dai Gufati, oltre a quelli già citati, Scassacavalli compresa nonostante l’errore sia stato suo, Marco Kutscher, Ludger Beerbaum e Daniel Deusser. Nomi nuovi dal quinto al settimo posto. Al quarto posto Marcus Ehning con Sandro Boy, che si sa che non è velocissimo. Al terzo posto, l’inglese Ben Maher con un Grigio niente male di fatto ed anche di nome: Wonderboy, ma 50 centesimi di secondo lo separano dal vincitore. Entra Albert Zoer con Oki Doki, sulla scia del precedente, ma niente da fare, lo separano dal vincitore 5 (cinque!) centesimi di secondo (ma funziona bene il cronometro?). Il Gufo sospira! In mano gli è rimasta la margherita con il petalo giusto: “Hai vinto!” Diciamo la verità, anche questa volta il Gufo è simpatico. Aggiungo ed è bravo parecchio, ha fatto una curva e saltato con il cavallo “inclinato” di lato, cosiddetta curva a ‘recchia ‘n terr’ (ad orecchio per terra). Chi lo ha imitato, si è trovato con il cavallo inginocchiato nella ricezione! Scusi buon uomo, ma chi è questo fenomeno? Beat Mandli! Sotto al sole? Niente di nuovo. Svizzera.
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Roberto Bellotti







RESULT: 1, Louis (Beat Mandli) Sui 0/0 39.31; 2, Oki Doki (Albert Zoer) Ned 0/0 39.36; 3, Wonderboy (Ben Maher) GBr 0/0 39.86; 4, Sandro Boy (Marcus Ehning) Ger 0/0 40.26; 5, Exquis Oliver Q (Harrie Smolders) Ned 0/0 41.39; 6, Ever Mury Marais Z (Patrick McEntee) Bel 0/0 41.84; 7, Aranka (Olivier Desutter) Fra 0/0 42.89; 8, Isovlas Itot du Chateau (Edwina Alexander) Aus 0/4 39.06; 9, Cornet Obolensky (Marco Kutscher) Ger 0/4 41.83; 10, Gotha (Ludger Beerbaum) Ger 0/4 44.12; 11, Aboyeur W (Daniel Deusser) Ger 0/8 39.85;


Rolex FEI World Cup™ Jumping 2009/2010 - CLASSIFICA GENERALE Round 3 at Lyon:
1. Daniel Etter (Sui) - 40
2. Marco Kutscher (Ger) - 33
3. Patrice Deleveau (Fra) - 29
4. Eric Van der Vleuten (Ned) - 24
5. Beat Mandli (Sui) - 21
6. Marcus Ehning (Ger) - 18
7. Daniel Deusser (Ger) - 18
8 Philipp Weishaupt (Ger) - 18
9. Albert Zoer (Ned), Pius Schwizer (Sui) - 17
11. Ben Maher (GBR) - 15
12. Natale Chiaudani (Ita) - 15
13. Luciana Diniz (Por) - 14
14. Svante Johansson (Swe) - 13
15. Leopold Van Asten (Ned) - 13
16. Harrie Smolders (Ned) - 12
17. Jessica Kuerten (Irl), Patrick McEntee (Bel) - 11
19. Olivier Desutter (Fra) - 10
20. Edwina Alexander (Aus)

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