lunedì 8 ottobre 2012

Vito Padula, Un Campione di Endurance che ha lasciato un solco incolmabile nei nostri cuori.


Ho le lacrime agli occhi perché stavo per scrivere l’intervista telefonica che alle 12,48 di oggi 8 ottobre 2012 Vito mi ha rilasciato, quando mi è giunta stasera la notizia che non avrei mai voluto pubblicare: Vito ci ha lasciato per correre l’Endurance nelle celesti praterie del Paradiso.
Nella mia mente ancora echeggiano i suoi entusiasmi: a 65 anni gareggiare in mezzo ai ragazzini lo divertiva e gli dava una carica sempre maggiore. La sua propensione ad insegnare come far battere all’unisono il proprio cuore con quello del cavallo, soprattutto durante le gare di Endurance, era la cosa che amava di più.
Vederlo salire a cavallo equivaleva assistere ad una trasformazione da uomo al mitologico Pholos, il centauro (metà uomo e metà cavallo) amico di Ercole.
“Lancia in resta fino alla vittoria!” era il titolo che avrei voluto dedicargli.
Da quando l’ho conosciuto, ha condiviso con me un successo dopo l’altro in questa affascinante disciplina equestre:

Già stamane avevo condiviso su Facebook la foto che lo ritraeva al IV posto della 160 Km della gara disputatasi al Lago di Garda pochi giorni fa, credo di non sbagliare se dico IV posto al Campionato Nazionale!

recentemente avevo pubblicato il suo secondo posto alla 120 Km Internazionale di Nocera Umbra, Trofeo delle Acque.
Una volta mi fece vedere la sua tabella di marcia in carriera: tantissimi Km, uno dietro l’altro, e mi sottolineava che era orgoglioso di quante volte aveva vinto il “Best Condition”.
Stamane era più euforico del solito: la sua principale soddisfazione di oggi era che una sua allieva, che gareggiava per la Puglia, era arrivata ottava alla sua prima partecipazione ad una gara così importante come la Coppa delle Regioni di Endurance.
In lei ed in tanti altri suoi allievi vedeva il frutto del suo seminato, mi diceva che era contentissimo quando loro lo battevano, perché la loro vittoria era la sua vittoria di istruttore, il cavaliere agonista veniva dopo. “Robè, mi diceva, la prossima volta arrivo io primo!” e tornava a caricare il suo Maanak III sul trailer con il suo entusiasmo di sempre, quello di ragazzino mai domo, nemmeno a 65 anni.
L’ultima immagine che ho di Vito è quando ha stretto la mano per riappacificarsi con Mino per un malinteso, quale uomo di sport che vuole trasmettere lo spirito di aggregazione: che esempio di dignità e che insegnamento di vita!
“Addio, Vito” A me resta la consapevolezza di essere amico di un Campione di sport e di vita che mi ha voluto dire “Puoi gareggiare anche oltre i miei 65 anni purchè ti porti dentro l’entusiasmo di un ragazzino”
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