martedì 10 novembre 2009

2009, FEI World Cup Jumping, La Tappa di Verona, Qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo sotto al sole! Ho visto in TV.




Nelle foto Michel Whitaker, Gilbert Bockmann, Kevin Staut e Ntale Chiaudani.


Quest’anno non mi è andata bene con Verona, ho dovuto interrompere una serie continua di presenze alla Fieracavalli, che durava da una decina di anni. Sicuramente mi sono perso qualche novità: per es., sono sicuro che hanno svolto l’edizione della FEI in un padiglione diverso, ne sono convinto perché per TV non si sono visti i soliti pilastri che impedivano una visuale completa di tutto campo (finalmente!), più volte mi era capitato di perdere salti emozionanti ed importanti e dover chiedermi “che sarà mai successo?” Quest’anno facciamo i complimenti anche alla regia televisiva, magari sarà stata sempre la stessa, ma 1) di solito vedevo il gran premio dagli spalti, 2) non ha avuto nulla da invidiare alle riprese fatte in altre tappe e nazioni. Il rischio di descrivere la Fieracavalli a chi la conosce meglio di me, mi costringe a limitarmi nel dire una sola parola a chi non la conosce: Andateci! Per la rubrica dedicata ai Direttori di Campo, della serie pigliate una pasticca per il mal di testa (in alternativa, pigliamo spunti per allenarci a casa, sai mai ….) anticipo prima alcuni dettagli. L’Associazione a delinquere Conrad Holmfeld e Frank Rothenberger ha mietuto tante di quelle vittime da considerare la tappa di Verona una vera e propria ecatombe! Ho visto fior di campioni uscire con tante di quelle penalità in questo unico percorso, che ci vorranno decine di concorsi per eguagliarne altrettante! Finché un percorso è ostico, che un campione ci esca con 4 o 8 penalità, può sempre succedere, qui parliamo di vincitori di Gran Premi che sono usciti dal campo con 16 penalità e magari con occhi gonfi (botte da orbi). Eppure, sulla carta, il percorso non sembrava così ostico, quello che a me è sembrato il nuovo indoor di Verona, mi dava l’impressione di essere sufficientemente grande, azzardo una misura ad occhio: 60 x - 80? Perché questa strage? Velocemente, n.1, quasi un cambiamento trasversale con ricezione al galoppo destro, linea spezzata, nove falcate, con il n. 2 oxer di fronte alla porta, dietrofront a galoppo sinistro per un oxer su fosso spalle alla porta … e qui già giù parecchie barriere cadute, forse il secondo ostacolo più errorabile del percorso. Ricezione sinistra per un cambiamento trasversale ostacoli 4 e 5, dove parecchi binomi sono arrivati male scontando lo sforzo fatto all’ostacolo 3. Dopo il 5, al galoppo destro, una sorta di cambiamento a mezza volta eseguito alla fine del lato corto per il n. 6, quindi ricezione sinistra, quasi entrare nell’angolo, per una gabbia (n. 7) sotto le tribune, quattro tempi in linea spezzata per un verticale (n. 8) scostato dalla porta (tentazione di uscire?). Se il cavallo aveva ancora voglia di saltare, l’attendeva una linea diagonale n. 9 e 10 sufficientemente errorabile (come la 4 – 5), ricezione destra, linea spezzata per un oxerone n. 11, da farci una casa dentro, o meglio, sotto le barriere, per come era imponente. Dopo questo oxer, un cavallo ha fatto persino una piroetta, senza neanche sapere che l’aspettava (o l’aveva già capito?) Il 12, l’ostacolo ecatombe: la doppia gabbia sotto le tribune! Ingresso di verticale bianco e qualche altro colore, un tempo, oxer, un quasi rustico chiaro, un tempo verticale e, per finire, quattro tempi oxer con primo elemento tavolina che nascondeva la barriera del secondo elemento dell’oxer stesso (il n. 13). Solo per descrivere questo percorso, … ho sudato, figuratevi chi l’ha fatto. La cronaca specialistica narra mai tanti ritirati ad un gran premio come a Verona, chiaramente dopo una fermata dentro la doppia gabbia e, cosa insolita ma facilmente spiegabile, tranne gli italiani, gli altri ritirati non hanno nemmeno “ritentato” la doppia gabbia. Per la rubrica “Le vittime illustri”, per una penalità fuori tempo, Marcus Ehning e Pius Schwitzer, il che è quanto dire. Per la rubrica “La Scassacavalli”, il solito errore davanti ad un oxer, in questo modo il cavallo si è salvato il barrage (ma lo facesse apposta?Il cavallo, non lei). Che c’è stato di “nuovo” a Verona? Credo di aver avuto conferma del ricambio generazione o almeno di protagonisti a livello di FEI World Cup. Non si sono visti i vari Michel Robert, Roger Yves Bost, Nick Skelton, ormai sempre assente Meredith (già qualificata alla finale?) ecc. Però, mi sento di affermare, per es., che la Francia era quasi al gran completo con i binomi del futuro, Kevin Staut in testa (campione europeo in carica), Anciaume, ecc. a finire ad un Simon Delestre che, secondo me, farà parlare spesso di sé. Il quasi è riferito all’assente Penelope Leprevost, probabilmente senza cavallo al momento. Nomi sempre più nuovi in Olanda e Germania, oltre ai soliti Beerbaum, Kutscher, Zoer, ecc. Cito per es., Eric Van Der Vleuten ed Otto Carsten Nagel. L’Irlanda è sempre più presente, da Cian O’Connor a Cameron Hanley. Si fanno sempre più notare Geir Gulliksen e Svante Johansson. Vabbè và, cerchiamo di finire la cronaca, chi è sopravvissuto all’ecatombe? Per la Germania un cavaliere dal Cap antico, della serie quando non è il vestito che fa il monaco, Gilbert Bockmann (chiedo scusa per la mia ignoranza, ma credo di averlo visto per la prima volta). Mi è piaciuto il suo stile di monta, non mi sembrava per niente a disagio fra quelle altezze e le insidie del percorso. Per l’Inghilterra il “solito” Michael Whitaker, che ha dimostrato quanta esperienza e classe abbia: dopo aver passato indenne la doppia gabbia, nella linea finale il cavallo, probabilmente stanco, stava sbandando per rifiutare l’ostacolo finale! Grinta, sgambata e occhio alla distanza e, voilà, indenne anche l’ultimo salto! Per la Francia, sebbene non scontato dato gli accessi negati agli ultimi tre barrages, Kevin Staut, oro Europeo. Per l’Olanda, come dicevasi sopra, Eric Van Der Vleuten con un TomBoy molto collaborante. E Per l’Italia? Tranquilli, all’ecatombe ne è sopravvissuto almeno uno: Natale Chiaudani, credo che ormai sia il leader indiscusso del Team Italia. Aggiungo che, senza i suoi soliti occhiali, finalmente vedo la grinta e la sua voglia di combattere. Avanti fatevi sotto, chi potrebbe mai aver vinto? Fuori i pronostici! Scusi, buon uomo, ma sotto al sole? Niente di nuovo: Michael Whitaker.
Roberto Bellotti




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