giovedì 5 marzo 2015

2015, POLITICA, ANTIPOLITICA E APOLITICA (by Stefania Cerino)

POLITICA, ANTIPOLITICA E APOLITICA

Io ho molto piacere quando Stefania Cerino scrive per i lettori di Equifare! So che che l'apprezzano per il suo equilibrio in quello che dice e come lo dice. Oggi ha voluto "seminare" in un campo nuovo e a me ha fatto molto piacere. Sono convinto che spesso tutti noi dovremmo "seminare" in campi a noi meno consueti E poi arrivo io con gli arricchimenti foto...

Spesso, ospitata dall’amico Roberto Bellotti, su questo blog ho parlato di diverse abilità, di sport paraequestre, di  tutto quel mondo che ruota attorno agli aspetti “sociali ed integrativi” di uno sport bello, particolare e nobile come l’equitazione. Equitazione che in questo ultimo periodo è preda di grandi travagli e cambiamenti, anche in vista delle prossime elezioni FISE, da cui tutti si aspettano – ed auspicano- grandi e definitivi cambiamenti. Lo scontento è tanto e, come è ormai costume nella comunicazione della nostra
società , dilaga sui social network in dibattiti accesi, provocatori a volte anche un tantino tautologici, a volte scorretti. Leggere il dibattito su Fb permette comunque di osservare uno “spaccato” sociologico di quello che ruota attorno al mondo equestre: una cosa in particolare mi ha colpito, perché ripetuta più e più volte, e mi ha dato lo spunto per questa riflessione. Si tratta del desiderio espresso da tanti che lo sport  sia “apolitico” e comunque non vi siano legami di sorta tra sport e politica.
Una breve premessa. Sono convinta del valore “sociale” delle parole, che va oltre quello semplicemente semantico e simbolico. Usare una parola vuol dire conoscerne il significato ma anche le implicazioni nel contesto in cui viene usata e questo non è così scontato.
“Politica” è una parola che etimologicamente viene dal greco “politikòs”, che ha la stessa radice di “polis”, cioè cittadino. Tutto quello che è legato alla politica è quindi conseguentemente legato all’uomo, al “cittadino”, che a sua volta è definibile come “membro di una comunità organizzata”.  Ritengo che la Federazione Sport Equestri possa ritenersi una “comunità organizzata” un gruppo con precise norme e regole di appartenenza, “status” che ne caratterizzano i membri che ovviamente perseguono scopi comuni, tramite i loro membri eletti a guidare il gruppo, cioè Presidente e Consiglieri Federali.  Ogni membro del gruppo ha chiaramente diritto ad esprimere le sue opinioni,richieste, formulare suggerimenti, critiche, ecc. Fa parte del “ruolo” di soggetto attivo in quel gruppo, dei diritti e doveri che sono legati alla “cittadinanza” di appartenenza. In breve un ruolo “politico”.
Apolitica è anch’essa una parola molto utilizzata sui social network, per chiamarsi fuori e distinguersi dai ruoli “politici” che ormai, quasi come corollario, vengono automaticamente associati  a qualcosa di negativo.  L’etimologia aiuta anche in questo caso. A (alpha privativa) che di fatto nega il significato della parola successiva “politica”. Apolitico è quindi chi rifiuta lo status di membro di un gruppo, non ne condivide le scelte, si “emargina” rispetto al gruppo.  Questo concetto va però approfondito. E’ un atteggiamento che si muove secondo la logica che i sociologici chiamano dell’aut…aut,  scelgo una cosa e ne escludo automaticamente un'altra.  Ma faccio comunque una scelta, esercito quindi il mio diritto di “cittadino” (quindi “politico”) a schierarmi da una parte o dall’altra. Non sono mai completamente ed assolutamente fuori dal gioco, che vorrebbe dire  negare la soggettività e l’unicità di ciascun individuo.

Anti politica è invece una parola che ha il suo fulcro nel prefisso “anti”, che deriva dal latino “ante” che vuol dire “prima” e di conseguenza anche “contrapposto”, significato  oggi è maggiormente usato. Il significato di “antipolitico” per il Dizionario Garzanti è “atteggiamento di chi è ostile alla politica, alle sue logiche, ………………..”. Chi fa una scelta “antipolitica” quindi ritiene che non ci sia una persona in grado di perseguire  “il bene comune”….una scelta in un certo senso  “anarchica” poiché non viene riconosciuta a nessuno la capacità di curare nel modo migliore gli interessi del gruppo di appartenenza.
E qui torniamo al gruppo di appartenenza, la Federazione Italiana Sport Equestri.  Chi è membro del gruppo e desidera per esso  e tramite esso di perseguire obiettivi utili per tutti non può allo stesso tempo fare scelte “antipolitiche” o “apolitiche” : vorrebbe dire essere fuori da quel gruppo e quindi senza più alcun titolo a conviverne idee, progetti, obiettivi. E , come già detto, anche la scelta “anti” è comunque una scelta, una manifestazione del proprio essere “cittadino” e quindi soggetto “politico”.
Certamente lo sport  (direi non solo lo sport, ma il discorso si farebbe troppo lungo!) va slegato dalle logiche di potere, dalla sovrastrutture che in nome di “false” scelte “politiche” fanno l’interesse di pochi a discapito di quello di molti: ma lottare per ottenere questo obiettivo è una scelta politica forte e determinata. Che venga la “buona politica” nello sport, che venga la partecipazione collettiva, che vengano dirigenti disposti a 

condividere con la base scelte e proposte,  disposti ad ammettere eventuali errori e ritornare sui propri passi se questi non avessero portato nelle direzione giusta. Credo che tutti i membri del “gruppo FISE”, quindi tutti i tesserati, dovrebbero avere in questo frangente la voglia, il coraggio e la determinazione di fare una scelta “politica” forte, capace di iniziare i processi di rinnovamento e cambiamento che tutti auspicano. Nascondersi dietro le “scelte” apolitiche ed antipolitiche sarebbe invece solo un chiamarsi fuori, auto emarginarsi dal gruppo di appartenenza, rinunciare alle proprie prerogative di soggetti attivi e determinati.
Un’ultima considerazione/esortazione: parliamo di politica nello sport, parliamo di “buona” politica, andiamo oltre le parole, le appartenenze, le polemiche (dal greco “polemizo=combattere) fatte solo per partito preso : allarghiamo l’orizzonte mettendoci in una posizione disponibile e dinamica. Altrimenti sarà davvero difficile arrivare a cambiamenti significativi!

Come Roberto chiedo anche io un parere  ad un “esperto” in materia, Aristotile, che risponde  così “l`uomo non può non essere visto  che come  zoon politikon, uomo politico, e zoon logon echon, uomo dotato di parola: senza questo  elemento essenziale  non ci sarebbe  la comunità  e si vivrebbe in modo gregario e non egualitario o gerarchico.”

Stefania Cerino          
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