giovedì 12 febbraio 2009

2009, Bordeaux, Ho Visto in TV








Credo sia la prima volta che vedo e descrivo la tappa Fei World Cup di Bordeaux, non male devo dire: Si ha l’impressione di aver a che fare con una ottima organizzazione. Fondo campo con sabbia silicea (credo), della serie che non restano i solchi quando passano i cavalli. Ostacoli molto tradizionali, nessuna pubblicità che influenzasse la forma degli stessi. Superficie abbastanza spaziosa. Il buon Direttore di Campo (Chef de Piste) Frank Rothenberger ha disegnato un giro grosso e tecnico, della serie “E vvvaaaiiii” con le vittime illustri, in particolare quell’ultimo ostacolino del percorso. Ma cominciamo con il numero 1: Galoppo sinistro, a circa un terzo del lato lungo, Verticale, poi cambiamento trasversale a sinistra sul n.2 Oxer, per girare subito a destra e, arrivati sulla pista, cambiamento diagonale, nella speranza che i cavalli non si avvedono subito che li aspetta una doppia gabbia di quelle mozzafiato o da borsa dell’ossigeno portatile con lo zaino, dietro le spalle del cavaliere. A quattro tempi il numero quattro, ovvio no? Com’è ‘sto quattro? Oxerone! Contrariamente al classico cambiamento diagonale, si rimane a mano destra, lungo il lato lungo, per verticale, sei tempi di galoppo, gabbia a due tempi, verticale ed oxer. Segue altra girata strana, dopo essere entrato nell’angolo, uscirne staccato dalla pista, per affrontare oxer, quattro tempi in linea spezzata verso destra per un verticale ed altri quattro tempi in linea spezzata verso sinistra per un altro oxer. Si girovaga per il campo con il GPS satellitare, per cercare un 10 in cambiamento trasversale. Poi si gira a destra per una linea spezzata finale oxer verticale (Oddio mi sono dimenticato quanti tempi ci vogliono... vabbè va, tanto non devo gareggiare io!) Premio miglior Killer insospettabile quel verticale finale con una barrierina abbastanza staccata dal cancellino di sotto, “l’ultimo ostacolo è sempre più insidioso, ma messo così”. Molti gli errori anche nella doppia gabbia, ma là è scontato, no? Diciamo così: I titoli “intitolano” L’onore della Germania è salvo per Marco Kutscher, barrierina all’ultimo ostacolo per Meredith Michaels-Beerbaum, in difficoltà Ludger con All Inclusive, affonda Markus Ehning con il cavallo dal nome storpiato “Plot Blu”. Omar Bonomelli con Quintero 4. Per quel 4 non agguanta la finale: "Però, è un italiano in TV!” Non va al barrage l’altra bionda, Jessica, perché è scesa in campo con Quibell e non con Libertina, tutta là la motivazione. Ma, insomma, al barrage chi c’è andato? Tanto per cominciare, in terra di Francia, embè i francesi non ci andavano? Va bè va, ma solo due: Michel Robert con Madame Pompadour, un po’ in difficoltà ma sempre mitico rimane:. L’altro Kevin Staut con Le Prestige st Lois. Due binomi inusuali, Mikael Forsten (FIN) su Isaac du Jonquet e Pius Schwizer (SUI) su Unique X, belli e bravi, che ci hanno sperato pure di fare il colpaccio … Meno male che già era al barrage, ma è caduta una barriera anche a Gerco Schroder (lo Schröder non è stato abbastanza in lui!). All’anima del Va…lentina, questa volta Jos Lansink mette fortemente il piede sull’acceleratore, ma lascia una barriera a terra. L’onore della Germania è tenuto alto da Marco Kutscher che ripropone un grigetto con tanta buona volontà e che si chiama Cornet Obolensky, ma arriva secondo. E chi è arrivato primo? Un binomio che non ha ancora finito di fare storia, lui pelato con occhialini tondi da Camillo Benso Conte di Cavour travestito da Albert Zoer, il cavallo dalla falcata zompettante e che conosce una sola direzione, quella che va oltre l’ostacolo, ma sì! È Oki Doki! (già conosciuto a Verona, per caso?)
Roberto Bellotti

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