La Dr. Stefania Cerino, cara amica e collega, fa il punto della situazione sulla Riabilitazione Equestre: cosa si è già fatto, cosa migliorare e cosa fare affinchè la Riabilitazione Equestre possa diventare una metodologia riabilitativa "convenzionale", al punto tale da essere presa in considerazione dal Sistema Sanitario Nazionale.
La Redazione di Equifare si complimenta con Stefania per la passione che ci trasmette e la sua (ormai nostra) battaglia di diffondere la cultura del cavallo nel mondo dei disabili e attirare l'attenzione del mondo equestre sui disabili: Grazie Stefania!
Da alcuni
anni a questa parte Fieracavalli è diventato un appuntamento importante per la
Riabilitazione Equestre grazie ai convegni organizzati dal Centro di Referenza Nazionale
per gli Interventi Assistiti con gli Animali che fa capo al Ministero della
Salute ed all’Istituto Sperimentale Zooprofilattico delle Venezie.
Il
neo-insediato coordinatore scientifico del Centro, Luca Farina, veterinario di
grande esperienza internazionale, quest’anno ha puntato i riflettori sugli
aspetti clinici della Riabilitazione Equestre (RE).
E’ stata
opinione concorde di tutti i relatori che per aspirare ad un inserimento nel
LEA (livelli essenziali di assistenza) del SSN, sono necessarie evidenze
scientifiche concrete per il momento alquanto scarse.
Ci sono tante persone che lavorano con passione ed abnegazione in questo settore, ma c’è ancora tanta confusione (una per tutte: considerare la RE una sorta di attività “propedeutica” agli sport equestri), livelli di competenze confusi, formazioni disomogenee, ecc.
Il Centro di
Referenza Nazionale sta cercando di mettere ordine in questa situazione; già la
promulgazione delle Linee Guida in materia di interventi assistiti è stato un
passo importante, quanto meno per dare un quadro di riferimento generale.
E’ ormai
acclarato che è necessario che una seduta di RE si svolga con un minimo di due
operatori in campo, uno – il tecnico equestre – che si fa carico della gestione
del cavallo, e l’altro l’operatore sanitario e/o educatore che si occupa del
paziente.
Altro punto
fermo riaffermato con forza è che gli interventi di tipo clinico, terapeutico,
riabilitativo, vanno effettuati esclusiva mente da professionisti dell’area
medica e/o paramedica: chi viene da una formazione tecnica equestre, per quanta
esperienza e competenze possa avere acquisito nel tempo, non è autorizzato ad
effettuare alcun intervento di questo tipo.
Un cammino quindi che appare ancora abbastanza lungo per arrivare ad avere quel pieno riconoscimento in ambito salute umana che pure la RE meriterebbe, sia per le molte evidenze empiriche positive, sia per gli incoraggianti risultati che i pochi dati raccolti secondo seri parametri scientifici stanno iniziando a dare.
Un cammino quindi che appare ancora abbastanza lungo per arrivare ad avere quel pieno riconoscimento in ambito salute umana che pure la RE meriterebbe, sia per le molte evidenze empiriche positive, sia per gli incoraggianti risultati che i pochi dati raccolti secondo seri parametri scientifici stanno iniziando a dare.
Questo tipo di
incontri e confronti sono sicuramente utili sul piano dell’informazione e del
confronto, ma ci sentiamo di ribadire che il massimo impegno va posta da tutti
nel costruire una casistica scientificamente valida e condivisibile che possa
far sì che anche una metodologia riabilitativa “non convenzionale” quale è la
RE, possa essere conosciuta e considerata efficace nelle diverse patologie,
fisiche e mentali, in cui può essere impiegata.
Stefania Cerino
Equifare: Fare Equitazione by Roberto Bellotti is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.Ti piace Equifare? Clicca anche tu "Mi piace"
Nessun commento:
Posta un commento