Un giorno, tanti anni fa, un padre spirituale volle che imparassi a dire questo, a prescindere da tutto e da quando l'avrei detto:
Caro Papa,
Perdonami se non sono riuscito a trasmetterti tutta la mia
energia fino alla fine.
Scusa la mia debolezza.
Grazie per avermi dimostrato la tua voglia di farmi stare con
te.
Ti vorrò sempre un mondo di bene.
Poi mi raccontò che
prima che la cicogna
porta un bimbo sulla terra, le anime dei genitori e del
bimbo si incontrano e stipulano un contratto. Su questo contratto c'é scritto
tutto quello che avverrà nella vita di entrambi: i momenti facili ed i momenti
difficili, quando e come si festeggerà così come si litigherà e cosa avverrà in
questi ultimi casi. Su questo contratto, mi diceva, c'é scritto quali sono i ruoli
e quali sono i compiti di entrambi, genitori e figli, e con che severità o che
leggerezza devono essere svolti. C'é scritto che tutto quello che avverrà sarà
sempre stao il frutto di una scelta comune e di una responsabilità condivisa,
allo stesso modo i si ed i no, i permessi e le proibizioni. Concludeva dicendo:
solo quando avrai concordato e firmato quali e come saranno i momenti di
dolore, allora la cicogna ti porterà sulla terra e ti farà nascere! E Papà ha
rispettato il contratto insegnandomi a vivere ed addestrandomi alle difficoltà
ed ai momenti difficili, così come con lui così come nella vita.
Quando Papà giocava a carte o a scacchi, diceva sempre
"pensa a come giochi, non giocare la mia partita, gioca la tua!" E
Papà era burbero nella vita, burbero buono, ma in realtà giocava la sua
partita: ero io che dovevo capire dove voleva arrivare. C'era chi ci cascava e
chi no, chi capiva quand'era il momento e chi no, chi lo lasciava fare da
subito o chi costringeva Papà a strillare ed a litigare addirittura. E mentre chi c'era chi si giocava la sua partita, Papà a Mamma, mio fratello, a me e a tutti gli altri.
Ma quei
litigi non duravano mai a lungo, c'era sempre un pretesto per tornare a
dialogare. Quando capitava con me, era perchè doveva rispettare il contratto,
il ruolo, mi doveva addestrare alla vita e mi doveva educare. Quando scelsi di
fare il medico, lui era già bravo come tale ed io sapevo che non sarei mai
diventato bravo come lui e che provare a
farlo era una sfida improba per me. Nonostante questo, mi sfidava e metteva
sempre a dura prova quello che sapevo fare, perché sapeva che un giorno avrebbe
voluto che fossi io il suo medico. Papà ha rispettato il contratto fino in
fondo, quando ha voluto sperimentare il mio affetto per lui fino alla fine,
mettendomi alla prova sia come figlio che come medico: fino all'ultimo!
Quando si è spento, mi sono ricordato di un sacerdote
indonesiano, il quale mi aveva raccontato che se si piange un defunto, le
lacrime trattengono la sua anima sulla terra e questa non raggiungerà mai il
cielo ed il paradiso. E chiese a chi lo ascoltasse: è questo ciò che vogliamo?
Invece, cosa bisogna fare affinché l'anima raggiunga il cielo ed il paradiso? E
disse "Grida un alleluja forte, che
spinga la sua anima fino al cielo": ALLELUJA, PAPÀ! E sii felice lassù n
Cielo!
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