venerdì 19 giugno 2009

2009, FEI Nations Cup, Rotterdam, com’è andata a finire? Ho Visto in TV






Nella foto Penelope Leprevost


Dopo La Baule, Roma, San Gallo, eccoci a Rotterdam. Com’è il campo di Rotterdam? Una volta c’era il prato verde, come a Piazza di Siena, adesso non c’è più, come a Piazza di Siena. Ormai tutti i campi sono in sabbia silicea, una volta si diceva semplicemente sabbia, sai com’è? Nel III millennio siamo più tecnologici. Una volta si diceva “sembra un campo di patate”, ora che si dirà mai? Sembra la spiaggia delle Mauritius? Boh?! Io non ci sono ancora andato. Il perimetro del campo assomiglia ad un trapezio, credo che tutta la superficie quadra non superi i 2000 mq. Se la quadratura dovesse superarli, c’è, non una quercia, ma un quercione “ingombrantone”! Chissà quanti uccellini avranno visto tanti di quei Gran Premi, vuoi mettere la visuale da dentro il campo con quella da fuori, quando, per giunta paghi persino il biglietto? Tutto attorno tende, tribune con tensostrutture incorporate, palchi e platee che ti permettevano di accarezzare il cavallo quando passava! I colori degli ostacoli? Nella norma. Che ha Rotterdam più di Piazza di Siena? Non lo so, ma la sabbia mi sembrava la stessa. Questo per dire che a Rotterdam … i Big … ci so’ venuti! Albert Zoer con Okidoki, beniamino di casa, Meredith (però con Checkmate non con Shutterfly), Philippe Lejune, Jessica Kurten (c’era ad Arezzo ma non a Roma), Steve Guerdat, Jos Lansink, … Piergiorgio Bucci. Poiché ho nominato un italiano, chi erano i suoi compagni? Natale Chiaudani, Giuseppe D’Onofrio e Paolo Adamo Zuvadelli. E come sono andati? Non male devo riconoscere. I problemi sono sempre gli stessi due: è la somma che fa un brutto totale. E poi? Gli altri continuano a fare sempre meglio di noi. Un esempio? La Svezia presenta solo tre binomi (mi pare che con il nuovo regolamento, non esiste più la riserva: se un cavallo non supera la visita, non parte), su dieci squadre, dopo il primo giro e senza poter scartare nessun risultato, si piazza al terzo posto. E l’Italia? Ah sì, dimenticavo, su dieci squadre? È arrivata decima. Zitti che se vi sentono, mi fanno saltare a me 160 cm … Che cosa succede quando in Coppa delle Nazioni sono presenti tutti questi campioni (quelli di cui sopra e tutti quelli che ancora non ho citato)? Che, al secondo giro, sei squadre se la giocano tutta su una singola barriera, Francia ed Irlanda con 4 penalità totali, a seguire Svezia 6 penalità e con soli tre cavalieri su quattro, Belgio 7, Germania ed Olanda 8 penalità: tra queste sei squadre, una barriera fa la differenza. Fanalini di coda gli USA (gli U.S.A. ? Si, gli usa, perché? Devono sempre vincere loro?) con 12 e la Gran Bretagna dei Whitaker e Skelton con ben 13 penalità. Secondo me, c’era una tale tensione, che si tagliava come se fosse burro, ma quello appena uscito dal freezer! Ci pensate? Una barriera faceva la differenza tra 6 squadre! Come diceva qualcuno? “Chi tocca nun se n'grugna!” Gli USA cominciano a darsi un po’ di tono, sfoderano due zeri ed una penalità per il fuori tempo, chi è che aveva detto che erano fuori dei giochi? Totale 13, tenete a mente. Crolla la Germania di Meredith ed Ehning, in due non possono fare miracoli. La Gran Bretagna conserva le stesse penalità del primo giro all’incirca meno quasi. La Svezia si ricorda di non avere il quarto binomio e crolla pure lei. Il Belgio dei super cavalieri, Le Jeune, Lansink e Philippaerts fa quattro a testa e leva il podio di torno. La Francia fa 2 volte 4 penalità ed 1 penalità di fuori tempo, esclama George Morris: “L’avevo detto io!”. Anche per la Francia 13 penalità totali. E l’Irlanda? Zero per Jessica, ma crollano Cameron Hanley e Denis Lynch, 8 penalità a testa. Al Barrage, dunque! Per gli USA scende in campo Mc Lain Ward. Se qualcuno non se lo dovesse ricordare, monta Sapphire: entrambi erano finiti in una clinica per i nervi perché non erano riusciti a mettere abbastanza pressione su Meredith e Shutterfly alla finale della World Cup a Las Vegas. Prima di ricoverarsi, McLain se ne andò dicendo “… vabbè và, prima le amazzoni, siamo cavalieri”. Giro fluido per Mc Lain, senza interruzioni ma senza aggredire gli ostacoli, sai com’è? Entrare per primo? Netto bisogna fare! Chi entra per la Francia? Michel Robert? Nooooooooo. Roger Yves Bost? Noooooooooo Kevin Staut è fuori gioco perché s’è mangiato le mani per quell’ 1 di penalità fuori tempo … Chi è rimasto? Facciamo così, diciamo rimasta: Penelope Leprevost, quella dalle gambe lunghe, ma quanto è alta? O è il cavallo che è nano? Boh!? Lo devo dire? “Prima le amazzoni, siano cavalieri!” … Mc Lain Ward giura che, da ora in poi, parteciperà solo a categorie riservate ai soli cavalieri!
Roberto Bellotti

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