sabato 14 febbraio 2015

2015, Il Berlusconismo approda anche in casa FISE? L’ho chiesto al sociologo Zygmunt Bauman. L’Episodio di Castellazzo. Tra la morale moderna e la post moderna. Quante morali conosce lo Sport?

2015, Il Berlusconismo approda anche in casa FISE? L’ho chiesto al sociologo Zygmunt Bauman. L’Episodio di Castellazzo. Tra la morale moderna e la post moderna. Quante morali conosce lo Sport?

Premetto che l’episodio di Castellazzo non è il primo e, ahimè, non sarà l’ultimo del suo genere. Premetto che per me, alla base di episodi del genere, non riesco a darmi una motivazione diversa se non quella di una pessima gestione del proprio stato d’animo e delle proprie convinzioni, roba da mental coach per intenderci (non vorrei arrivare agli psichiatri!). Di base, ritengo molto corretto e da prendere in considerazione l’articolo di Stefania Cerino che vi linko: 2015, Controllare L'Aggressività Negli Sport Equestri (ByStefania Cerino) -   E spero che divenga argomento delle prossime unità didattiche della FISE. Ma veniamo all’articolo di oggi.


Voi sapete che non siamo più nell’epoca moderna, ma nella postmoderna, vero? Voi sapete che esiste una modernità solida ed una post modernità liquida, vero? Insomma, il Prof Bauman, sociologo di fama mondiale, con una sorta di sfera di cristallo, prevedeva il Berlusconismo e l’episodio di Castellazzo. Cosa hanno in comune tutte queste cose con il moderno liquido, solido e quant’altro?
Ve lo posso spiegare dopo? Bevo un attimo un po’ d’acqua e prima di giungere al dunque, faccio un po’ di strada a ritroso, venite con me?
Un po’ di tempo fa, andai a trovare un mio examico, soprannominato non di nome ma di fatto, Mons. Perrelli e cosa mi raccontò?
“Sai, è venuto al mio studio medico, una sorta di pazzo che asseriva di essere cadavere ed io gli dicevo che non era possibile! Insisteva sai! Io gli contestavo che i cadaveri non parlano, non camminano e via dicendo. Ed io “Interessante la cosa! E poi che hai fatto?” E Mons. Perrelli:  “Gli ho fatto una domanda a trabocchetto! Gli ho domandato: i cadaveri sanguinano? Eh eh, furbo io!” Ed io “Interessante la cosa! E poi che hai fatto?” E lui: “Gli ho dato un ago per pungersi e lui era riluttante! Allora gli ho detto: vedi? Hai paura di sentire dolore ergo sei vivo! Ed io “Interessante la cosa! E poi che è successo?” “Lui ha detto che non era vero che aveva paura di sentire dolore e si è punto!” Ed io “Interessante la cosa! E poi che è successo?” E lui “Ha sanguinato!” e visto che non continuava, io incalzavo: “Interessante la cosa! E poi che hai fatto?” E lui “Gli ho detto: Visto? Sanguini!” Ed io “Interessante la cosa! E lui come ti ha risposto?” “Azz! Allora è vero! I cadaveri sanguinano!” Ed io “E tu?” Non lo so perché, mi ha sbattuto la porta in faccia!
Cosa penso di aver imparato? Quando qualcuno viene toccato nell’identità, non riuscirai mai a convincerlo dell’incontrario, ti addurrà sempre delle motivazioni per “difendere il proprio io a meno che non usi delle tecniche un po’ più specialistiche, vi trovate?


Aggiungiamo al concetto di identità appena citatovi, un altro concetto: chi è un mio lettore un po’ più fedele della media, sa che in qualche articolo ho parlato del Triangolo di Karpman: Aggressore, Vittima, Salvatore.

Posso parlarvi ora del Berlusconismo? Quello inteso come "collante" di una classe di elettori?
Praticamente la Sinistra “attaccava” Berlusconi = Aggressore e Vittima, giusto? I Salvatori, cioè gli elettori del Centro Destra difendevano il loro Leader perché si identificavano in lui come concetto della politica: se fosse caduto il loro leader, loro perdevano la loro identità. Ergo, vuoi per tanti motivi vuoi per l’identità, loro scendevano in campo per difendere la loro identità di Centro Destra. Più veniva attaccato Berlusconi, più loro intervenivano a difenderlo, vero? Indipendentemente dal torto o dalla ragione, giusto?


A mio parere, altro pilastro del Berlusconismo, che comunque si intravede nel concetto appena espresso, è il concetto di appartenenza. Vi sarà capitato mai di assistere al Telegiornale “Poliziotti (o Carabinieri) in procinto di arrestare qualcuno presso il prorpio domicilio, sono stati aggrediti dagli abitanti del quartiere?” Vero? Eppure direbbe qualcuno: “Ma come? Quello ha commesso un reato e lo difendono di quella maniera? Come mai lo fanno? Sono complici? Tutti malviventi?” La mia impressione e, quindi, la mia risposta
 è “No! È che si vedono sottratti uno che appartiene a loro, una “cosa” che è sempre appartenuta a loro e che ora rischiano di perderla, giusto?”
Insomma, una sorta di corto circuito tra “Identità” ed “Appartenenza (Ordine Sociale)

Vi trovate fino a qua?
Posso avere un parere personale? Quando a Castellazzo avranno inteso una sorta di attacco mediatico sul gravosissimo episodio occorso, come una sorta di attacco ad un loro componente ed anche, a torto o a ragione, una sorta di attacco ad un emblema, cioè se Castellazzo “fosse caduta”, di riflesso sarebbe caduto, avrebbe potuto cadere, avrebbe perso le elezioni, ecc., chi Castellazzo avrebbe potuto rappresentare, … Secondo voi, come volete che potevano reagire? (Traduco: si sono sentiti attaccati sia nell’identità che nell’appartenenza, giusto?)


Bè, insomma, questo è quanto il Prof. Zygmunt Bauman ha provato a spiegarmi! Il sociologo è specializzato nella ricerca e nell'analisi dei comportamenti di gruppi di persone. Bauman ha studiato anche perché questa difesa contro forse quella che può essere l’evidenza dei fatti. Vi riporto alcune delle sue affermazioni, vedete se non vi supportano quanto successo con il Berlusconismo e l’episodio di Castellazzo:

Secondo Bauman, nella modernità la morale è la regolazione coercitiva dell’agire sociale attraverso la proposta di valori o leggi universali a cui nessun uomo ragionevole (la razionalità è caratteristica della modernità) può sottrarsi.


Non si può invece parlare della morale post-moderna, perché la fine delle "grandi narrazioni" del Novecento, cioè le ideologie, ha reso impossibile la pretesa di verità assolute, e quindi ci possono essere tante morali. (n.d.r. ovverosia verità o giustificazioni)

Il paradosso della morale, per Bauman, è che da un lato crea disordine, dall'altro è necessario come atto fondante della società (senza l'impulso di aprirsi all'altro non ci sarebbero le relazioni sociali). Tuttavia, essendo l'impulso della morale irrazionale e libero, è in antitesi all'ordine sociale, e pertanto la morale rischia di non avere molto spazio in una società sempre più complessa che ha bisogno di regole sempre più sofisticate.
(Traduco a modo mio: Quali regole soddisfano quante più morali è possibile?)


Bauman ha inteso spiegare la postmodernità usando le metafore di modernità Liquida
 e Solida. Egli sostiene che l'incertezza che attanaglia la società moderna deriva dall'industria della paura e lo smantellamento delle sicurezze e una vita liquida sempre più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi esclusi. (Traduco a modo mio. Non ci comportiamo più secondo una morale, ma secondo con chi vogliamo stare = ordine sociale).

Se mi è consentito di avere un parere personale, vorrei aggiungere:
La responsabilità  oggettiva 
(quando oggettivamente responsabile può essere stata quella persona e nessun altra) si ha quando il soggetto risponde di un fatto proprio, poichè da lui materialmente causato, ma sulla mera base dell’esistenza del rapporto di causalità  tra condotta ed evento (soggetto che si è comportato in quel modo e si è avuto quel risultato) ed indipendentemente da qualsiasi nesso psichico tra il fatto e l’agente.


Nella responsabilità  per fatto altrui il soggetto risponde del fatto di altri senza che egli abbia dato alcun contributo causale al verificarsi di esso.
Cioè quando altri compiono il fatto, ma si è correi (complicità, per non averlo impedito, per averlo avvallato, ecc.)

Morale:

Non si può identificare chi ha compiuto il fatto con la sede di dove è stato compiuto. A mio parere, sbaglia sia chi attacca perché innesca il Triangolo di Karpman, sia chi difende perché lo alimenta. Ed alimenta sospetti. Ah, se la Procura potesse lavorare in “Grazia Dei!”

      
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