sabato 14 febbraio 2015

2015, Per favore, Spett.le Cav. Vittorio Orlandi risponda a questa lettera aperta: Equifare è lieta di ospitarLa.

2015, Per favore, Spett.le Cav. Vittorio Orlandi risponda a questa lettera aperta: Equifare è lieta di ospitarLa.

La Redazione di Equifare ha ricevuto la lettera dal Sig. Marco Tassoni e, sinceramente, mi sento un po’ in imbarazzo dal pubblicarla, perché tratta di episodi incresciosi che non avevo mai trattato prima e mai avrei voluto trattare. Quando mi venne chiesto da alcuni amici la prima volta, pubblicai l’articolo “Viaggio nella mente del Cavallo ecc….”, sperando di aver fatto così la mia parte contro il maltrattamento dei cavalli. Evidentemente non abbastanza! Mi permettete di raccontare una storiella che non c’entra niente? Un giorno un cliente entra in un albergo per un soggiorno e l’accettazione espone un cartello “Il cliente ha sempre ragione”. Con un bel sorriso sulle labbra, egli si accomoda al Ristorante dove, poco dopo, un cameriere “sbadato”
gli rovina il vestito prima rovesciandogli addosso un vassoio di alimenti e, poi, addirittura, gli “lacera” il vestito macchiato. Il cliente, forse, non si lamenta più di tanto perché per lui era naturale aspettarsi le scuse e le frasi di circostanza. La sorpresa è stata quando: non ha mangiato, gli è stato rovinato il vestito, ha dovuto pagare il conto e poi, stranamente, prima mazziato e poi cornuto, è stato allontanato dal Ristorante. Domande: Se voi fosse proprietari di ristorante, vi sareste tenuto il cliente o il “cameriere maldestro”? Se voi ci tenete ad un vestito in modo particolare, ci andreste in quel Ristorante? Se oggi a lui, quando a me? Se domani a me, quando a te?

Vabbè ma questo non c’entra niente con il contenuto di questa lettera. Vi consiglio di leggere anche il mio prossimo articolo, nel quale ho intervistato il sociologo Zygmunt Bauman che mi ha spiegato l’episodio di Castellazzo. Buona lettura sia per la lettera sottostante che per il mio articolo successivo.

Spett.le Redazione di Equifare,
Come tesserato Fise di 2 grado ,  tecnico di 3 livello, direttore tecnico di un Centro ippico, consigliere del Ridersclub e tesoriere FIASE , le chiedo di veicolare tramite il suo blog la lettera di Giulia Romeo. Scrive al Cav. Vittorio Orlandi spiegando le sue ragioni sul caso .. 
Sperando in un suo riscontro La ringrazio anticipatamente !! 

Marco Tassoni !! 

Da
LETTERA APERTA A VITTORIO ORLANDI
Cav. Vittorio Orlandi,
non ho voluto pronunciarmi prima sulla vicenda capitata a me ed al mio cavallo sia perchè ci sono ben due indagini in corso, ed inoltre poichè non penso che Facebook sia un luogo adatto per tenere certe discussioni.
A questo punto, dopo avere letto i suoi interventi ed avere visto la “dura inchiesta” cui è stato sottoposto, con mio grande rammarico, non mi rimane altra soluzione.
Ci tengo a dire che io, Giulia Romeo, NON sono lo strumento di nessuno, non mi sono mai interessata di politica federale, né ho intenzione di farlo ed in tutta questa sfortunata vicenda il mio unico interesse è stato e continua ad essere quello di ottenere giustizia per il mio cavallo.
Il mio, Cav. Orlandi, è un invito a smetterla di DIFFONDERE FALSITA’.
Andiamo per ordine… seppure le cose da dire sarebbero e saranno tante.
Il frustino, come lei ben sa, non era mio e non era assolutamente spuntato. Questo particolare non cambia in nessun modo la vicenda, penso solamente sia CORRETTO e soprattutto DOVEROSO riportare i fatti come effettivamente avvenuti.
Il giorno dopo la vicenda, lei è stato messo al corrente dei fatti da sua moglie, la quale si era già messa in contatto con me la sera stessa dell’accaduto. Dopo avere sentito la storia ed avere visto le foto delle lesioni riportate dal mio cavallo ed avere controllato personalmente la presenza delle ferite (che sono ancora presenti a quasi due mesi dall’accaduto), avete deciso di convocare me ed il Sig. Crespi e fare una riunione. All’esito di questo incontro, la vostra conclusione è stata che un episodio del genere non si sarebbe dovuto verificare di nuovo ma che alla fine il disagio era dovuto alla mia troppa sensibilità! Questo è quanto accaduto in quell’occasione….e Lei era presente.

Preciso subito che mi sono astenuta dal chiamare i carabinieri subito dopo l’accaduto perché riponevo in Lei, nella signora Mancinelli Pasotti e nel Circolo Ippico di Castellazzo la massima fiducia nel potermi indirizzare verso l’iter corretto per gestire un caso di presunto maltrattamento. Fiducia che è stata smentita successivamente, quando ho capito che l’unico interesse era quello di mettere a tacere la vicenda.
Sempre al fine di riportare i fatti in maniera CORRETTA, NON ho montato il cavallo per 3 giorni, come da suggerimento del veterinario. Sua moglie è perfettamente a conoscenza di questo fatto, in quanto ho dovuto chiederle l’autorizzazione per entrare al maneggio di lunedì, giorno di chiusura del circolo, al fine di somministrare i medicinali al mio cavallo e fargli fare del passo a mano. Il giorno 24 dicembre (il quarto giorno per chiarezza) ho deciso di fare 5 minuti di trotto montato soltanto perché il maneggio sarebbe stato chiuso per i 2 giorni seguenti.
Anche questa informazione non modifica in alcun modo quanto accaduto, visto che, come Lei sa benissimo, l’entità di un maltrattamento non si stabilisce in base a quella che è la prognosi. Basti pensare alle diffuse pratiche dell’ipersensibilizzazione, pratiche dichiarate come maltrattamento e vietate dai regolamenti nazionali ed internazionali, dove i cavalli vengono addirittura montati lo stesso giorno in gara.

Ho deciso di fare denuncia nei confronti del Sig. Crespi presso la Procura della Repubblica quando, dopo essere stata ripetutamente minacciata dallo stesso in presenza di Sua moglie e di una consigliera di Castellazzo, è stata accolta la richiesta del Sig. Crespi di tenere un consiglio direttivo per richiedere IL MIO ALLONTANAMENTO. Notizia che mi era stata riferita prima informalmente, poi confermata di persona. Il giorno seguente ho sporto denuncia anche presso la Procura Federale.
Il giorno del consiglio direttivo richiesto dal Crespi, il 9 gennaio 2015, mi sono presentata presso il Circolo con il mio avvocato - che il giorno precedente aveva preso appuntamento con sua moglie - in quanto volevo metterla al corrente di avere sporto denuncia nei confronti del Sig. Crespi. In quella circostanza mi è stato per l’appunto ribadito che il Crespi aveva richiesto il mio allontanamento e che ne avrebbero discusso proprio quel pomeriggio. In quel contesto ho fatto richiesta formale per richiedere, a mia volta, l’allontanamento di quest’ultimo. La Sig.ra Mancinelli mi ha però detto che non sarebbe stato possibile discuterne in quell’occasione, poiché si trattava di argomento nuovo non inserito nell’ordine del giorno, e che avrebbe dovuto richiedere un'altra riunione del consiglio.


Riunione che si è tenuta il successivo 16 gennaio. Consiglio al quale ho presenziato sempre in compagnia del mio legale. Per l’ennesima volta ho spiegato tutto quello che era successo, chiedendo che le persone preposte prendessero provvedimenti nei confronti del Crespi. La risposta che ho ottenuto è che avrebbero avuto bisogno di tempo, e che per loro la priorità era l’interrogatorio della Mancinelli con il Procuratore Federale, fissato per il 27 gennaio.
Dopo quest’ennesima delusione e dopo essere stata più volte minacciata dal Sig. Crespi, ho capito che in quel maneggio io e soprattutto il mio cavallo non eravamo e non saremmo stati tutelati in alcun modo e ho preso la decisione di portarlo via.
Conoscendo già da tempo il marito del mio avvocato, istruttore di equitazione, ho deciso di trasferire il mio cavallo presso la sua scuderia in quanto sicura che in quel posto mi sarei sentita al sicuro con il mio cavallo.
Il giorno 17 gennaio, mediante fax, ho avvisato che il giorno successivo avrei portato via il mio cavallo dal circolo e che avrei acconsentito ad effettuare una visita veterinario sul mio cavallo (cosa che mi era stata richiesta in occasione del consiglio), purché ciò avvenisse entro un tempo ragionevole (per dare almeno una parvenza di senso logico alla visita stessa).
Come preannunciato, in data 18 gennaio mi sono presentata preso le Sue strutture per trasferire il mio cavallo.
Il passaporto non si trovava….
Nell’attesa il trasportatore si è dovuto allontanare per una urgenza, e Sua moglie mi ha “invitato” a tenere il mio cavallo in mezzo alla strada ad aspettare che tornasse, in quanto non lo volevano più vedere lì.
Per fortuna era presente una veterinaria (chiamata proprio da Sua moglie per confermare che il cavallo stava uscendo in “buone condizioni”), che ha insistito che sarebbe stato contro il benessere dell’animale farlo stare un’ora in mezzo ad una strada e ho potuto aspettare il trasportatore in scuderia.

QUESTI SONO I FATTI COME REALMENTE ACCADUTI, INVITO LEI E CHIUNQUE AD ASTENERSI DAL FORNIRE ALTRE VERSIONI, PERCHE’ HO LE PROVE, DOCUMENTALI E TESTIMONIATE DI QUANTO AFFERMO.
Cav. Orlandi, io sinceramente non so se LEI sia a conoscenza di tutti i fatti che Le ho raccontato in questa lettera, ma spero di no, altrimenti non capisco perché si sarebbe in più occasioni prestato a rilasciare interviste ed a fare dichiarazioni mendaci.
In ogni caso e comunque Le chiedo solo di porre fine alle Sue continue illazioni e falsità.
Penso che ognuno di noi si sia fatto la propria idea e abbia preso la propria posizione.

Lei dice che quello che è successo al mio cavallo è un normale “redarguire”, io questa sua posizione non la condivido, ma la accetto. La prego di fare la stessa cosa. Ognuno è libero di pensare che i cavalli vadano redarguiti in un modo piuttosto che in un altro, ma se si eccede ritengo sia un dovere “civile” ed “educativo” porvi rimedio.
Mi spiace e trovo anche offensivo leggere e sentire che Lei è convinto che ci sia un “complotto” alle Sue spalle finalizzato a mettere degli ostacoli per la Sua corsa alla presidenza della FISE.
Confesso che all’epoca, e perdoni la mia ignoranza, ben poco sapevo delle Sue ambizioni politiche.
Io ho agito alla luce del sole, con cautela, chiedendo prima a Lei, a Voi come agire come muovermi e solo quando mi sono sentita abbandonata, ed anzi sbeffeggiata, ho deciso di agire da sola.
Ognuno di noi continuerà ad avere le sue idee, saranno poi le Procure interessate a dire se il mio o il Vostro agire è stato corretto.



      
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