domenica 22 febbraio 2015

2015, Relazione e Comunicazione con i Cavalli (by Stefania Cerino)

Stefania Cerino mi ha mandato due piccioni con una fava! Un bell'articolo per aumentare la propria consapevolezza dei nostri rapporti con i cavalli ed il Corso di Aggiornamento per la Riabilitazione Equestre e tratta i Disturbi del Comportamento Alimentare. Faccio pure io due piccioni con una fava, pardon, articolo?

RELAZIONE E COMUNICAZIONE CON I CAVALLI

Il trattato di Lisbona  tutela i diritti degli animali definendoli “esseri senzienti”, cioè in grado di percepire sensazioni, sia positive che negative. Anche il polpo, che prima di essere cucinato, viene ampiamente 


“sbattuto” per ammorbidirne le carni è un “essere senziente”….magari meglio non immaginare cosa percepisce durante la “sbattitura”! Solo che il polpo, a differenza del cavallo, non manifesta in modo a noi comprensibile la sua sofferenza, e questo certamente ci mette al riparo dai sensi di colpa. Il cavallo reagisce al dolore, alla paura, alle gratificazioni in modi che ci sono molto più “comprensibili”, anche se il suo funzionamento mentale è opposto al nostro. Questo funzionamento mentale viene genericamente definito come quello  di “ preda/predato”, e questo sembrerebbe spiegare tutto. In realtà meriterebbe un approfondimento. La relazione e la comunicazione con il cavallo è essenziale per qualsiasi attività si voglia intraprendere con la sua collaborazione e non tramite la sua Coercizione. Già Senofonte l’aveva ben sottolineato nel suo trattato Sull’Equitazione!

Il cavallo comunica attraverso il corpo, è parte di uno specifico sistema sociale (il branco), è dotato di intelligenza e le strutture cerebrali deputate alla percezione emozionale sono probabilmente analoghe a quelle umane (amigdala, ippocampo).  Spesso, avvicinandosi al cavallo, buona parte di tutto ciò viene dimenticato, e la “relazione” è impostata non attraverso il “cercare di comprendersi” ma attraverso “ti costringo a fare quello che mi serve”. Fin dalla notte dei tempi il cavallo ha avuto tra gli uomini un impiego che risponde ai principi dell’”economicismo”, cioè utilitaristico. Il cavallo veniva e viene usato come cibo, è stato usato come mezzo di trasporto, in guerra, in agricoltura, ecc. Anche l’uso “sportivo”  in effetti ha, a ben vedere, una parte “utilitaristica”. Quindi la relazione che si sviluppa è inevitabilmente funzione dell’uso che se ne fa. Perché spesso ci si meraviglia che i cavalli usati per la Riabilitazione Equestre siano tranquilli, disponibilissimi, spesso (miracolosamente) in sintonia con chi li monta ed ha sovente nozioni tecniche equestri scarse o comunque utilizzate grossolanamente? Forse (azzardo sulla base dell’esperienza, che evidenze scientifiche ad oggi nessuno le ha cercate), forse proprio perché si crea un circuito comunicativo essenzialmente empatico, dove chi monta non “chiede” più di tanto ed allo stesso momento riesce a trasmettere in modo analogico che la propria presenza non interferisce pesantemente nella relazione.  Certamente alla base di tutto ciò c’è un 

lavoro metacognitivo, più o meno conscio, da parte del soggetto “umano” che deve comunque conoscere e recepire il funzionamento del cavallo. Ma come diciamo che il cavallo non ha “stigma” nei confronti della persona disabile e la accetta senza scomporsi come cavaliere, allo stesso modo la persona disabile non ha “stigma” nei confronti del cavallo, lo accetta per quello che è e quello che fa, un essere attraverso la cui mediazione è possibile provare piacere, emozioni, benessere.  In questo modo, si può ipotizzare, si inneschi un circuito comunicativo e meta comunicativo che permette l’instaurarsi della relazione e della reciproca comprensione: ed è probabilmente questo meccanismo  che fa  sì che gli interventi riabilitativi coni cavalli abbiano successo: sta adesso agli operatori del settore approfondire  questa “evidence-based” affermazione cercandone le basi per dargli una sempre maggiore dignità scientifica.

Stefania Cerino

Per il Corso di Aggiornamento, ecco quanto segue, scaricabile dal sito FISE:





Stefania Cerino       
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