sabato 14 febbraio 2015

2015, Bloggo dalla FISE: L'Apprendimento Animale Dipartimento Tutela Del Cavallo -

2015, Bloggo dalla FISE: L'Apprendimento Animale  Dipartimento Tutela Del Cavallo -

Bloggo dal sito della FISE - Dipartimento Tutela del Cavallo - l'articolo di Paolo BARAGLI DVM,
PhD Gruppo di Ricerca EtoVet Dipartimento di Scienze Fisiologiche, Facoltà di Medicina Veterinaria, Università di Pisa.

Cosa vuol dire apprendere? Per rispondere è necessario non pensare ai banchi di scuola, ma a qualcosa che sia valido per tutti gli animali e anche per l’essere umano. L’apprendimento può quindi essere definito come una variazione della probabilità che un certo comportamento possa manifestarsi in futuro, in seguito all’esperienza. Cosa sapere Conrad Lorenz affermava che la vita intera è un processo continuo di acquisizione della conoscenza. Per tutti gli animali è fondamentale acquisire ed elaborare le informazioni provenienti dall’ambiente che li circonda, per capire il valore, positivo o negativo, di ciò che accade nell'ambiente. Ciò fa parte del




processo di adattamento alla vita, senza il quale sarebbe impossibile capire ciò che è vantaggioso e che permette il proseguo dell’esistenza. Questo porta un animale ad eseguire comportamenti volti a sfruttare le variazioni ambientali, percepite come positive. Un certo stimolo ambientale fa sì che l’animale risponda attuando un determinato comportamento; le informazioni ricavate da questa interazione finiscono nel sistema nervoso e formano l’esperienza che si accumula progressivamente, ogni qual volta l’animale interagisce con l’ambiente.

Basandosi sulla propria esperienza, l’animale cambierà il suo comportamento di fronte ad una certa situazione, in maniera più o meno permanente e tale da influire sul comportamento ogni qual volta si ripresenterà quello stesso stimolo in futuro. Questo fenomeno prende il nome di “apprendimento”. Naturalmente non tutte le modifiche del comportamento di un animale sono da considerare come apprendimento. Sono infatti da escludere le modifiche del comportamento dovute a variazioni della motivazione, variazioni fisiologiche o indotte per es. dalla fatica. Così un cavallo affamato che si alimenta, ha cambiato il suo comportamento, ma non perché ha appreso qualcosa. E’ la sua motivazione ad alimentarsi che è cambiata, in seguito ad una variazione fisiologica dell’equilibrio degli zuccheri nell’organismo.

Allo stesso modo, la fatica può cambiare il comportamento, trasformando per esempio un esuberante puledro, magari anche difficile da gestire, in un cavallo stanco e senza energia, magari apparentemente più mansueto; tuttavia questo effetto non è permanente e non può perciò essere considerato un processo di apprendimento. Sono da escludere anche quelle modifiche dovute alla crescita dell'organismo o da un qualsiasi danno fisico. Uno stallone durante l’accoppiamento esibisce un comportamento sessuale ben preciso che un puledro di pochi mesi non attua: ecco, in questo caso c’è senz’altro un processo di apprendimento, perché il comportamento sessuale, in tutti gli animali, si apprende anche per esperienza, mentre la copula in sé è un comportamento “L’Apprendimento Animale”

       
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