mercoledì 25 marzo 2009

2009, s’Hertogenbosch, ultima tappa FEI World Cup prima della Finale a Las Vegas, Ho visto in TV

Foto di Daniel Etter e Peu A Peu, vincitori a Piazza del Plebiscito a Napoli, presa da http://www.videocomunicazioni.tv/




Forse, tanti anni fa era facile andare in finale, perché magari erano sempre gli stessi, ma poi chi volevi che sapesse fare certi giri, ma chi mai aveva certi cavalli? Mi ricordo che poi le sfide si riducevano quasi a dualismi, per es. i fratelli Whitaker a trasformare i barrages in sfide di famiglia, magari strapotere tedesco della serie che o eri tedesco o in finale non ci andavi, passando per una sorta di riscossa del resto del mondo che si identificava in Rodrigo Pessoa con Baloubet du Rouet, che se la doveva vedere con un altro beniamino mondiale quale Ludger Beerbaum. Siamo poi passati alla sfida tra le bionde: Meredith Michel Beerbaum, cognata di Ludger, contro Jessica Kurten. Quest’anno c’è stata aria di novità! Gente nuova che ha costretto cavalieri importanti alla rimonta. A ‘s-Hertogenbosch si respirava tensione che si tagliava con il coltello: “C’è la farò a recuperare quei punti che mi mancano per la qualifica?” Secondo me, qualche cavallo ha telefonato al Sindacato lamentandosi: “Il mio capo non mi ha dato ferie, qui non si dorme e si salta sempre!” Con la fine di questa tappa, ormai chi è dentro è dentro, chi è fuori è fuori. ”Evviva il mio paddock!”, avrà esclamato qualche cavallo escluso. Siamo seri, torniamo a ‘s-Hertogenbosch. Indoor abbastanza grande, spettatori a ridosso del campo con qualche cavallo che risentiva della loro vicinanza. Fondo del colore e della consistenza che piace a me! (basta fare sempre la stessa pubblicità!). Non ho fatto in tempo a prendere nota del Direttore di Campo (Chef de Piste), col quale il Sindacato dei cavalli si è complimentato: un percorso fluido, quasi classico, senza cattiverie particolarmente evidenti, quelle giuste per lasciare qualcuno fuori dal barrage. I cavalieri che hanno fatto vedere dovevano fare quattro tempi un po’ in avanti e tutti i cavalli hanno saltato con ampio margine. Ma cominciamo dall’inizio và. N.ro 1, oxer, quasi a metà del lato lungo con galoppo destro, linea spezzata a destra con abbastanza falcate, per un verticale non c’è male per altezza, bianco e con pochi colori; si riceve a galoppo sinistro per ritornare lungo la pista; affrontare un n.ro 3, oxer scuro, sotto le tribune, linea spezzata a sinistra per un verticale n.ro 4; si continua per una linea spezzata verso destra, per un oxer tipo oooXXXeerooone, sempre sotto le tribune, n.ro 5 e già siamo arrivati a metà percorso in un attimo. Fiato sul lato corto (corto per modo di dire), un po’ del lato lungo, per un cambiamento trasversale a mano destra e “cosa si sono trovati di fronte?” Niente po’ po’ di meno che la mitica bicicletta di Spruce Meadove (Calgary, Canada): attimo di disorientamento, “ma non stavamo a ‘s-Hertogenbosch?” (ogni volta che devo scrivere il nome di questa località, ci metto mezz’ora, ma poi, come si pronuncia?). Riprendiamo, la bicicletta è l’ostacolo n.ro 6. E poi che viene? N.ro 7 a mano sinistra, sotto le tribune: una bella doppia gabbia di oooXXXeeerrOOOni a due tempi con imprecazioni finali dei cavalli rivolte agli spettatori troppo vicini. Non si contano le svirgolate di posteriori e qualche cavallo ha preferito saltare il piliere tutto a sinistra, più alto ma almeno lontano dagli spettatori. Di nuovo fiato sul lato corto. Questa volta non ho visto neanche un ostacolo sul lato corto, ma, con una curva abbastanza stretta, iniziava una linea diagonale con un verticale, i quattro tempi lunghi per quella triplice di cui sopra e, se eri rimasto in sella, potevi continuare a mano destra, abbastanza distante dalle tribune, in linea spezzata, per un altro oooXXeeroone, prima di riprendere un altro po’ di fiato, sempre sul lato corto con galoppo destro. Linea finale: cambiamento diagonale, ostacolo n.ro 11, verticale di tavoline su fosso, cinque tempi per una doppia gabbia da lamentarsi parecchio! Innanzi tutto il colore: Rosso Inferno! Poi, mi va bene l’ingresso di verticale (si entra meglio), mi va bene che c’è un ooOOXXXEEEeerr centrale, “ma perché barriere sottili, con quel bordo superiore di colore nero, che i cavalli non la vedono proprio quella barriera!” “Chiamate il Sindacato per favore.” “Giudice! Presidente!” “Vabbè va, non mi ascoltano proprio!” Verticale l’elemento finale della doppia gabbia finale, del percorso finale, della tappa finale, per accedere alla Finale (che finale di articolo!) Vittime illustri? Tutti i padroni di casa (olandesi), tant’è che ne hanno fatto vedere pochi. Lo “Schroder è in lui”? In casa non funziona (Tanto è primo della classifica). Zoer? Forse si è riposato. Una cosa che non mi ricordavo fosse successa mai: Meredith, con Shutterfly, ha fatto errore (e già qua la stranezza). Ma poi l’ha fatto all’ultimo ostacolo (e qua altra stranezza). Ma che poi gli olandesi non si sono mai sbattuti per un tedesco (ancora altra stranezza). Ma che poi tutte le tribune, all’unisono, si sono stupite dell’errore con un “noooooooo...” che si è sentito persino per televisione: questo non me lo ricordavo! Andiamo avanti sennò qua l’articolo non finisce più. Altra vittima illustre Denis Lynch, che ha vinto recentemente il Gran Premio di Piazza di Siena. Perché lo cito? Perché era quello che montava il cavallo di cui sopra, che la parola tribune non era il suo pane quotidiano e preferiva saltare i pilieri, piuttosto che stare vicino agli spettatori. Una barriera, l’ha pure lasciata: “Non era meglio continuare a saltare i pilieri?” Quelli è difficile che cadano! Al barrage, dunque! Ludger Beerbaum cambia tattica, nel primo giro Coupe de Coeur deve chiedere permesso per muovere persino le orecchie mentre salta, figuriamoci gli atti respiratori (Tutto flesso, compresso, riunito, incatenato, ecc.)! Al barrage, ha detto: "No! Sennò non corro!", puntando ovviamente gli zoccoli. E Ludger l’ha accontentato. Il risultato è stato sempre zero, ma sembravano due binomi diversi. Michael Whitaker e Portofino, binomio consolidato, zero anche loro e rimangono in testa per parecchio. Christina Liebherr e No Mercy (da quanto tempo non li vedevo?) finiscono appena sotto. Edwina Alexander continua a far disperare il marito, che non riesce più a trovarle un cavallo per farle fare doppio netto. Marcus Ehning entra con lo spettacolare Sandro Boy, che irriverisce tutti i percorsi, anche ai barrages e non gliene frega niente se Marcus gli chiede la flessione del collo (Vedi Coupe de Coeur), tanto lui corre e fa zero lo stesso! Insomma tre o quattro binomi che si contendono la vittoria sul filo dei centesimi dopo i 37 secondi! Sconcerto sulle tribune, chi è ‘sto Daniel Etter, che addirittura entra per ultimo? ”Ma sai, uno che fa buone gare, ha vinto a Piazza del Plebiscito a Napoli, ma poi … boh?” All’improvviso il silenzio in tribuna: ”Ehi, ma questo va forte …” già 37 centesimi di vantaggio a metà giro! ”Ehi ma che modi di girare …. Oooh quanto corre ...” Conclusione? Mentre gli altri stavano litigando per i centesimi dopo i 37 secondi, Daniel Etter ha impiegato meno di 36 secondi: 35,95! Non è che a Piazza del Plebiscito non fosse venuto mai nessuno importante, però che trampolino porta fortuna per Daniel! Magari c’è stato pure qualcuno che, a Napoli, ha detto “Questo ragazzo ne farà di strada …”
Roberto Bellotti


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