Una piccola chiesa rimase abbandonata in mezzo ad un bosco. Anche l’ultimo parrocchiano aveva smesso di andarci. Questa povera chiesetta non aveva piedi per camminare per andare a chiedere aiuto. Non aveva mani per raccogliere i mattoni che la pioggia le faceva cadere. Il tetto, ormai aperto, forse proteggeva ancora quell’umile crocefisso dietro l’altare, rimasto in silenzio per tanto tempo.
Un giorno venne un passerotto. Prima si poggiò sul tetto, vide il Crocefisso e andò a parlargli. Gli domandò “Cosa posso fare per te?”
Il Crocifisso gli rispose “Amico mio, questa piccola casa diroccata ha ancora tanta voglia di vivere ed ha un sogno: sta cercando chi, con amore ed umiltà, possa farla risplendere con così tanta luce per ospitare il mondo intero, anche uno alla volta, anche uno dietro l’altro, tutti uniti in un sogno più grande.”
Stupito da un sogno così grande, il passerotto gli domandò “Conosci qualcuno per fare ciò e dove pensi che possa trovarlo?”
Il Crocifisso gli rispose.” Va nel bosco e dove troverai un uomo che, mentre contempla, benedice tutto e tutti. Va da lui e digli “Qual è la tua missione? C’è qualcuno che ti cerca, và e ripara la sua casa”
Il passerotto volò per il bosco e vide un uomo che viveva in disparte.
Questi cantava (dalla canzone di San Damiano)
“E le gioie semplici sono le più belle
sono quelle che alla fine sono le più grandi
Dai e dai ogni giorno con il tuo sudore
una pietra dopo l’altra in alto arriverai”
E poiché benediceva tutto ciò che incontrava, il passerotto capì che era l’uomo che stava cercando. Gli si posò su una mano e gli disse “Sai parlare agli uccelli? Quando mi seguirai ti mostrerò la tua nuova casa, è di un Signore che ti cerca, ti conosce bene e sa che vai benedicendo tutto ciò che ti accade. Ti vuole con sé, vuole svelarti la missione della tua vita: Riparare la Sua Casa.”
Quell’uomo non sapeva null’altro di ciò che lo aspettava, ma sapere che qualcuno aveva fiducia in lui lo incuriosiva. Trovare la sua missione era l’interrogativo che si poneva da giorni e non trovava risposta.
Passò il resto del giorno a seguire il passerotto, benedicendo la strada e quello che incontrava. Fu notte, fu mattina. Un raggio di sole s’infilò dolcemente fra le sue palpebre per svegliarlo insieme al canto del passerotto, una goccia di rugiada fresca gli scese dalla fronte alla punta del naso. Rimase d’incanto quando vide la piccola chiesetta tutta adorna di raggi di sole e capì cosa quella chiesetta volesse diventare.
Attraverso lo squarcio di una parete, quell’uomo guardò il Crocifisso e gli cantò dal salmo 117:
“Ti rendo grazie, perché mi hai risposto,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d'angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.”
Io non so se i fatti siano andati proprio così: quando faccio un sogno, penso a quell’uomo straordinario che è stato San Francesco d’Assisi e penso anche al sogno di quella piccola chiesetta che si è realizzato.
Come si chiama quella chiesetta? Porziuncola e ora si trova riparata dalle intemperie dentro la Chiesa di Santa Maria degli Angeli di Assisi.
Cosa ho imparato?
Non esiste sogno così grande che non si possa realizzare.
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