2015, Anche negli Sport Ippici, agiscono Cloto, Lachesi ed
Atropo. Ma non per questo finisce la Vita ed uno Sport!
Un mese fa, mi trovavo a passare per una strada che faccio
tutti i giorni. Ad un certo punto, vedo un gruppo di persone intorno ad un motorino
che si trovava per terra. Il conducente era stato soccorso, l’ambulanza era
appena giunta ed il conducente era stato portato in Ospedale.
Dopo qualche giorno, su quella strada non c’erano più tracce
di niente. Mi sono ricordato di qualche incrocio stradale che, dopo qualche
brutto incidente, il Comune o gli adetti al traffico, ha o hanno apportato
modifiche per la sicurezza stradale. Qualche volta. mi sono posto la domanda “se
tanta gente è passata di là senza che succedesse niente, perché questa volta è
stato diverso?”
Non essendo stato presente all’incidente, non mi sento di poter,
comunque a mio parere, esprimere giudizi su quello che si poteva evitare o fare
prima, o di eventuali responsabilità del conducente o di chicchessia. Mi
sembrava di innescare il gioco del “è nato prima l’uovo o la gallina?”
Dopo un mese, ripassando da quella strada, nel mentre che
riflettevo sulla probabile casualità e causalità di incidenti che succedono
tutti i giorni, incontro un mio vecchio amico che mi fa: “Sai, tanta gente cade
dal motorino, c’è chi si fa male sul serio e chi no, chi con gravi conseguenze
e chi con poco o nulla. Guarda a me, sono scivolato in casa e mi sono rotto una
spalla, più banale di così?
E nel mentre che parlavamo di Capita, Casualità e Causalità,
ci siamo trovati a parlare di
Cloto (Trama),
Lachesi (Destino) e delle cesoia di Atropo (Inevitabile), figlie di Giove.
Il mistero della
Vita, gli antichi Greci e Romani l’hanno spiegato così: Cloto tesseva la trama
della storia di una persona, quando a Lachesi veniva chiesto che la stessa
dovesse cambiare il campo di azione e
dovesse andare su praterie più fantasiose ed estese, spegneva la sua candela. Allora,
e solo allora, Atropo tagliava la trama con le sue Cesoia. Così come i parenti
dell’anima ormai celeste non sapevano darsi una spiegazione, nemmeno le tre
figlie di Giove sapevano darla.
E nel mentre ancora ne parlavamo, giunse una nostra amica
Indonesiana, che, resasi conto di quello che stavamo dicendo, ci biasimò di
parlare di quello che era successo a proposito di qualche incidente non proprio
bello a raccontare. Disse “più parlate di colui che non c’è più, più la sua
anima rimarrà attaccata alla terra e soffrirà perché non riesce a raggiungere il
Cielo o quello che voi chiamate Paradiso. Ma il Paradiso non è il posto dove
tutti sono felici di andare? Allora, liberate l’anima di chi non c’è più e
siate contenti che raggiunga la sua ultima meta, magari al galoppo, perché lì
sarà più felice.”
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