A differenza della Fei World Cup che è indoor, il Global Champions Tour è una sorta di Campionato che si svolge all’aperto su otto tappe, solo i migliori andranno a disputare la finale. Su un mio precedente post http://equifare.blogspot.com/2009/02/global-champions-tourprogramma-e.html, ho già trascritto le tappe , date e sedi. Arezzo è stata designata come prima tappa, oneri e onori. Il mio rammarico è che, a quindici giorni dalla Finale FEI World Cup a Las Vegas, secondo me, qualche buon cavaliere ha dovuto fare delle scelte e, dopo aver passato un inverno in indoor, fare una gara all’aperto prima della finale indoor di cui sopra, non so se è ortodosso. Comunque, già il fatto che Arezzo c’è, è un fiore all’occhiello per l’Italia, traduzione: i cavalieri che sono venuti, secondo me, non li vedi nemmeno a Roma, Piazza di Siena, binomi per qualità e quantità. Magari a Maggio sarò smentito! (Speriamo). Arezzo, il campo verde, ve lo devo proprio descrivere? Ma ancora non ci siete andati? Vabbè va, facciamo così, è così grande che le inquadrature difficilmente facevano vedere gli steccati bordo campo. Tecnicamente il percorso non presentava particolari difficoltà, per es. le distanze tra un salto e l’altro, solo una volta cinque falcate, tutte le altre distanze erano comode. Due vere difficoltà: una le altezze, ovvio, l’altra una girata davanti ad un oxer. Non tanto l’oxer, ma la girata stessa: mi è sembrata ad angolo retto, max. due tempi prima del salto. Della serie che, a qualche cavallo, a causa della girata, è partito un dente a caso. E’ intervenuto il Sindacato dei cavalli, ma non sapeva parlare inglese, sai com’è? Siamo in Italia, e perciò niente reclamo. Per accedere al barrage, bisognava fare due giri a 1,60. Forse qualche elettrolita c’è n’era bisogno. Vittime illustri, un certo The Sixth Sense, cavallo molto decantato dalle cronache sportive straniere, poi, Jalisca Solier perché il suo cavaliere Stava a Guardare le bellezze dei dintorni Toscani. Luciana Diniz, Gerco Schroder, Marcus Ehning, Roger Yves Bost (una volta era soprannominato Bostik perché sembrava sempre incollato alla sella), Ludger Beerbaum (però senza cavallo ”Vittorie Comprese” All Inclusive, perché l’ha venduto, “non so se si è pentito oggi”), la cognata Meredith, (chiaramente senza Shutterfly), Albert Zoer (chiaramente senza Oki Doki), Jos Lansink (è andato un po’ lentino: Va…lentina van ‘t Heike), John Whitaker, ecc. . Se già tutti questi tornassero a Roma, magari e persino con i loro primi cavalli …. E’ inutile dire che gli Italiani c’erano, ma, come al solito, la televisione non li ha fatti vedere. E meno male che stavamo ad Arezzo! Al Barrage, solo che adesso si chiama anche Jump Off. Con tutta questa gente, la speranza che al barrage ci andasse poca gente era praticamente impossibile, meglio no? Denis Lynch ancora non presenta All Inclusive perché il suo attuale cavallo (Laudanum) è geloso e comunque merita, nonostante una pelatina di oggi. S’incomincia ad accendere il barrage con Rolf Goran Bengtsson, che ha riportato in Italia Ninja la Silla (binomio detentore dell’argento alle Olimpiadi di Pechino, Ninja è cresciuta sotto la sella di Giorgio Nuti) e, con Alvaro Miranda, è sceso in campo troppo presto, nel senso che gli altri vedono come fare, per essere più veloci. Entra in campo, udite udite: Marco Kutscher, niente di meno con Cash (binomio vincitore al recente Gran Premio Indoor di Vigo), “ops”, scivolicchia in una girata, ma niente paura, si riprende subito e ferma il cronometro a 34,95 centesimi. A bordo campo un esultante maestro per niente geloso del suo allievo e rivale: Ludger Beerbaum! Edwina Alexander, stranamente, continua ad essere sfortunata, in particolare nei risultati. Finalmente nel secondo giro aveva fatto zero, non le capitava da mesi. E che fanno? Hanno messo il barrage al giro di dopo. Ma allora ditelo! E, quindi, giù una barriera: Jan Top, suo compagno, famoso commerciante di cavalli ultra onerosi, e organizzatore del Global Champions Tour, speranzoso che Edwina riportasse a casa un po’ di soldi spesi, è rimasto senza parole. “Ma già da qualche tempo!” Tocca a Michel Robert, corre ma rimane secondo. Bernardo Alves con un leccalecca, pardon, il cavallo Chupa Chup, resta terzo. Siccome gli ultimi ad entrare sono i favoriti, entra Robert Whitaker ma fa Casino, cioè Casino è il nome del suo cavallo, cioè, volevo dire che fa errore. Dalla FISE si legge “A lui (Marco Kutscher), che si è aggiudicato il cospicuo montepremi (ndr 95.000 euriiii) in palio, il Presidente Federale Avv. Andrea Paulgross ha consegnato una lancia decorata, simbolo della storica Giostra del Saracino della Città di Arezzo”. Ma Marco, non aveva già vinto in Italia, a San Patrignano il Campionato Europeo 2005? Ma l’Italia portasse bene a Marco?
Roberto BellottiEsprimi un tuo commento anche su
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