venerdì 17 aprile 2009

2009, FEI World Cup, Finale di Las Vegas, I° Giornata di Gara Salto Ostacoli, Chi Ha Vinto? Ho visto in TV


Nella foto Meredith Michaels Beerbaum (Photo: Kit Houghton)


Cominciamo a dare i numeri, và! XXXI Finale FEI World Cup, V Finale a Las Vegas, 32 cavalieri maschili, 12 amazzoni. Più giovane cavaliere (cioè amazzone): Hillary Dobbs (U.S.A., 21 anni), Cavaliere più anziano: Ian Millar (Canada, 62 anni), cavallo più esperto Portofino (sei finali consecutive con Michael Whitaker). La prima gara era tabella C, nella quale il regolamento prevede che le barriere abbattute agli ostacoli, siano trasformate in secondi da aggiungere al tempo effettivo conseguito per completare il percorso. Traduzione, se vai troppo piano, un altro, andando più veloce, anche se lascia cadere una barriera ad un ostacolo, ha comunque la possibilità di superarti nella classifica di giornata. In questo momento, non mi ricordo quanto vale in secondi una barriera caduta, poi mi verrà! Scherzo: una barriera abbattuta equivale 4 secondi. Per es. e veniamo alla gara: su 43 partecipanti, 15 hanno fatto netto. Il più lento dei quindici è arrivato addirittura 27° e si trattava di Hasan Senturk (Turchia), il quale avrà detto “Mamma Li Turchi! Ma quanto corrono questi?” Per dirla al contrario e sempre per es., il giro più veloce è stato di Steve Guerdat, ma una barriera caduta l’ha relegato al nono posto: succede, rischi che si corrono per cercare di arrivare primi! Per gli appassionati della rubrica: Com’era il Percorso? (sai com’è? Magari ci esce un esercizio da costruire a casa, per allenamento): Per arrivare al N.ro 1 Ostacolo Triplice (Cominciamo bene!), se venivi da mano sinistra, una sorta di mezza volta alla fine di un lato corto, ricezione a galoppo destro, abbastanza falcate per un n.ro 2, sempre Oxerone e si continuava sempre a galoppo destro, per compiere una traiettoria a forma di U che portava su un n.ro 3 Verticale, ricezione al galoppo sinistro, abbastanza falcate per un altro verticale, n.ro 4, posto di fianco alla faccia posteriore del n.ro 1 (un po’ in obliquo). In pratica si è tornati al lato corto di partenza. Dal secondo angolo del lato corto, al galoppo sinistro, si accenna ad un lieve cambiamento diagonale che comincia con un n.ro 5, Oxer, ed abbastanza falcate per un 6, verticale. A questo punto una brusca “sterzata” a destra, a due tempi dall’angolo del lato corto e sotto le tribune (come saranno stati contenti i cavalli!), n.ro 7, Gabbia verticale - largo a due tempi. Ricezione ed immediata “sterzata” a destra, e, quasi di fronte all’angolo destro del lato corto, verticale n.ro 8 (posto vicino al n.ro1), (n.b. 1-4-8 visti dall’alto formavano il simbolo della Mercedes), ricezione ed immediata “sterzata” a sinistra (sai com’è? Per bilanciare i denti staccati a destra!). Percorso il lato corto al galoppo sinistro, cominciava una specie di cambiamento diagonale a due tempi dalle tribune, n.ro 9 muro su archi, a seguire una doppia gabbia, n.ro 10, oxer, verticale, verticale (tutti ad un tempo), di nuovo ricezione e “sterzata” a destra (adesso più morbida: sono rimasti pochi denti!) per un oxer n.ro 11 che si trovava ad angolo retto con l’ultimo ostacolo della doppia gabbia, al termine di un circolo in concreto. Qui Steve Guerdat ha fatto l'errore: saltando un oxer di 150 cm, in diagonale: “Dì un po’ tu!” Ricezione a sinistra e galoppata finale per un 12 su un fosso, di fianco al n.ro 4, in pratica sulla pista. Nella foto Meredith Michaels Beerbaum (Foto: Kit Houghton) Chi ben comincia è a metà dell’opera, della serie che Christina Liebherr su No Mercy, entrata in campo gara abbastanza tra i primi concorrenti, ha condotto la classifica per parecchio tempo. Hanno provato a scalzarla in parecchi, per esempio Rodrigo Pessoa con Rufus (Toh! Chi si rivede?), Ludger Beerbaum, Albert Zoer, Daniel Etter, Thomas Velin, ma uno in particolare (e mi ero dimenticato di inserirlo tra i favoriti) McLain Ward con Sapphire, quindi terzo. La mia dimenticanza è perché lui non ha fatto il girone europeo (è americano!). A fianco a lui, quarto, un altro americano che finora non avevo mai sentito (sarà mai venuto in Europa?) Rich Fellers con cavallo flessibile, pardon, Flexible: di nome, e al momento anche di fatto. Riflessione: Liebherr, Guerdat ed Etter, tre svizzeri nei primi 11 binomi, seguono due tedeschi e due americani. Finora i miei pronostici traballano: Già Marcus Ehning non ha montato Sandro Boy (lo possino!), Ludger Beerbaum, McLain Ward e Steve Guerdat incalzano. Mi hanno difeso Albert Zoer e Daniel Etter. “Ma chi ha vinto?” Chi ben comincia è a metà dell’opera (finale): “Meredith!”
Roberto Bellotti.

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