domenica 20 ottobre 2013

2013, Helsinki, FEI World Cup, 2° tappa. Chi ha vinto?

Oggi ho visto una gran bella gara, di quelle che mi fanno venire la voglia di commentarle con passione! Chi non conosce Helsinki?

A questi racconto un pò di dettagli. Gareggiare ad Helsinki, significa capire la differenza tra cavallo con impulso e cavallo che corre. In breve, l’impulso è quello che determina la forza che un cavallo mette per saltare. Un cavallo veloce non necessariamente ha la molla carica per saltare. Traduzione, ad Helsinki, l’indoor è così piccolo che a stento ci entrano gli ostacoli; con circa 6 falcate hai percorso il lato corto,
mettici un salto in mezzo: dove trovi lo spazio per far prendere la velocità al tuo cavallo per affrontare i salti? Nei cambiamenti diagonali, il salto distava due o tre falcate di galoppo dal recinto. Inoltre, qualche girata era un vero e proprio dietrofront. Signori, benvenuti in uno degli indoor tecnicamente più difficili al mondo! Vi allego il video del grafico del percorso:
Vi piace un articolo multimediale? Equifare si aggiorna! E veniamo alla cronaca. La prima novità che vi voglio raccontare è che molti campioni delle ultime grandi sfide, sono stati spinti a fare gli ….”Ippobabbi”! E’ bello vederli dalle tribune incitare o dispiacersi per i risultati dei figli, magari vedi che sono così presi che mimano i gesti che i figli fanno o dovrebbero fare! Il mondo? E’ paese! Certo,anche molti volti nuovi, compreso giovanissimi che stanno già lanciando “ipoteche” future ai prossimi Campionati di qualsiasi genere. Per la debita scaramanzia, ì nomi li farò quando cominceranno a vincere, cioè … dalle prossime gare. Gli Italiani? Due, Luca Moneta e Juan Carlos Garcia Non sono andati al barrage, ma la nota positiva è che se sono rimaste le vecchie regole di qualificazione, il fatto che siano entrati verso la fine della gara, fa ben sperare del livello competitivo raggiunto dei  cavalli presentati. Ho rivisto una competitiva Meredith Michels Beerbaum su Belladonna, cavalla di qualità che per una pelatina all’ultimo salto non è andata in barrage! Pochi nomi che ero abituato a fare, si stanno preparando per Verona? (Ho detto Verona?) Vedendo questa gara, ho letto, negli sguardi dei cavalli, espressioni tipo “Ma chi m’ha fatto fa?”, “Com’è bello pedalare negli oxer!”, “Mò ti sgroppo!”, “E lasciami le redini!”, “Tieniti che ti tengo (in sella)!” Il barrage è di quelli con “curve a dietrofront!” Il primo dietrofront, i più veloci lo fanno in 7 tempi. Il secondo dietrofront, ti porta a saltare una “Signora” gabbia: ingresso di tavola ed uscita di “super oxer”, quasi quasi più largo di un cavallo! Qui i più bravi hanno girato in 8 tempi. Qualcuno ha dimenticato le molle a casa? Insomma e per farla breve, al barrage vanno ed entrano nell’ordine: Malin Bayard, della serie “toma toma, cheta cheta, quasi quasi vinco io! (Doppio netto) Martin Fuchs, con l’ippobabbo in tribuna, che presenta un cavallo che di italiano ha solo il nome “Conte della Caccia”, stallone Holsteiner, purtoppo una barriera per lui. Urian Queinau, spagnolo, con un cavallo di quelli “il pericolo è il mio mestiere”, purtroppo anche per lui una barriera. Steve Guerdat con Nino de Buissonnets, incomincia a pigiare sull’accelleratore: doppio netto in 35,99.

Sulle tribune comincia a calare il silenzio, chi riuscirà a batterlo? Ci prova Luciana Diniz con Winnigwood, che vuole tutte le redini libere, per saltare il super oxer d’uscita di gabbia! E per recuperare le redini, addio al tempo veloce. Ci prova Shane Breen, doppio netto ma dietro nel tempo.

Qualcuno esclama “ci vuole un treno per battere Steve Guerdat!” Detto fatto: un Orient Express basta? Montato poi da un certo Patrice Delaveau in “stragran” forma, vuoi mettere? Chapeau!

Per Steve? Secondo posto per la seconda volta consecutiva in tappe FEI World Cup 2013-14, una qualificazione quasi matematica alla finale di Aprile 2014. E una vittoria di tappa? Solo rimandata!

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