2015, Il Vizio di Mordere del Cavallo: Prove tecniche per
fargli perdere il vizio!
Sarà capitato, mi auguro non più di qualche volta!, di
vedere o addirittura di ricevere un morso da un cavallo? Fa male vero? Con quei
denti poi!
Perché il cavallo morde? In particolare, perchè il puledro?
In genere, un po’ tutti gli animali hanno questo viziaccio
di mordere, cosa possiamo fare noi per farglielo perdere? Di innovativo e di
corretto?
Secondo veterinari ed etologi, spesso si rischia di
peggiorare il vizio del mordere con le pratiche tipo “ad ogni morso un buffo
sul muso”.
Secondo loro, bisogna prima chiedersi cosa c’è dietro e poi
comportarsi di conseguenza, di fatti non è prorpio raro che un cavallo
“mordicchioso” possa addirittura peggiorare il suo vizio sino a sbucare
all’improvviso dal suo box, mordere e ritanarsi prima che l’aggredito possa
intervenire. Insomma, trasformarsi in un “mordi e fuggi”!
Tale frutto delle sue “scorribande” nasce proprio dalla
consapevolezza che, se fa in fretta, non riceve quella che, per noi, potrebbe
essere la giusta punizione.
Questa differenza di comportamento rispetto alla punizione,
cosidetto rinforzo negativo, sembra che dipenda dal fatto che lui è una preda
ed è, di base, un animale reattivo, insomma tutto il contrario di un carnivoro,
il quale è un predatore e proattivo. Proattivo vuol dire “muoversi” di sua
iniziativa al fine di raggiungere lo scopo, per un predatore muoversi di sua
iniziativa per acciuffare una preda. Reattivo vuol dire “se gli altri non fanno
niente, lui non fa niente, se gli altri si muovono lui si muove”.
Ma ci siamo mai chiesti perché un cavallo morde? In
particolare, prima che noi reagiamo?
Perché per lui può essere più facile fare il “mordi e
fuggi”, piuttosto che perdere il vizio?
Quello su cui potremmo essere tutti d’accordo e che il morso
è un atteggiamento aggressivo, mi permetto di aggiungere “ma non solo!”.
A differenza di un animale carnivoro, i quali mordono
prevalentemente per aggredire una preda, il cavallo, animale preda, dovra
mordere pur per altri motivi, vi trovate?
Non è raro vedere i cavalli a pascolo mordicchiarsi il
garrese, giusto?
Allora, mi sorge spontanea una domanda: “come fa un cavallo
a lasciarsi mordere il garrese e provare piacere?”
E mi viene in mente un'altra domanda: quando gli animali
predatori mordono, molto probabilmente è per prendere una preda e per cibarsi
della stessa. Perché lo fanno le prede? Meglio ancora, ulteriore passo indietro,
perché gli animali mordono in senso generale?
Mi sono reso conto che noi, esseri umani, abbiamo si la
bocca, in realtà noi abbiamo anche le mani, ergo dividiamo la nostra capacità
di fare le cose con le mani da quelle che facciamo con la bocca, relegando
quest’ultima solo al cibo. Ma è sempre stato così? Osserviamo i bambini piccoli
e proviamo a domandarci perché fanno tante cose che noi, ormai adulti,
riteniamo strane, vi va?
Spesso, la motivazione di quei gesti, quali accostare gli
oggetti alla bocca, nasce dalla loro voglia di conoscere li stessi anche sotto
il punto di vista sensoriale dell’olfatto (avvicinare) e del gusto (mordere o
leccare), giusto?
Posso fare un attimo passo indietro? Ecco il punto:
conoscenza sensoriale, quante ne abbiamo di conoscenze sensoriali? Conoscenza
visiva (vedere e riconoscere le cose), uditiva (sentire i suoni e riconoscerli),
tattile (distinguere ciò che tocchiamo: la lana dalla seta, il morbido dal
duro, ecc.) olfattiva (odori e profumi) e gustativa (amaro, dolce, salato,
ecc.).
In sostanza, quello che voglio dire è che gli animali quadrupedi,
non avendo l’opportunità di una conoscenza tattile alle loro estremità per gli
oggetti che li circondano, la loro sete di conoscenza è prevalentemente saziata
da ciò che riescono a portare alla bocca: fare le conoscenze supplementari e
complementari di quello che già conoscono solo per aver visto o udito, insomma
informazioni complete, vi trovate?
Altro limite che hanno gli animali quadrupedi è: come fanno
a portare gli oggetti al loro organo deputato alla conoscenza globale,
ovverosia la bocca?
In sostanza, afferrano con i denti ciò che vogliono portare
alla bocca.
Fino ad ora abbiamo dato alla bocca del cavallo due
funzioni: la conoscenza e la capacità prensile, vi trovate? E se ci fosse
dell’altro?
Leggendo e studiando qua e là, ci rendiamo conto che, in
sostanza, la bocca è l’organo terminale di buona parte di tutte le azioni del
cavallo, tutte quelle che non può fare con gli arti mentre noi si, come
attirare l’attenzione, grattare ed accarezzare, insomma l’elenco è lungo.
La mia domanda successiva che mi pongo: Ogni morso è uguale
ad un altro? E quindi scopro di no.
Dietro ogni “tipo” di morso, c’è una motivazione diversa. A
mio parere, il morso va interpretato, compreso ed al cavallo vanno dati i
cosidetti “rinforzi positivi” (quindi no buffi sulla bocca o sulle narici) per
invitarlo a desistere.
Premesso che meno si ha un rapporto “diretto” con quei
famigerati denti del cavallo e meglio è, c’è una manovra cautelativa quando si
danno le carote e si vogliono evitare i morsi “accidentali”, cioè di dare le
stesse con il palmo della mano aperta, cioè con lo scopo di evitare di offrire
una superficie che possa essere mordibile. Detto questo, già da tempo mi hanno
insegnato prima a far “conoscere” gli oggetti che si porgono al cavallo e poi
ad usarli, anche con le carote di tutti i giorni.
Allora che faccio se, mentre sono con il cavallo al
lavatoio, mi mordicchia la maglietta?
La prima cosa che faccio è pormi la domanda perché lo ha fatto,
per es. gli da fastidio la brusca. Se e quando tutte le risposte sono negative,
ho escogitato un mio modo di relazionarmi con i cavalli. Di solito lo faccio
subito con i cavalli che conosco la prima volta e prima di accarezzarli. Quello
che faccio io non lo consiglio, è solo per raccontarvelo.
Porgo il dorso della mano a debita distanza dalla bocca.
Quando vedo solo reazioni positive, l’avvicino alle narici e aspetto l’esito
del suo “olfatto”, nel senso che può capitare che la mano venga inondata da uno
sbuffo che fuoriesce dalle narici! Non importa! Quando mi succedere è, per me,
un ottimo segno per continuare su questa strada! Accosto sempre il dorso della
mano alle labbra ed aspetto che la esplora. Sempre stando attendo alle sue
intenzioni, la peggiore cosa che mi è capiata finora è di aver ricevuto un
relativamente forte “mordicchiatura” sulla pelle sul dorso della mano stessa. Cosa
che io interpreto come una sorta di test per sperimentare le mie intenzioni. E
poi? Di solito assisto alla scena successiva che è quella di avere un sorta di
segnale “Ecco, ora puoi accarezzarmi!”, per es. con una leccata. Forse ogni
cavallo reagisce a modo suo ed i segnali finali sono diversi tra loro, a me
piace usare questa tecnica e mi è sempre piaciuto l’esito finale.
Perché il dorso della mano e non il palmo? Ci sono alcuni
atteggiamenti umani che agli animali non piacciono, per es. quanti cani
“sopportano” che, la prima volta che li conoscete, si laciano accarezzare direttamente sopra la testa? Chi conosce i cani sa che, la prima volta, è meglio accarezzare prima sotto il muso o il petto, loro si sentono più sicuri e sono più tranquilli, giusto?
Io penso che quando un cavallo vede il palmo della mano e quelle dita che si muovono, gli venga istintivo pensare ad un artiglio come quello dei rapaci di cui erano vittime nell’età preistorica,
ergo per paure
ancestrali, e potrebbero avere riflessi contrari e di difesa finchè non si
fidano della persona.
Come faccio a farlo smettere di mordere definitivamente? Di
solito con i cavalli i rinforzi negativi (gesti punitivi) non funzionano, anzi
il cavallo potrebbe innescare una reazione negativa alla punizione e non al
gesto che ha fatto, perché, essendo un animale che pensa alla difesa (reattivo
piuttosto che proattivo), è attento alle tue azioni dalle quali si vuole
difendere, certo non rinunciando al suo presunto “sacro diritto” di portare le
cose alla sua attenzione o alla sua bocca.
Dargli carote quando morde, forse, è pure peggio nel senso
che rischi di premiarlo per ogni morso. A mio parere, quando un cavallo morde è
più importante capire perché lo ha fatto e comportarsi di conseguenza, a volte
vuole solo una carezza. I cavalli che, ormai, mordono e fuggono, basta saperlo
e avvicinarli guardandoli negli occhi. Di solito, senza fattore sorpresa non
mordono, anzi si allontanano subito (parlo sempre di cavalli al box o al
paddock). Insomma, ogni cavallo ha una storia a sé.
E voi, che metodo avete per non farvi mordere più da un
cavallo?
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