2013, L'Equitazione Paralimpica Oggi!
La Dr., collega e cara amica, Stefania Cerino, già Responsabile del Dipartimento FISE per i Disabili ai tempi della Presidenza del 2008 -2012, vuole infiammare i lettori di Equifare sulle Discipline Paralimpiche, in particolare quelle Equestri.
La Dr., collega e cara amica, Stefania Cerino, già Responsabile del Dipartimento FISE per i Disabili ai tempi della Presidenza del 2008 -2012, vuole infiammare i lettori di Equifare sulle Discipline Paralimpiche, in particolare quelle Equestri.
L‘augurio che la Redazione tutta
di Equifare fa alla cara amica Stefania è che possa riprendere a trasmetterci
la Sua passione, oltre con altri articoli che ci ha promesso, anche dai più elevati ruoli di
Responsalità Federale.
“Già da alcuni anni la FISE è stata riconosciuta dal Comitato Italiano Paralimpico quale Federazione Sportiva Paralimpica, ed ha ricevuto il mandato di occuparsi degli sport equestri riservati a cavalieri con handicap fisico, sia a livello promozionale che agonistico.
Le due discipline attualmente
riconosciute dalla FEI sono il Dressage (che è anche disciplina paralimpica) e
gli Attacchi, che sono invece solo disciplina FEI e che ogni 2 anni svolgono il
loro Campionato del Mondo.
In Italia i tesserati FISE
classificati per entrambi gli sport sono tra i 70 e gli 80, di cui soltanto
15-20 svolgono regolarmente attività agonistica nel paradressage ed un paio
negli attacchi paralimpici. A dispetto dell’organizzazione da parte della
Federazione di Campionati Italiani e Coppa delle Regioni di Paradressage, i
numeri degli atleti partecipanti restano molto bassi. Ancora peggio negli
attacchi: all’ultimo Campionato Italiano di Completo era presente un solo
driver paralimpico.
Molto meglio il “top level”:
nel dressage la squadra italiana è al secondo posto della Ranking list mondiale
della FEI. Ci si chiederà quindi com’è che è tanto profondo il gap tra il
massimo livello agonistico e la “base” che di fatto, non esiste?
Sicuramente le discipline
equestri paralimpiche sono tecnicamente complesse ed impegnative, richiedono
preparazione costante e continua, cavalli adeguati, specie ai livelli più alti.
Però quello che forse è stato messo da parte è tutto il campo della
comunicazione, informazione, visibilità, promozione di questo settore tanto
particolare ed affascinante degli sport equestri.
Molti, anche – purtroppo- tra
gli addetti ai lavori, non hanno ben chiaro ancora il confine tra attività di
Riabilitazione Equestre e sport agonistico, molti non sono a conoscenza che le
persone con disabilità intellettiva e relazionale NON rientrano nel settore
paralimpico e non possono svolgere attività agonistica in ambito FISE, ma
devono farlo come tesserati FISDIR (Federazione Italiana Sportiva Disabilita’
Intellettiva e Relazionale), spesso anche la FISE – in netta controtendenza con
le altre Federazioni Sportive Paralimpiche - non organizza congiuntamente i
Campionati Italiani delle discipline paralimpiche assieme a quelli per
cosidetti “normodotati”.
Agli ultimi Campionati Italiani
di Scherma, era molto bello vedere combattere in pedane affiancate da un lato
Aldo Montano, dall’altro Bebe Vio, la giovanissima schermitrice in carrozzina
che gareggia nonostante l’amputazione di tutti e quattro gli altri.
Forse a
dare visibilità e voglia di scendere in campo ai cavalieri ed alle amazzoni
paralimpiche che non hanno tante opportunità di gareggiare con regolarità,
basterebbe l’idea che Valentina Truppa o Ester Soldi sono nel rettangolo a
fianco!
E ancora per concludere, il
Lazio è la regione con il maggior numero di atleti paralimpici e quella che
programma un’attività alquanto costante, oltre ad avere dei Comitati
Organizzatori sensibili al problema e sempre disponibili ad offrire
facilitazioni agli atleti; ci sono invece regioni dove l’attività è
assolutamente assente e quindi, anche chi avesse voglia di “provarci” non
riesce purtroppo a farlo.
Confidiamo che questo breve
articolo sia uno spunto ed uno stimolo per quanti vogliano avvicinarsi e
conoscere più approfonditamente il mondo degli sport paraequestri.
Stefania Cerino
Nota della Redazione: la Dr. Stefania Cerino è Specialista in Psichiatria e lavora a Roma
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questo è il link di un gruppo su facebook che vuole trattare gli argomenti sulla equitazione per disabili. se il link non funziona, fai copia ed incolla sul tuo browser
RispondiEliminahttps://www.facebook.com/groups/156563115621/
Maria Rosaria Ricci Ciao Roberto, non ho potuto fare a meno di leggere e commentare tale articolo. Poiché ho vissuto sulla mia pelle, con la mia disabilità l'esperienza e la passione equestre di partecipare a ”Campionati Italiani per Disabili Fisici!” lottando tante volte con i denti e con le unghia come se vuol dire. Sentendomi anche dire che ero impazzita e che nella vita non pensa altro che alle gare!..! La rabbia spesso sta proprio nel fatto che persone nel campo senza neanche saperlo riservano in loro un briciolo di speranza per contribuire ad aiutare Cambiare la realtà circostante non solo Singolarmente ma per Tutti.
RispondiEliminaQuanto alle gare da esperienza diretta posso dire che esse hanno purtroppo due faccia della stessa “Medaglia” . La prima l'inclusione e l'integrazione ad attività sportive ed agonistiche, cui non mancano mai grandi parole di Circostanze! La seconda faccia della medaglia è proprio la Non curanza da parte di organi di competenza Federali; che per quanto ti possono aiutare a partecipare alla prima Gara poi ti lasciano alla DERIVA, poiché partecipi o non partecipi più.. a loro Non Importa più di tanto Anzi chissà se lo notano o meno. Di gare Ne ha fatte beh 4 !! Tutte 4 sudatee…… e tutte è 4 senza continuità con la Netta volontà in Campania di NON prendersi cura questa disciplina. ….
Quando da Lei menzionato nel suo articolo ha ragione, nella Regione Lazio c'è una folta attività equestre di disabili fisici che praticano tale attività. È Vero, cosi come è vero altrettanto Vero che in Campania non esista un centro - maneggio che riesca a soddisfare Bisogni di Ippoterapia e piccoli Bisogni Sportivi….Personalmente, dopo 12 13 anni di ippoterapia e di equitazione, da 2 3 anni sono stata costretta ad abbandonare l'equitazione proprio per tale motivo, avendone come unica alternativa quella di spostarmi magari proprio nella Regione Lazio, a 120 a 140 kilometri di distanza della mia abitazione; per continuare a poter andare a cavallo e magari crescere nello ”Sport”!!!!!. Il che …….. oltre a non essere compatibile con altre cose della vita, mi sembrava una Scelta Assurda, e farlo per poter Proseguire una Passione e le sue molteplici sensazioni di piacere.,…... Tocca il FONDO Più TOTALE…!!.
Il mio augurio e che Dottoressa Cerino attraverso “Fare Equitazione” riesca non solo a dare articoli teorici legati al settore Paraolimpici ma supporti concreti e pratici. Per evitare che le tante belle e potenti parole ruotanti intorno allo SPORT come ”Integrazione” Decadono così come vengono Decantate……!
Maria Rosaria Ricci.