E domando: "Cara Signora FISE, ci fai conoscere, secondo te, lo Stato dell'Arte delle Discipline Paralimpiche? Nel frattempo, l'ho chiesto a Stefania Cerino e mi ha risposto così:
L’Equitazione
paralimpica, da alcuni anni in carico alla FISE, in quanto Federazione Sportiva
Paralimpica, ha vissuto lo scorso anno per l’Italia un momento da incorniciare,
con le medaglie conquistate ai WEG da
Sara Morganti, atleta toscana già da
alcuni anni ai vertici delle classifiche internazionali che nel 2014 ha raccolto il
meritato frutto di tanto lavoro, passione e sacrificio. Certamente Sara, e
gli altri componenti del Team Italia
Paralimpico staranno già affinando le loro “armi” in vista di Rio 2016 e non si
può che augurare loro un cammino ancora
carico di successo e prestigio.
Ma poi? Come
in tutti gli sport, è lecito domandarsi, dietro il top, dopo le bellissime (e
sudatissime) medaglie….??? Qui il discorso si fa un po’ più complesso, per una
serie di motivi.
L’Equitazione
Paralimpica che si ricorda, a livello FEI, riconosce unicamente il Paradressage
e gli attacchi, relegando le altre discipline (salto ostacoli, volteggio
integrato, para-reining, para-endurance) a livelli puramente “dimostrativi” e
“sperimentali”, risente nel nostro paese della crisi generale e della crisi
degli Sport Equestri in particolare. La difficoltà di reperire buoni cavalli
adatti a questo sport, la necessità di raggiungere livelli tecnici elevati, ed
i costi sempre “importanti” , non facilitano la creazione di una “base” che
possa proseguire il brillante cammino degli atleti che fino ad ora sono stati
ai vertici del Paradressage.
Non è un caso che sia nel 2013 che nel 2014 gli
atleti partecipati ai Campionati Italiani di Paradressage siano stati non più
di 10. Ancora peggio il settore Attacchi, con solo due driver in attività, ed
una partecipazione ai Campionati Italiani di Attacchi Paralimpici, di uno solo
dei due, Giulio Tronca, che comunque gareggia
abitualmente ( e brillantemente)
in competizioni per normodotati e caparbiamente continua il suo percorso
sportivo, tanto da essere in possesso
della patente di I° grado attacchi.
Si
avvicinano (pare) le elezioni per il rinnovo delle cariche federali, e
auspichiamo che i candidati presentino programmi interessanti anche per il
settore paralimpico. Certamente si
tratta e si tratterà sempre di un settore di “nicchia”,che però, oltre a
portare brillanti risultati, può offrire opportunità di avvicinarsi allo sport
ed all’agonismo a moltissime persone disabili. E se lo sport, oltre che
medaglie e risultati, è anche un mezzo – come pochi - di integrazione ed
inclusione sociale, quale migliore “biglietto da visita” per una nuova
Federazione che valorizzare, ampliare e divulgare tutto il settore
paraequestre?
Stefania Cerino
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