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domenica 27 dicembre 2009
lunedì 21 dicembre 2009
2009, FEI Show Jumping, Olympia Londra, Finalmente Ho Visto in TV Chi Ha Vinto Il Gran Premio. Che Ha Fatto Chiaudani?
(Foto dall'alto in basso. Eric Van Der Vleuten, Cian O'Connor, Ben Maher e Natale Chiaudani).
Finalmente ce l'ho fatta! Cosa? A vedere chi ha vinto il Gran Premio! Perché era così complicato? Perché tra diritti televisivi, FEI, ecc. qualche problemino c'è stato. Inoltre, per il momento credo che sia una caratteristica dell'Olympia di Londra che l'avrà resa più particolare: le gare 160 cm … si fanno tutti i giorni per quasi una settimana ed il Sindacato dei cavalli tace perché Londra è Londra! Pensate che, quando sono riuscito a vedere una sorta di Gran Premio, mi ero convinto di aver visto quello giusto, poi parlando con i miei soliti informatori, l'ordine della classifica tra il primo ed il secondo posto era invertito, eppure i cavalli erano gli stessi. Da qui è partita la mia indagine, sino a quando ho capito che c'erano troppe 160 cm a Londra! E poi la seconda classifica era quella che mi piaceva di più: compariva Natale Chiaudani, un italiano a Londra! Essendo riuscito a vedere un sacco di gare londinesi in TV, vedendo le reazioni dei cavalieri del pubblico, sentendo un po' lo speaker ecc., mi è parso di capire che all'Olympia di Londra è ritornato una sorta di Medioevo: sfide su sfide a cavallo, questa volta senza lance, ma sul filo delle barriere e delle sgroppate, sarà stato il freddo ma quante sgroppate ho visto in tv! A cominciare da Ellen Whitaker davanti ai muri di potenza, qualche sgroppatina la dava Tomboy di Eric Van Der Vleuten, sgroppatine a raffica le dava Le Prestige di S. Louis a Kevin Staut e così via. Come accennavo prima, sicuramente interessante la sfida tra chi vinceva di più tra le tante categorie 160 cm, in particolare tra Tomboy (Eric Van Der Vleuten) e Rancorrado (Cian O'Connor), che in due gare si sono scambiati il primo ed il secondo posto, a mò di rivincita. Un altra sfida mi è sembrata di aver visto tra Sua Maestà Michael Whitaker e l'aspirante al trono Ben Maher, ma gli eredi Whitaker difenderanno il trono? Toma toma, secca secca, ritorna alla ribalta delle cronache sportive Penelope Leprevost, non sarò il primo , ma certamente non l'ultimo, ma sono sicuro che la damigella francese, non sarà oggi, non sarà domani, prenderà il posto della Meredith Michaels Beerbaum nel cuore degli appassionati. Per la Rubrica “Direttori di Campo”, speriamo che quelli Campani non leggano quanto segue: gabbia, tre tempi, ostacolo; oppure, doppia gabbia (due tempi, un tempo), tre tempi ostacolo. Allora ditelo, tra poco in gara troveremo o triple gabbie o, persino, due doppie gabbie alla volta! Idea per un barrage: lasciare un elemento solo di una doppia gabbia ed inventarsi una linea o una girata mozzafiato. Per la rubrica “La Scassacavalli”, per qualche pelo non mi mortificava, minimo una barriera. Quando l'ho vista in sella ad un cavallo nuovo per me, il cavallo mi è piaciuto assai, le barriere non le voleva sfiorare nemmeno con il pensiero e, per farlo capire a lei, le ha dato qualche schienata in parabola, tale da farle perdere assetto e staffe. Un cavallo così non sapeva come trovare scuse per non fare il barrage, tra sgroppate e staffe perse, ha perso … tempo, realizzando quello necessario per fare … penalità sul tempo:”Evviva sono salvo, niente barrage!” avrà nitrito dentro di sé! (tanto chi lo capisce il linguaggio dei nitriti). Questa è da raccontare: un percorso impeccabile che mi stavo ricredendo su di lei, a metà gara, ormai l'errore è sempre lo stesso, per affrontare un oxerone, spinge il cavallo facendogli perdere la possibilità di elevarsi (in gergo si dice ”l'allunga?”) e forse lo mette un po' troppo vicino: “Eccalà”, dico io. Se qualcuno in famiglia mi ha contestato il mio accanimento critico, le ho fatto vedere Penelope Leprevost, come a dire: silenzio parla Agnesi! Per la Rubrica “E gli Italiani?”, io ho visto solo Natale, no babbo, quell'altro, Chiaudani (queste battute mi vengono solo perché è periodo, giuro che da gennaio smetto, a proposito tanti auguri). Dicevo, intanto Natale Chiaudani aveva già fatto un 1ex equo al muro di potenza, qualche volta me l'hanno fatto vedere e qualche volta no. Finalmente oggi sono riuscito a vedere come ha fatto ad arrivare sesto a Londra: mica male. Al barrage, un pizzico di prudenza non è guastato, ormai ha totalizzato 38 punti in classifica generale. L'anno scorso sono serviti meno di trenta punti per qualificarsi alla finale. “Corni e scongiuri, grazie.” Per la Rubrica “I Gufi”, si gufa al percorso base, farlo in barrage non è corretto e perciò Albert Zoer non ci è andato. Una mezza eccezione per Michael Whitaker, che non è stato il più veloce, ma probabilmente l'errore lo avrà demotivato di almeno mezzo centesimo di secondo. In realtà il percorso del vincitore, a questo punto diciamolo, Eric Van Der Vleuten è stato della serie “Meno ti sbatti, meno interrompi, più sembra che vai tranquillo, più vai veloce”, direi elegante e veloce, primo posto meritato. Ci diamo gli auguri?
Roberto BellottiResult: 1, VDL Groep Tomboy (Eric Van der Vleuten) Ned 0/0 35.08; 2, Rancorrado (Cian O'Connor) Irl 0/0 35.66; 3, Mylord Carthago (Penelope Leprevost) Fra 0/0 35.97; 4, Robin Hood W (Ben Maher) GBR 0/0 36.07; 5, Carlina (Pius Schwizer) Sui 0/0 36.77; 6, SNAI Seldana di Campalto (Natale Chiaudani) Ita 0/0 37.89; 7, GIG Amai (Michael Whitaker) GBR 0/4 35.16; 8, Saint Amour (Svante Johansson) Swe 0/4 36.34; 9, L'Espoir (Geir Gulliksen) Nor 0/4 37.35; 10, Le Prestige St Lois (Kevin Staut) Fra 0/4 38.06; 11, H&M Actrice (Malin Baryard-Johnsson) Swe 0/8 36.83.
FULL RESULTS at http://eventcontent.hippoonline.de/453/453zeitplanENG.htm
Rolex FEI World Cup™ Jumping - Standings after sixth leg at Olympia, London:
1. Eric Van der Vleuten - 57
2. Pius Schwizer - 48
3. Rodrigo Pessoa - 41
4. Daniel Etter - 40
5. Natale Chiaudani - 38
6. Kevin Staut - 37
7. Ludger Beerbaum - 34
8. Marco Kutscher - 34
9. Marcus Ehning - 31
10. Michael Whitaker - 30
11. Patrice Delaveau - 29
12. Philipp Weishupt - 29
13. Ben Maher - 28
14. Albert Zoer - 26
15. Svante Johannson - 22
16. Daniel Deusser - 22
17. Beat Mandli - 21
18. Penelope Leprevost - 21
2009, FEI Show Jumping, Londra Olympia, in attesa del Gran Premio, chi ha vinto? Ho Visto in TV.
Pelo pelo sono riuscito a non perdere la gara della domenica sera, però ho perso la gara del pomeriggio, spero non sia stata importante, sai che mangiata di mani sennò? Mi è parso di capire che il Gran Premio è … domani! Ed il Sindacato dei cavalli non borbotta: quattro giornate di gare alle massime altezze! L'indoor dell'Olympia di Londra è veramente un indoor, della serie che in campo non c'entra uno spillo oltre gli ostacoli ed il cavallo che gareggia. Molti pilieri sono ridotti a “candele” per non occupare spazio, gli ostacoli di precisione, cioè quelli che hanno fronte stretto, abbondano, se poi il direttore di campo si diverte a mettere triplice ed oxeroni, poi, per recuperare spazio … lo fa con le magie. Non vi descrivo tutto il percorso perché verrebbe il mal di testa a me per primo. Però, vi voglio descrivere la peggiore linea che abbia mai visto in vita mia: Oxerone di quelli speciali, quattro tempi da galoppare parecchio, doppia gabbia di quelle che non si scordano con ingresso di triplice. Se avete un cavallo che non si distende, fategli fare questo esercizio, poi ci vorrà un anno per riunirlo di nuovo! Strano ma vero, rifiuti davanti a questa triplice sono stati fatti ai migliori cavalieri: Kevin Staut, recente oro ai campionati europei e, udite udite, Nick Skelton! Non si può dire ma però, ma stavolta diciamolo, ma però Skelton montava un cavallino di solo otto anni in una 160 cm, un po' troppo giovane forse. Per la Rubrica “e gli Italiani?” C'era solo Natale Chiaudani (a proposito, tanti auguri di Buon Natale a tutti i lettori), una pelatina ha impedito l'accesso al barrage. Per la Rubrica “La scassacavalli”, questa volta mi stava facendo fare una figuraccia! Pensate che ha trovato un cavallo che, pur di non toccare le barriere, l'ha scaraventata in aria, se l'è tirata sul collo e sibilava “lascia fa a me, che sennò mi faccio male”. Persino il commentatore televisivo mi dava ragione. Rassegnatomi a vederla in barrage, meschino con lei e ringraziato da parte mia, il cronometro sanciva una penalità di fuori tempo: “Evviva il cavallo è salvo!”, ho urlato e gli ho assegnato il 1° premio per il “Santo Cavallo!” Per la Rubrica “Non ci credo ai miei occhi”, della serie 2° posto in classifica Santo Cavallo, un cavaliere non riesce a fare un cambio di galoppo ed il suo cavallo salta un verticale 160 cm, senza fare errori, al trotto! Per la Rubrica “Il sociale siamo noi”, al barrage sono andati solo Robert ed Ellen Whitaker, ma qui, poi, senza fortuna. Che gli Inglesi sono forti in casa, questo lo sapevano, ma è spuntata un armata … Oltre gli inglesi già citati, si sono visti Guy Williams, Robert Smith, Peter Charles, Tim Stockdale, Geoff Billington. Michael Whitaker e Ben Maher, riposavano. Forse erano andati a dirsi due paroline tra chi comanda e chi è suddito. La faccio breve, tanto mi attocca tornare a scrivere di nuovo tra non molto, indovinate chi ha vinto? Indizi: Michel Robert e lo squadrone tedesco non c'erano (a causa della recente Top Ten di Parigi? Chi lo sa). Gli Inglesi sono molto cavalieri, anche se difendono l'onor di patria sino allo stremo, ma davanti ad un amazzone … Non possono essere né Meredith né Jessica, però, comunque una abituata a vincere. Vi arrendete? Penelope Leprevost, sapete? Quella che a Piazza di Siena … ma è storia vecchia ormai ….
Roberto Bellottidomenica 20 dicembre 2009
2009, Londra Olympia, FEI Show Jumping, in attesa del Gran Premio, Chi ha vinto oggi? Ho visto in TV.
Nelle foto due nuovi beniamini inglesi: Ben Maher
Oggi la TV ha fatto i dispetti: prima mi ha promesso di farmi vedere il Master di Londra, poi ha ripiegato su una banale gara da 160 cm … vabbè và la perdono. Perché ci tenevo a vedere il Master? Innanzi tutto perché è una gara divertente, poi perché mai come quest'anno era un sociale ad inviti: tre concorrenti su sette si chiamavano Whitaker. E poi perché c'era un certo Natale Chiaudani tra gli invitati (invitati per modo di dire, qualificazione sudata), scusate se è poco, gli altri invitati erano Ben Maher, aspirante al trono dei fratelli John e Michael Whitaker, Pius Schwizer che tra poco soprannominerò mister scheggia e, tanto per chiarirci chi c'era tra gli aspiranti Master, la Medaglia d'oro agli Europei proprio in Inghilterra: Kevin Staut. Al posto di Natale, io ci sarei andato sudando un pochettino:” vabbè và tanto è un Master!” Non male come sociale questa formula del Master di Londra, selezionati i cavalieri (quelli che stesso a Londra erano stati i migliori nei giorni precedenti), provate a farlo al vostro maneggio: un percorso di 5 ostacoli, di cui uno è gabbia, per un totale di sei salti. Ogni volta che entra un concorrente, questi sceglie un ostacolo da far alzare di un buco del piliere (a questi livelli, un buco corrisponde a 10 cm). Chi fa netto va al barrage successivo o comunque conduce la classifica provvisoria. Dopo ogni netto, il montepremi aumenta di 500 sterline, quindi tutti fanno il tifo per tutti. Chi fa penalità di qualsiasi tipo, retrocede. Ogni ostacolo non può essere alzato più di due volte (in questo caso max 20 cm). Dopo che tutti sono entrati almeno due volte, parte il barrage definitivo. Loro sono partiti da 150 cm e sono arrivati che tutti gli ostacoli sono alti 170 cm! Si fa così, perché c'è un jackpot da assegnare al vincitore, circa l'80% del montepremi, se ricordo bene. Torniamo al Master: Michael Whitaker non si trova così a suo agio come a Roma (ricordate che vittorie?), qui ha trovato un suddito irriverente, che, per oggi, l'ha detronizzato un pochettino: Ben Maher, si voleva rifare delle delusioni patite all'europeo di Windsor, praticamente in casa. Tanto siamo in un sociale: Ellen Whitaker è terza. Quarto il nostro Buon (pardon!) buon Natale Chiaudani, (tanto gli auguri sono imminenti) e scusate se è poco. Andiamo alla garetta da 160 cm, và! Secondo me, almeno per televisione, non c'è appuntamento indoor più carismatico di quello di Londra, sarà l'aria Natalizia, sarà per quello che ci evoca l'Inghilterra, sarà per i suoi eroi equestri imbattibili per anni: insomma l'indoor di Londra, per me è “L'INDOOR”. In mezzo al campo abbondano decori, pilieri ed ostacoli a tema natalizio. Quest'anno non ho ancora visto, come pilieri, le famose cabine telefoniche rosse: aria di crisi? Perché ci tengo a parlare della 160 cm? Perché anche qui, più per difendere i colori della Patria, un altro suddito inglese si è messo in mostra e risponde al nome di Guy Williams. Diciamo la verità, poco cavaliere, non ha voluto sapere niente del sesso debole e ha lasciato dietro Christina Liebherr, ritrovata in ottima forma con un ottimo Robin Hood.
Roberto Bellottivenerdì 18 dicembre 2009
2009, FEI Show Jumping, Londra Olympia, Gara del muro di Potenza: A quanto è arrivato il Muro? Chi Ha Vinto? Ho visto in TV.
Finalmente ho rivisto un cavallo in TV! E c'era persino un italiano! Forse Londra è la sede più carismatica degli indoor della FEI Show Jumping, sarà il clima natalizio, sarà grazie ai suoi talentuosi Whitaker (neanche più generazione: dinastia!) e Nick Skelton, sarà per quel che volete voi, ma lo è! Non sempre riesco a vedere l'Olympia di Londra, che sta agli inglesi come Fieracavalli sta agli italiani. Quest'anno sono riuscito già a vedere la gara del Muro di Potenza. Spero di vedere domani il Master di Londra, gara molto caratteristica, e Domenica spero di vedere addirittura il Gran Premio: e vai! Il muro indoor è un po’ più difficile del muro all'aperto, almeno così dicono, sai com'è? Non l'ho mai provato (né indoor, né open!). Quello che è emozionante, è veder crescere quel muro sino a diventare imponente. Le mie gambe battono i talloni a terra, assieme a quelle del cavaliere che sta saltando e, d'istinto, salto dalla mia poltrone, come se il salto lo facessi io. E poi risprofondo tra i soffici cuscini, invece di una tosta sella! Qualche volta ce la faccio a saltare il muro e qualche volta no. Pazienza, adesso entra il prossimo binomio e ci riprovo, sembra che sto giocando con il game boy! Siamo seri và! Non so voi, ma non mi ricordavo di aver mai visto donne che saltano il Muro di Potenza, questa volta ho visto una Ellen Whitaker (della dinastia di cui sopra) e Penelope Leprevost, per cui, ai miei occhi, è stato abbattuto un'altro pregiudizio a favore del sesso femminile. Poteva mancare Michael Whitaker, dopo la vittoria del Muro di Potenza a Roma? Ma il cavallo non era lo stesso. Al terzo Whitaker (Robert), mio figlio dice "Papà, questo è sociale, vedi che ti dico. Tutti 'sti Whitaker ... " Un altro inglese, William Guy è autorizzato a partecipare al sociale “acc! Che sto' a dì, mi sto lasciando influenzare!” Classici rivali equestri degli inglesi sono gli irlandesi, sotto questa bandiera si presentano il più noto Cian O'Connor ed uno, che io ho visto meno, Billy Twomey. Un unico binomio da Gran Premio Geir Gulliksen con L'Espoir. L'Italiano? Natale Chiaudani con Vigaro Z! Cominciamo a dare i premi: Premio coraggio ad Ellen Whitaker, montava una grigia che sgroppava ad ogni tempo di galoppo, neanche stesse ad un rodeo! Bene, con questa cavalla, riusciva a mettere la distanza per saltare un muro che cresceva man mano. A Natale Chiaudani diamo comunque il premio per l'assetto sulla parabola, ma non è finita qui. Commento personale, questa volta il Direttore di Campo ha esagerato un poco, sopravvalutando i binomi. Dopo aver visto le donne volare sopra i 205 cm (2 metri e 05 cm, è passato direttamente a 2 metri e 15 cm. Secondo me troppi e difatti non riuscendoci le donne, volete mai che ci riescano gli uomini? Conclusione: è la prima volta che vedo cinque ex-equo al barrage di un muro di potenza. Scusi buon uomo e chi sono? Quelli della foto? Da sinistra a destra Natale Chiaudani, Michael Whitaker, Ellen Whitaker, Cian O'Connor e Penelope Leprevost.
Roberto Bellottigiovedì 3 dicembre 2009
2009, Global Champions Tour, Com'é andata? Chi ha vinto la Finale? Ho Visto in TV (eh Finalmente!)
Da |
Dal Global Champions Tour, per come la vedo io, è come se fosse la World Cup disputata open, outdoor, all'aperto, insomma. Ha il vantaggio che i posti sono più spettacolari (per es. Valkenswaard), e non solo secondo me, ma sono più suggestivi: bella forza, si cerca di evitare l'inverno e le stagioni di pioggia! Quello che sono riuscito a vedere, è stato il riepilogo di tutte le puntate, pardon mica è un serial?, dicevo dire le tappe precedenti. In questo articolo, voglio parlare un po' a ruota sciolta, per riassumere due sole tappe, quella di Rio de Janeiro e quella della finale a Doha, nel Qatar. Perché quella di Rio? A parte perché è la prima volta che ho visto Rio per televisione, a parte che è la prima volta che ho visto Eric Lamaze perdere al barrage nonostante netto, della serie il binomio con la Medaglia d'oro olimpica di Pechino ancora al collo, cioè quello che ha persino vinto la Top Ten di Zurigo, battendo sul tempo fior di binomi, ma procediamo con calma, c'é ancora un altro motivo per cui mi è piaciuta la tappa di Rio, però a che vedere con chi ha battuto il binomio di sopra …. Ci sarebbe un altro motivo ma gira e rigira, il motivo è sempre lo stesso: “Scusi, buon uomo, si spieghi meglio.” dico“Rio de Janeiro ha portato fortuna all'Italia” “e cioè?” Il binomio, che ha battuto quella sorta di tornado della Top Ten, è italiano!” “Davvero? Scusi, buon uomo, non faccia il difficile, e chi è?” Nota del Redattore: non mi ricordo da quanti anni un italiano non vinceva un Gran Premio importante, l'ultimo che mi viene in mente è Arnaldo Bologni al Gran Premio di Piazza di Siena con My Day, ma quanti anni fa? Bene, azzerate tutto, anno di Grazia Dei 2009, un italiano ha vinto un Gran Premio e persino fuori Italia, appunto a Rio e questi è Gianni Govoni! In realtà la notizia l'avevo già pubblicata quest'estate,, ma mi faceva piacere ritornarci sopra. Sarò breve, vado subito alla Finale, però vado a redine sciolta, com'é quella categoria di Salto Ostacoli? Ah sì, a libera scelta del percorso, appunto. Voglio cominciare da che cosa mi ha impressionato di più: il montepremi del vincitore! Vale a dire? 300.000 penso dollari, perché gli euro valgono un po' di più. Al secondo classificato, per soli 10 centesimi di secondo, appena appena 120.000 mancanti, ripeto mancanti, vale a dire 180.000 ! Dico per soli 10 centesimi di secondo. Per queste cifre, non è che volete fare un pensierino pure voi? Ripresomi dallo shock del montepremi (quanti anni di stipendio mi ci vorranno? Di quanti anni devo rinviare la pensione?), vengo a dirvi che a Doha, ho visto una Arena niente male. Che ha di caratteristico? Se non stai attento, non ti da punti di riferimento, niente lati lunghi, niente lati corti, chissà da che parte è la porta e così via …. “scusi buon uomo, oggi proprio non ..., ma com'è fatto 'sto campo senza lati corti e lunghi?” “'A Verità?” É la prima volta che vedo (ignoranza mia?) un campo “tondo”, invece di parlare di lunghezza per larghezza, qua si parlava di raggio per pi greco! I cavalieri in campo, invece di contare le distanze tra un salto e l'altro, avevano portato il goniometro … sai com'è? Invece delle linee spezzate, i cavalli saltavano in circolo …. “Scusi buon uomo, oggi non è la sua giornata, faccia presto: Chi ha vinto?” Michel Robert.
(nella foto)domenica 22 novembre 2009
2009, Novembre, Stoccarda, FEI World Cup Jumping, V Tappa, Ma Chi Poteva Mai Vincere? Ho Visto in TV.
(nella foto Carsten-Otto Nagel)
(Nella foto Michel Robert)
( Ludger Beerbaum nella foto)
Al momento, non mi ricordo di aver mai commentato la tappa di Stoccarda. Da sparute informazioni che trapelano qua e là, probabilmente a Stoccarda, c’era la festa nella festa: la tappa FEI e il Master, un po’ quello che in Italia si fa a Bologna “… ahem ahem”. Per quanto la televisione abbia fatto vedere un impianto indoor enorme , ho l’impressione che fosse più grande del nuovo indoor di Verona; comunque il campo gara non mi sembrava altrettanto grande e, delusione!, il colore della sabbia: la stessa del mare! ‘Sti Tedeschi spilorci! (nella foto Carsten-Otto Nagel) Sarò rapido, comincio subito con la Rubrica dedicata ai Direttori di Campo (ed anche per noi, sai mai, per allenarci!): N.ro 1, sotto le tribune, quasi alla fine del lato lungo, a galoppo destro, verticale, una sorta di cambiamento a mezza volta, n.ro 2, oxer, che immette su una linea spezzata che conduceva sotto le tribune, a galoppo sinistro, oxer su fosso, linea spezzata a cercare un verticale n. 3, poco dopo l’inizio del lato corto e scostato dalle tribune, sulla traiettoria dava fastidio l’ostacolo n. 8. Diagonale, sempre al galoppo sinistro, oxer bianco n. 4, linea spezzata a galoppo destro, per una dirittura (parallela al n.1) 5, verticale bianco di tavole a fronte stretto (quasi quasi più alto che largo), opzione 4 o 5 tempi, oxer n.6, arancione con piante a simulare una siepe. Lato corto per un cambiamento diagonale che ti immetteva su una doppia gabbia (n. 7) da strage: verticale, un tempo, oxer, un tempo, oxer. C’è stato chi si è ritirato dopo aver fatto cadere una barriera per ogni elemento. Quindi, sopravvissuti alla doppia gabbia, diritto diritto ti aspettava l’8, verticale, per aiutarti a rientrare prima delle tribune. Un lato troppo corto per pigliare fiato, ma se solo sapevi cosa ti aspettava, ti predisponevi all’apnea: all’inizio del lato lungo, triplice n. 9, chissà se sei tempi ti bastavano per riprendere un cavallo sbilanciato (ti dovevano bastare per forza!) per una gabbia n. 10, ingresso di Largo, ma largo assai, e verticale. E per finire? Se ancora ti era rimasto fiato, sul lato corto, staccato dalle tribune, ti aspettava l’11, verticale su fosso, con il fosso “dietro” al verticale, errorabile quasi quanto la doppia gabbia: se ne sono viste di “mangiate di mani” per aver passato indenni la doppia gabbia e sbagliato l’ultimo ostacolo! Non c’è stata la stessa ecatombe di Verona (eliminati e ritirati) e di fatti al barrage sono andati una decina. Per la rubrica “La Scassacavalli”, il cavallo di punta ha chiarito subito le idee: errore al numero 2: raggiunta subito la quiete! Per la rubrica “I grandi assenti”, tranne i francesi, sono scomparsi tutti i ricambi generazionali, sai com’è? Siamo al Master di Germania! Il premio credo che vada agli Inglesi, o non c’erano o la televisione li ha snobbati. Per la rubrica che negli anni passati ebbe tanto successo “La sfida tra le bionde Jessica e Meredith”, non si è vista né l’una né l’altra. Meredith non si è vista nemmeno a Copenaghen per ritirare il premio “Miglior Cavaliere dell’anno”. Scarseggiando le rubriche, andiamo al Barrage! Vorrei dire “quasi un barrage degno di tale nome”. Quasi, perché non è ancora come piace a me, però tra girate non proprio mozzafiato e linee lunghe per chi volesse tirare la gara, un po’ di batticuore c’è stato. Della serie “il fiato sul collo” c’è l’avevano i primi ad entrare (per forza, vedi chi c’è dopo!), da spregiudicati, giravano troppo stretto per affrontare l’ingresso di gabbia. Finalmente si vedono arrivare i netti: comincia per primo Carsten-Otto Nagel, poi quello che avrebbe dovuto fare il Gufo. In realtà, ha preferito essere veloce e preciso, da Campione! Di solito il Gufo lo fa chi sa di non essere il più rapido. Dopo ovazione da stadio, brivido sulle tribune: entra la medaglia d’oro agli europei, Kevin Staut, ma questa volta il tempo impiegato dal Campione, non è pane per i suoi denti. Entra Pius Schwitzer, ma niente da fare. Un altro brivido percorre la tribuna tedesca, chi sta per entrare in campo? Il Veterano dei Veterani, un altro Campione per antonomasia, quando a cavallo l’esperienza conta e non è un optional: Michel Robert! Veloce il transalpino, toglie un tempo qua e là, dritto per la sua strada, girate al volo, ma tiranno il cronometro: secondo! (Nella foto Michel Robert) Indizi per indovinare il nome del Campione: sesso maschile, praticamente gareggiava in casa, riuscire a tenere testa a Michel Robert, che altro devo aggiungere? Vabbè và: Ludger Beerbaum! (Nella foto) Sotto al sole? Niente di nuovo.
Roberto Bellotti
martedì 10 novembre 2009
2009, FEI World Cup Jumping, La Tappa di Verona, Qualcosa di vecchio e qualcosa di nuovo sotto al sole! Ho visto in TV.
Nelle foto Michel Whitaker, Gilbert Bockmann, Kevin Staut e Ntale Chiaudani.
Quest’anno non mi è andata bene con Verona, ho dovuto interrompere una serie continua di presenze alla Fieracavalli, che durava da una decina di anni. Sicuramente mi sono perso qualche novità: per es., sono sicuro che hanno svolto l’edizione della FEI in un padiglione diverso, ne sono convinto perché per TV non si sono visti i soliti pilastri che impedivano una visuale completa di tutto campo (finalmente!), più volte mi era capitato di perdere salti emozionanti ed importanti e dover chiedermi “che sarà mai successo?” Quest’anno facciamo i complimenti anche alla regia televisiva, magari sarà stata sempre la stessa, ma 1) di solito vedevo il gran premio dagli spalti, 2) non ha avuto nulla da invidiare alle riprese fatte in altre tappe e nazioni. Il rischio di descrivere la Fieracavalli a chi la conosce meglio di me, mi costringe a limitarmi nel dire una sola parola a chi non la conosce: Andateci! Per la rubrica dedicata ai Direttori di Campo, della serie pigliate una pasticca per il mal di testa (in alternativa, pigliamo spunti per allenarci a casa, sai mai ….) anticipo prima alcuni dettagli. L’Associazione a delinquere Conrad Holmfeld e Frank Rothenberger ha mietuto tante di quelle vittime da considerare la tappa di Verona una vera e propria ecatombe! Ho visto fior di campioni uscire con tante di quelle penalità in questo unico percorso, che ci vorranno decine di concorsi per eguagliarne altrettante! Finché un percorso è ostico, che un campione ci esca con 4 o 8 penalità, può sempre succedere, qui parliamo di vincitori di Gran Premi che sono usciti dal campo con 16 penalità e magari con occhi gonfi (botte da orbi). Eppure, sulla carta, il percorso non sembrava così ostico, quello che a me è sembrato il nuovo indoor di Verona, mi dava l’impressione di essere sufficientemente grande, azzardo una misura ad occhio: 60 x - 80? Perché questa strage? Velocemente, n.1, quasi un cambiamento trasversale con ricezione al galoppo destro, linea spezzata, nove falcate, con il n. 2 oxer di fronte alla porta, dietrofront a galoppo sinistro per un oxer su fosso spalle alla porta … e qui già giù parecchie barriere cadute, forse il secondo ostacolo più errorabile del percorso. Ricezione sinistra per un cambiamento trasversale ostacoli 4 e 5, dove parecchi binomi sono arrivati male scontando lo sforzo fatto all’ostacolo 3. Dopo il 5, al galoppo destro, una sorta di cambiamento a mezza volta eseguito alla fine del lato corto per il n. 6, quindi ricezione sinistra, quasi entrare nell’angolo, per una gabbia (n. 7) sotto le tribune, quattro tempi in linea spezzata per un verticale (n. 8) scostato dalla porta (tentazione di uscire?). Se il cavallo aveva ancora voglia di saltare, l’attendeva una linea diagonale n. 9 e 10 sufficientemente errorabile (come la 4 – 5), ricezione destra, linea spezzata per un oxerone n. 11, da farci una casa dentro, o meglio, sotto le barriere, per come era imponente. Dopo questo oxer, un cavallo ha fatto persino una piroetta, senza neanche sapere che l’aspettava (o l’aveva già capito?) Il 12, l’ostacolo ecatombe: la doppia gabbia sotto le tribune! Ingresso di verticale bianco e qualche altro colore, un tempo, oxer, un quasi rustico chiaro, un tempo verticale e, per finire, quattro tempi oxer con primo elemento tavolina che nascondeva la barriera del secondo elemento dell’oxer stesso (il n. 13). Solo per descrivere questo percorso, … ho sudato, figuratevi chi l’ha fatto. La cronaca specialistica narra mai tanti ritirati ad un gran premio come a Verona, chiaramente dopo una fermata dentro la doppia gabbia e, cosa insolita ma facilmente spiegabile, tranne gli italiani, gli altri ritirati non hanno nemmeno “ritentato” la doppia gabbia. Per la rubrica “Le vittime illustri”, per una penalità fuori tempo, Marcus Ehning e Pius Schwitzer, il che è quanto dire. Per la rubrica “La Scassacavalli”, il solito errore davanti ad un oxer, in questo modo il cavallo si è salvato il barrage (ma lo facesse apposta?Il cavallo, non lei). Che c’è stato di “nuovo” a Verona? Credo di aver avuto conferma del ricambio generazione o almeno di protagonisti a livello di FEI World Cup. Non si sono visti i vari Michel Robert, Roger Yves Bost, Nick Skelton, ormai sempre assente Meredith (già qualificata alla finale?) ecc. Però, mi sento di affermare, per es., che la Francia era quasi al gran completo con i binomi del futuro, Kevin Staut in testa (campione europeo in carica), Anciaume, ecc. a finire ad un Simon Delestre che, secondo me, farà parlare spesso di sé. Il quasi è riferito all’assente Penelope Leprevost, probabilmente senza cavallo al momento. Nomi sempre più nuovi in Olanda e Germania, oltre ai soliti Beerbaum, Kutscher, Zoer, ecc. Cito per es., Eric Van Der Vleuten ed Otto Carsten Nagel. L’Irlanda è sempre più presente, da Cian O’Connor a Cameron Hanley. Si fanno sempre più notare Geir Gulliksen e Svante Johansson. Vabbè và, cerchiamo di finire la cronaca, chi è sopravvissuto all’ecatombe? Per la Germania un cavaliere dal Cap antico, della serie quando non è il vestito che fa il monaco, Gilbert Bockmann (chiedo scusa per la mia ignoranza, ma credo di averlo visto per la prima volta). Mi è piaciuto il suo stile di monta, non mi sembrava per niente a disagio fra quelle altezze e le insidie del percorso. Per l’Inghilterra il “solito” Michael Whitaker, che ha dimostrato quanta esperienza e classe abbia: dopo aver passato indenne la doppia gabbia, nella linea finale il cavallo, probabilmente stanco, stava sbandando per rifiutare l’ostacolo finale! Grinta, sgambata e occhio alla distanza e, voilà, indenne anche l’ultimo salto! Per la Francia, sebbene non scontato dato gli accessi negati agli ultimi tre barrages, Kevin Staut, oro Europeo. Per l’Olanda, come dicevasi sopra, Eric Van Der Vleuten con un TomBoy molto collaborante. E Per l’Italia? Tranquilli, all’ecatombe ne è sopravvissuto almeno uno: Natale Chiaudani, credo che ormai sia il leader indiscusso del Team Italia. Aggiungo che, senza i suoi soliti occhiali, finalmente vedo la grinta e la sua voglia di combattere. Avanti fatevi sotto, chi potrebbe mai aver vinto? Fuori i pronostici! Scusi, buon uomo, ma sotto al sole? Niente di nuovo: Michael Whitaker.
Roberto Bellotti
giovedì 5 novembre 2009
2009, FEI World Cup Jumping, Tappa di Lyon (FRA), Chi ha Vinto? Ho Visto in TV.
Nelle foto Beat Mandli, Albert Zoer, Ben Maher a Lyon (Fra).
Credo che sia la prima volta che vedo in TV la tappa di Lyon ed ho l’impressione che sia anche la prima volta che Lyon ospiti una tappa di FEI World Cup. Credo che con questa tappa e con quella di Bordeaux, la Francia ospiti due tappe l’anno di FEI World Cup, probabilmente assieme alla Germania ed anche alla Svizzera. In Italia? Solo Verona. E cercate di partire presto, se no la perdete, è tra pochi giorni! Torniamo a Lyon. Indoor tipo classico, secondo me non arriva a 40 x 80. Ostacoli abbastanza colorati, non proprio da impressionare ma qualche coloraccio c’era. Per la rubrica che dedico ai Nostri Direttori di Campo (della serie pigliate ‘na pasticca per il mal di testa): il numero 1 si trovava quasi ad inizio del lato lungo, a galoppo sinistro, sotto le tribune. Linea spezzata a sinistra per il n. 2 e quindi dietro front a destra, di nuovo sotto le tribune ed a galoppo destro per un 3, linea spezzata a destra per il 4, linea spezzata a sinistra per il 5. (N.B. non ho inserito le falcate di distanza perché tra i 3, i 4 ed i 5, ostacoli e tempi usciva una confusione …). Si scendeva dall’ostacolo 5 a galoppo destro per affrontare un cambiamento diagonale, nel quale c’era, a tre tempi dall’angolo, una doppia gabbia oxer, due tempi, verticale, un tempo oxer. L’oxer d’ingresso era uno di quelli che ti faceva venire voglia di chiamare la gru per sollevarti da terra, piuttosto che saltare, ma ad ogni modo …. Dopo la doppia gabbia, si continuava per un sette che ti immetteva diritto diritto dentro l’angolo con tribuna degli spettatori compresa. Ricezione a galoppo sinistro per un lato corto di riposo e prendi fiato. Si ricomincia con il lato lungo, n.8 oxer, quattro tempi strettini e n.9 gabbia di verticali strettina strettina, più facile arrampicarsi in aria che saltare! Scesi dalla gabbia, linea spezzata a sinistra per oxxxerooone n. 10, stranamente! Si continua mano sinistra, praticamente un cambiamento diagonale corto su un verticale, n.11, a seguire, un'altra linea spezzata a destra per un 12 oxer di quelli che hanno fatto schizzare i cavalli fino a sotto al soffitto dell’arena, con ricezione a mano sinistra, quasi un comodo dietrofront, di fianco al n.8 c’era l’oxerone n. 13 a chiudere il percorso, 13 ostacoli per 16 salti, rigorosamente quasi alla fine dei pilieri. Passato il mal di testa? Per la rubrica “il VIP che non c’era”, pochi inglesi, Meredith (o perché già qualificata di diritto o perché senza Shutterfly), gli Italiani (già a Verona?), l’altra bionda la Jessica. Mi ha fatto piacere vedere Eric Lamaze con Hickstead, binomio medaglia d’oro alle olimpiadi di Pechino, un po’ addormentati, nel senso che, per la rubrica i Gufati, uno dei binomi più veloci in circolazione, non si qualifica al barrage per 1 penalità di fuori tempo! Altra Gufata, eroina di casa, con la stessa sorte, Penelope Leprevost. Necessita di un cornicello napoletano anche la medaglia d’oro dei recenti campionati europei Kevin Staut, non si è ancora qualificato ad un barrage nonostante tre gare. Da sospettato di essere un Gufo a Gufato, Daniel Etter ha presentato un Peu a Peu non proprio in forma smagliante. Per la rubrica “La Scassacavalli”, questa volta mi sono dovuto mordere la lingua al giro base, ma la mia stima non è cambiata al barrage, pensando a come ha saltato l’ingresso di gabbia (oxer affrontato alla sua solita maniera), facendo vincere il premio “Santo Cavallo” al suo compagno quadrupede, uno dei migliori in giro. Questo cavallo, del quale non rivelo il nome per non farvi risalire alla “Scassacavalli”, sembra che faccia il suo percorso indipendente dalle azioni della sua amazzone (finché può, leggi distanze sbagliate di parecchio o spinte eccessive sotto i salti), quasi come se lei servisse solo per leggere la sequenza numerica degli ostacoli. Una delle caratteristiche di questo cavallo sono quelle orecchie che si muovono come radar a cercare gli ostacoli da saltare. Al Barrage! Quest’anno vanno di moda barrages nei quali vince chi entra per primo o quasi, per cui la suspense è complicata da trasmettere. Probabilmente, è per questo motivo che ho inventato la Rubrica i Gufi ed i Gufati. Tenete presente che quando sono molti gli avversari che devono ancora entrare, i Gufi friggono e sfogliano la margherita:”Vinco o non vinco?”. Allora cominciamo dai Gufati, oltre a quelli già citati, Scassacavalli compresa nonostante l’errore sia stato suo, Marco Kutscher, Ludger Beerbaum e Daniel Deusser. Nomi nuovi dal quinto al settimo posto. Al quarto posto Marcus Ehning con Sandro Boy, che si sa che non è velocissimo. Al terzo posto, l’inglese Ben Maher con un Grigio niente male di fatto ed anche di nome: Wonderboy, ma 50 centesimi di secondo lo separano dal vincitore. Entra Albert Zoer con Oki Doki, sulla scia del precedente, ma niente da fare, lo separano dal vincitore 5 (cinque!) centesimi di secondo (ma funziona bene il cronometro?). Il Gufo sospira! In mano gli è rimasta la margherita con il petalo giusto: “Hai vinto!” Diciamo la verità, anche questa volta il Gufo è simpatico. Aggiungo ed è bravo parecchio, ha fatto una curva e saltato con il cavallo “inclinato” di lato, cosiddetta curva a ‘recchia ‘n terr’ (ad orecchio per terra). Chi lo ha imitato, si è trovato con il cavallo inginocchiato nella ricezione! Scusi buon uomo, ma chi è questo fenomeno? Beat Mandli! Sotto al sole? Niente di nuovo. Svizzera.
.Roberto Bellotti
RESULT: 1, Louis (Beat Mandli) Sui 0/0 39.31; 2, Oki Doki (Albert Zoer) Ned 0/0 39.36; 3, Wonderboy (Ben Maher) GBr 0/0 39.86; 4, Sandro Boy (Marcus Ehning) Ger 0/0 40.26; 5, Exquis Oliver Q (Harrie Smolders) Ned 0/0 41.39; 6, Ever Mury Marais Z (Patrick McEntee) Bel 0/0 41.84; 7, Aranka (Olivier Desutter) Fra 0/0 42.89; 8, Isovlas Itot du Chateau (Edwina Alexander) Aus 0/4 39.06; 9, Cornet Obolensky (Marco Kutscher) Ger 0/4 41.83; 10, Gotha (Ludger Beerbaum) Ger 0/4 44.12; 11, Aboyeur W (Daniel Deusser) Ger 0/8 39.85;
Rolex FEI World Cup™ Jumping 2009/2010 - CLASSIFICA GENERALE Round 3 at Lyon:
1. Daniel Etter (Sui) - 40
2. Marco Kutscher (Ger) - 33
3. Patrice Deleveau (Fra) - 29
4. Eric Van der Vleuten (Ned) - 24
5. Beat Mandli (Sui) - 21
6. Marcus Ehning (Ger) - 18
7. Daniel Deusser (Ger) - 18
8 Philipp Weishaupt (Ger) - 18
9. Albert Zoer (Ned), Pius Schwizer (Sui) - 17
11. Ben Maher (GBR) - 15
12. Natale Chiaudani (Ita) - 15
13. Luciana Diniz (Por) - 14
14. Svante Johansson (Swe) - 13
15. Leopold Van Asten (Ned) - 13
16. Harrie Smolders (Ned) - 12
17. Jessica Kuerten (Irl), Patrick McEntee (Bel) - 11
19. Olivier Desutter (Fra) - 10
20. Edwina Alexander (Aus)
giovedì 29 ottobre 2009
COPPA DELLE REGIONI PARALIMPICA
COPPA DELLE REGIONI PARALIMPICA
Organizzatore::
CAVALLO E DISABILITA' (Stefania Cerino, Responsabile Dipartimento FISE Ippoterapia)
Tipo:
Sport - Evento sportivo
Rete:
Globale
Inizio:
venerdì 4 dicembre 2009 alle ore 9.00
Fine:
sabato 5 dicembre 2009 alle ore 18.00
Luogo:
CENTRO IPPICO OLGIATA
Descrizione
SARA' UN BELLISSIMO EVENTO, LA I°COPPA DELLE REGIONI PARALIMPICA ASSIEME ALLA COPPA DELLE REGIONI DI DRESSAGE ALLIEVI ED ALLIEVI EMEGENTI. PER L'ATTIVITA' PARALIMPICA UNA OCCASIONE PER CONFRONTARSI TRA REGIONI, VISTO CHE SONO ANCHE PREVISTE SQUADRE MISTE E CON LA POSSIBILITA' DI INSERIMENTO DI UN CAVALIERE NORMODOTATO.I CAVALIERI E LE AMAZZONI PARALIMPICI METTONO IN QUESTO SPORT PASSIONE, IMPEGNO, GRINTA E SARIFICIO: VENITE TUTTI AD INCORAGGIARLI E SOSTENERLI!
domenica 18 ottobre 2009
2009, Helsinki, FEI World Cup Salto Ostacoli, Foto dei vincitori e classifiche. Chiaudani è settimo!
Risultato del Gran Premio di Helsinki:
1, Peu a Peu (Daniel Etter) Sui 0/0 36.80; (foto in alto)
2, Quick Study (Lauren Hough) USA 0/0 37.08; (foto centrale)
3, VDL Groep Tomboy (Eric Van der Vleuten) Ned 0/0 38.17; (terza foto)
4, Saint Amour (Svante Johansson) Swe 0/0 38.44;
5, Cornet Obolensky (Marco Kutscher) Ger 0/0 39.97;
6, Castle Forbes Cosma (Jessica Kuerten) Irl 0/4 37.60;
7, Katchina Mail (Patrice Deleveau) Fra 0/4 39.37;
8, snai Seldana Di Campalto (Natale Chiaudani) Ita 0/8 39.63;
9, Catoki (Philipp Weishaupt) Ger 0/12 40.63;
10, Winningmood (Luciana Diniz) Por 0/Elim.
Rolex FEI World Cup™ Jumping 2009/2010 - Western European League Standings after Round 2 at Helsinki :
1. Daniel Etter - 40
2. Marco Kutscher, Patrice Deleveau - 25
4. Eric Van der Vleuten - 24
5. Philipp Weishaupt - 18
6. Pius Schwizer - 17
7. Natale Chiaudani - 15
8. Luciana Diniz - 14
9. Leopold Van Asten, Svante Johansson - 13
11. Daniel Deusser - 12
12. Jessica Kuerten - 11
13. Robert Smith - 8
14. Timothee Anciaume - 6
15. Marcus Ehning, Penelope Leprevost - 5
17. Geir Gulliksen, Giulia Martinengo, Henk van de Pol - 4
20. Kevin Staut - 3
2009, Helsinki, FEI World Cup, II tappa, Chi ha Vinto? Cosa hanno fatto gli Italiani? Ho Visto in TV.
Nota Bene: questo articolo esce con una foto di Oslo, perché quelle di Helsinki devono essere ancora pubblicate! Come avevo finito l’ultimo articolo? Ah, sì! Sotto al sole? Niente di nuovo. Sarà perché sono riuscito a vedere il Gran Premio per intero, sarà perché si sta entrando nel vivo della FEI World Cup ed i punti servono, ma qualche altro binomio importante comincia a vedersi: Tomas Velin (ricordate lo stallone Carnute?), Jeroem Dubbledam, medaglia olimpionica di Sidney, Ludger Beerbaum alla ricerca di un buon cavallo, Marco Kutscher (ma già c’era ad Oslo), Jessica Kurten sempre più senza Libertina, Svante Johansson vincitore della tappa svedese dello scorso anno, ma poi, effettivamente sempre più nomi nuovi … e va bene così. Anche Helsinki è un indoor vecchia maniera, corto, stretto ed angoli smussi. Anche qui ostacoli sciapiti … forse bisognerà aspettare Natale per cominciare a vedere un po’ di fantasia in campo! Non mi è sembrato di vedere grosse difficoltà tecniche al percorso base: n.ro 1 a galoppo destro, quasi un cambiamento trasversale, poco distante dalla pista, in linea spezzata con il n. 2 sulla destra, ricezione galoppo sinistro, senza neanche entrare nel primo angolo del lato corto, una sorta di diagonale su un ostacolo trasparente, il 3, linea spezzata, sempre a galoppo sinistro per andare sotto le tribune e trovarci una santa doppia gabbia da saltare in apnea mozzafiato, per lasciare un gulp strozzato in gola! Si giunge nell’angolo e si gira a mano sinistra per fare un oxer, n.5, parallelo all’uno, per una linea spezzata con il 6, parallelo al 2 (ih che fantasia!), di nuovo sul lato corto, questa volta per pigliare fiato e prepararsi ad una linea diagonale a galoppo sinistro, a tre tempi dalle tribune, oxerone, n. 7, linea a quattro tempi con una gabbia di una cattiveria … Pensate, a vederla che c’è di strano? Il sindacato dei cavalli insorge e batte forte lo zoccolo per terra! Anche più di una volta, rampa direi! E quando il sindacato rampa … Ingresso di verticale e fino a qua … Un tempo di galoppo, anche qui niente di che. Ma quell’oxer d’uscita qualcosa tiene! Le percentuali lo danno come l’ostacolo più irrorabile del percorso. Allora guardiamo bene: tavola viola come sommità del primo elemento del largo, praticamente copre la visuale del secondo elemento del largo, che dista 150 cm di larghezza. Che cosa vuol dire? Mai visti tanti cavalli svirgolare con i posteriori, in particolare “dentro” l’oxer! C’è stato qualche cavallo che ha sparato qualche vaffa sotto forma di doppietta. Era diretta al direttore di campo, ma il cavaliere o l’amazzone si sono ritrovati sulle orecchie del quadrupede! E come se non bastasse, se il cavaliere non faceva in tempo a rimettersi dritto in sella, andava a sbattere nella curva contro la tribuna! Appena cominciato il lato corto, con la coda dell’occhio, il binomio doveva fare un dietrofront, più stretto di una mezza volta, ed a occhio mettere una distanza su un verticale, n.9, che assomigliava all’oxer di prima: sai che voglia di saltarlo? Dopo ulteriori imprecazioni e parolacce in versi equini, brusca piegata a sinistra per una linea dove il cavaliere doveva metterci tanta grinta perché l’ostacolo di prima in mezza volta aveva tolto tutto l’impulso possibile. Se non tenevi il coltello di Sandokan tra i denti, “mò l’affrontavi quella linea che iniziava di oxer e finiva con due verticali n.ro 10 (secondo ostacolo più errorabile) e 11.” Tanto per finire, “sterzata” brusca a mano destra per l’ultima linea finale, giusto per vedere se i cavalli avevano ancora voglia di saltare. Finalmente un percorso del barrage che mi è piaciuto: linee galoppabili e girate strettissime! Ma procediamo con ordine. Per la rubrica la sfida tra le bionde, si è presentata solo Jessica Kurten con un cavallo che conoscevo poco, ha tenuto alta la sua reputazione e si è qualificata al barrage. Per la rubrica “La Scassacavalli”, mai soprannome più azzeccato: se non la fermate voi, ci pensa il cavallo da solo! Per la rubrica “Che cosa hanno fatto gli Italiani”? Giulia Martinengo, gufata ancora una volta, una barriera ma anche il tempo più veloce al percorso base. Natale Chiaudani scopre che, senza occhiali, è andato al barrage due volte di seguito. Ho dovuto leggere la didascalia, altrimenti non lo riconoscevo! Al barrage, dunque! Il giro potete immaginarlo, quella curva tra l’8 ed il 9 fa la differenza, assieme ad altre due curve nuove. Cosa c’è da dire sul barrage? Che quando credi di trovarti di fronte al barrage della tua vita, devi fare una scelta: o pensi a fare l’ultimo dei netti o te la giochi! Secondo me, dato l’importo (ho detto importo non importanza!) dei montepremi, la prudenza? Non fa parte di questo vocabolario. E giù barriere! C’è stata persino una caduta di amazzone, il cavallo non era stato addestrato ancora a saltare il piliere! Per la rubrica i “Gufi”, questa volta il gufo ha sofferto! Sì, perché entrare troppo presto, fare netto ed un buon tempo e stare lì a friggere: “Ce la farò, non ce la farò”, peggio che a sfogliare una margherita! Ed imprecare “ma non finiscono mai questi qualificati al barrage?” Per cui, questa volta, il premio Gufo non sarà assegnato! E poi perché il vincitore mi sta simpatico! È Natale Chiaudani? Noooo! Però adesso Natale è settimo (SETTIMO!) nella classifica generale. Ma insomma, lo volete capire? Sotto al sole? Nulla di nuovo. Terzo Gran Premio consecutivo (s’Hertogenbosch della scorsa edizione, Oslo ed Helsinki di quest’anno!) vinto, avete letto il precedente articolo? No? Allora ve lo dico io: Daniel Etter, sempre con Peu a Peu! Questa volta sono riuscito a vedere persino la premiazione: ma a Peu a Peu, tutti questi orologi come premi, mica piacciano: che arteteca (traduzione: non stava mai fermo)!
Roberto Bellottigiovedì 15 ottobre 2009
2009, Oslo, FEI World Cup, I tappa di Salto Ostacoli, Chi Ha Vinto?, Che novità per l’Italia? Ho visto in TV.
Nelle foto Daniel Etter, Pius Schwizer e Patrice Deleveau.
Com’eravamo rimasti? Ah, sì, l’ultima tappa dell’anno scorso di FEI World Cup, girone Europeo, prima della finale di Las Vegas, era stato vinto dallo svizzero Daniel Etter su un cavallo di nome Peu a Peu a s’Hertogenbosch. L’abitudine o la tradizione vuole che il FEI World Cup cominci con una tappa nordica: Oslo. Quest’anno è stato inaugurato il nuovo indoor di Oslo, il Telenor Arena, che comunque rimane nella tradizione vecchia maniera, cioè Indoor stretti e corti. E che fa il Direttore di Campo ad Oslo? Praticamente disegna un percorso tutte diagonali e linee spezzate … in diagonale! Che mal di capa! Il percorso era composto da 13 salti, di cui una gabbia ed una doppia gabbia, per un totale di 16 salti da … centosessanta cm di altezza: vertigini? Abbastanza! Colori degli ostacoli? Normali, originale una coppia di pilieri alta quasi tre metri! Spalti enormi, forse troppo, difatti, ahimè, qualche tribuna vuota. Forse per anni, ci eravamo un po’ abituati sempre agli stessi nomi, o meglio binomi. Io credo che quest’anno saremo di fronte a nuovi binomi e, probabilmente, anche a cambi generazionali. La TV non ha fatto vedere i cognati Beerbaum, famiglia Whitaker, per es. Altri, probabilmente, non hanno ancora acceso i motori,pardon cavalli, vuoi perché ancora non sono pronti per l’indoor, vuoi perché si stanno preparando per Calgary Spruce Meadow (Canada, Concorso da 1.000.000 di dollari come montepremi!), altro appuntamento importante in arrivo: la finale del Global Champions Tour verso metà novembre. Torniamo ad Oslo: da quest’anno mi sono deciso, oltre alle solite rubriche, per es. La sfida tra le Bionde (Meredith e Jessica Kurten in particolare), aprirò la rubrica “i Gufi ed i Gufati”. Non dimenticate di leggere “Che ha fatto la Scassacavalli?”, rubrica dedicata ad un’amazzone che non mi piace proprio come monta: l’anno scorso avrà “fermato” almeno tre cavalli. 1000 punti per chi indovina il nome tra gli indizi che seminerò lungo tutti i prossimi articoli, premio doppio a chi fermerà LEI! In breve, questa volta ha fatto 8 penalità, la prossima sarò più prolisso sulla protagonista. L’impressione personale è che mentre gli anni passati i grossi binomi cominciavano ad esibirsi dalla tappa di Verona Fieracavalli (la quarta) in poi, quest’anno, si cominciano a vedere i protagonisti invernali già da Oslo. Della serie: cominciate ad impararvi la classifica di Oslo che troverete in fondo all’articolo, perché sarà monotona con poche aggiunte nell’anno. Altra novità, grazie a Markus Fuchs nostro Capo Squadra, si vedranno più italiani (e spero anche in TV) Qualche anno fa l’onore italiano era tenuto in alto da Juan Carlos Garcia e da Albin III. L’anno scorso è toccato ad Omar Bonomelli. Udite udite, già ad Oslo, due Italiani sono entrati in classifica ed a punti (controllare per favore!) Cito almeno uno, Natale Chiaudani, qualcosa non sarà andato per il verso giusto, ma ben lontano dalla “gufata” subita ai Campionati Europei. Altra abitudine di Oslo è che al barrage vanno sempre parecchi. Per es. questa volta sono andati in 12. Tranne qualcuno, c’è tutta gente nuova per la FEI World Cup, ma già abbastanza nominata in Global Champions Tour. Di solito, in barrage, succede sempre qualcosa d’imprevedibile ed entusiasmante, o stasera non sto in forma come scrittore o i colpi di scena … non ne ho visti. Com’era finita l’ultima tappa della scorsa stagione? Daniel Etter su Peu a Peu. E come ricomincia la nuova stagione? Ah sì, Daniel Etter sempre su Peu a Peu. Insomma, sotto al sole? Niente di nuovo!
Roberto BellottiROLEX FEI WORLD CUP™ JUMPING 2009/2010 - STANDINGS AFTER FIRST LEG IN OSLO, NORWAY:
1, Daniel Etter (Sui) - 20
2, Pius Schwizer (Sui) - 17
3, Patrice Deleveau (Fra) - 15
4, Marco Kutscher (Ger) - 13
5, Daniel Deusser (Ger) - 12
6, Leopold Van Asten) Ned - 11
7, Philipp Weishaupt (Ger) - 10
8, Eric Van der Vleuten - 9
9, Robert Smith (GBR) - 8
10, Luciana Diniz (Por) - 7
11, Natale Chiaudani (Ita) - 6
12, Marcus Ehning (Ger) - 5
13, Geir Gulliksen (Nor) - 4
14, Kevin Staut (Fra) - 3
15, Steve Guerdat (Sui) - 2
16, Giulia Martinengo (Ita) - 1
sabato 26 settembre 2009
domenica 20 settembre 2009
2009, La Bagnaia, Campionato Italiano Assoluti di Salto Ostacoli, Chi ha vinto? Ho Visto In TV
Finora, mi è mancata l’occasione di andare a La Bagnaia, perciò non ve la so descrivere. Diciamo che sono riuscito a vederla in TV almeno altre quattro volte: Di solito, ogni anno, La Bagnaia organizza un Internazionale molto famoso in questo periodo dell’anno, quest’anno ha deciso diversamente, dando al Campionato Italiano Assoluti di Salto Ostacoli una cornice meravigliosa. Io ritengo questo posto superlativo, uno dei più belli a livello internazionale. Mi piace perché è tutto immerso nel verde, magari circondato da colline boscose, il colpo d’occhio impressiona anche i miei amici che non vanno a cavallo. Galoppare in un campo verde dà e trasmette sempre un’altra emozione! Il campo verde è “talmente” immerso nel verde, che il campo, appunto, è come se venisse delimitato di volta in volta, della serie “quanto grande lo vuoi oggi?” Difatti, una categoria famosa di questo concorso è il cosiddetto “Derby”, cioè un percorso lungo un’infinità, durante il quale, i binomi devono saltare ostacoli tipo quelli della categoria di Completo, per poi entrare nell’aria recintata, saltando un ostacolo che potrebbe essere lo steccato se non fosse perché delimitato dalle bandierine. Una volta dentro il recinto, oltre qualche altro ostacolo da campagna, finalmente cominciano ostacoli normali. Chi vince? Chi si porta la bombola d’ossigeno per sé e per il cavallo! Non chiedetemi il riassunto delle giornate precedenti di Campionato, perché ne so meno di voi, la televisione non è ancora retroattiva, ahimè! Non so come sono riuscito a sapere che facevano la seconda manche del giorno finale (l’ultima, in pratica), decisiva per l’assegnazione delle medaglie, ma sappiamo come l’Italia delle TV tratta questo sport. Insomma, nel verde immerso nel verde, con la sensazione di folla da stadio come spettatori dell’evento, i nostri migliori connazionali in questo sport, si sono cimentati regalando emozioni a tutti gli appassionati. Per es., mi sono emozionato a vedere Roberto Arioldi, un icona nazionale di questo sport, ritornare a gareggiare con la solita grinta: proprio non ce la fa a fare solo l’ippobabbo della pur talentuosa figlia! Purtroppo non ho visto Govoni, Bucci, Juan Carlos, D’Onofrio e qualcun altro/a, però forse è servito per vedere gli emergenti e le retrovie dei nostri europei argentati. Fare l’elenco della lavandaia rende noioso l’articolo, perciò ve lo risparmio. Colgo l’occasione per esprimere un desiderio che vogliate condividere, vedere per TV un po’ più di Gran Premi in cui ci sono italiani. Sarò breve quindi: Al terzo posto la vittima del Gufo, cioè Natale Chiaudani con Seldana, nonostante abbia visto un suo percorso netto. Medaglia d’argento un amico di Natale, che tanto ha partecipato, perché Natale l’ha convinto a partecipare, della serie va a fare del bene … (sto scherzando). Si chiama Antonio Alfonso e montava Passepartout. Chi è arrivato primo? Diciamo che monta un cavallo di notevoli mezzi, io ho avuto occasione di vedere il binomio all’opera diverse volte, per es. a Piazza del Plebiscito a Napoli e il cavallo di mezzi ne ha! Lui è già stato Campione d’Italia nel 2005, evidentemente dopo quattro anni, ci ha ritrovato gusto. Diciamo che montare quel cavallo, bisogna proprio avere i gradi di aviere: Emilio Bicocchi e Kapitol D’Aragon!
Roberto Bellotti
sabato 19 settembre 2009
2009, riabilitazione equestre, news dalla FISE
IN RIABILITAZIONE EQUESTRE
RIABILITAZIONE EQUESTRE: Convegno “La Riabilitazione Equestre in Neuropsichiatria: percorsi modelli, valutazioni”
Grande successo giovedì 10 settembre 2009 per il Convegno “La Riabilitazione Equestre in Neuropsichiatria: percorsi modelli, valutazioni” svoltosi nell’auditorium della FISE di Roma.I lavori sono stati introdotti dalla Prof.ssa Maria Grandinetti, coordinatrice discipline non olimpiche FISE, moderatrice è stata la Dott. Stefania Cerino, Responsabile Dipartimenti Riabilitazione Equestre ed Equitazione Paralimpica che così ha commentato l’evento: “Questo convegno è stata una vera fucina di idee e di proposte, che il Dipartimento si propone di convogliare e discutere in un gruppo di lavoro allargato ai rappresentanti della varie realtà, per far sì che sia sempre più stretto e proficuo il rapporto della Federazione, tramite i suoi organi regionali, con il territorio e le sue esigenze, sia in termini formati che di attuazione metodologica delle varie forma di Riabilitazione Equestre.”Presenti come relatori il Prof. Frascarelli, la Prof.ssa Valente e la Dott.ssa De Santis dell’Università di Roma La Sapienza, il Dott. Stefano Seripa della ASL ROMAF, il Dott. Gagliardi, Presidente del Comitato FISE Molise, il Dott. Manfredi e la Dott.ssa del Rosso dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bari, il Dott. Pirfo dell’ASL TO2 e la Dott.ssa Bisacco del Centro Internazionale del Cavallo “La Mandria” e la Dott.ssa Dall’Agata del “Progetto Pindaro” di Forlì. Il seminario è nato dalla necessità di confrontare e proporre le possibili metodiche di valutazione di intervento, e le relative esperienze, della Riabilitazione Equestre, in ambito neuropsichiatrico. A questo proposito abbiamo rivolto quattro domande ad altrettanti specialisti del settore provenienti da diverse realtà territoriali.
1. Nell’avvicinamento dei giovani pazienti alla Riabilitazione Equestre cosa ritiene sia di fondamentale importanza?
Risponde il Dott. Francesco Manfredi, ortopedico e fisiatra, dirigente Ospedale Giovanni XXIII di Bari, esperto di Riabilitazione Equestre ed Equitazione Paralimpica
“Nella Riabilitazione Equestre è abilità degli operatori e dell'equipe far sentire il giovane paziente, un bambino. Il bambino per quanto portatore di una disabilità più o meno grave, è sempre un bambino, con le sue meraviglie, le sue aspettative, le sue gioie, i suoi capricci e il suo desiderio di giocare. Ma con una regola imperativa della sua infanzia: "deve fare terapia, perché deve migliorare.
Pertanto è di fondamentale importanza riuscire ad effettuare un trattamento riabilitativo valido, mai sostitutivo, ad integrazione di un più ampio progetto per l'autonomia, ma che abbia sempre le caratteristiche di un gioco, lontano fisicamente e psicologicamente dagli ospedali e dalle strutture sanitarie che quotidianamente è costretto a frequentare.”
2. In che modo la Riabilitazione Equestre si può inserire nel più vasto ambito della riabilitazione psichiatrica nelle aree metropolitane?
Risponde il Dott. Elvezio Pirfo, psichiatra, primario del Dipartimento salute mentale ASL To 2, che con i suoi pazienti partecipa al progetto di ippoterapia dell'Associazione Il Bandolo Onlus che si svolge presso il Centro Internazionale del Cavallo La Mandria di Torino, diretto dal Dott. Girardi.
“I disturbi mentali sono malattie per le quali non esiste più l’incurabilità,anche nelle forme cliniche più gravi. E’ stato anche definitivamente evidenziato il rapporto tra ambiente, condizione socioeconomica e sviluppo di questi disturbi: le cure devono basarsi sulle evidenze scientifiche più moderne in senso tecnico e orientarsi all’analisi e alla gestione di tutti i cosiddetti fattori psicosociali, quegli elementi condizionati dagli stili di vita e dalle regole di convivenza delle comunità di appartenenza del paziente. Questo rapporto malattia-ambiente si esaspera nelle aree metropolitane dove il rischio di marginalizzazione sociale correlato ai disturbi mentali diventa un elevatissimo fattore di rischio. Quindi i percorsi riabilitativi, anche quello equestre, sono strumenti fondamentali per il mantenimento del paziente nei circuiti della normalità per tutelarlo come cittadino malato, in grado di esigere il diritto alle cure e al proprio spazio sociale.”
3. Istituzioni universitarie e riabilitazione equestre: un incontro possibile?
Risponde la Prof.ssa Donatella Valente, Professore Associato di terapie riabilitative presso l'Università di Roma la Sapienza, impegnata anche nel progetto "Al Passo!", progetto di ippoterapia organizzato dall'Università La Sapienza con il C.I. Greenfield.
“Si. Nessun approccio terapeutico può sottrarsi alla verifica dell’efficacia dell’intervento e nessuna tecnica riabilitativa può essere utilizzata se non validata attraverso studi sperimentali ed evidenze scientifiche.
Il più recente modello di approccio riabilitativo non si limita al recupero della funzione deficitaria del paziente in ambiente sanitario, ma prevede un approccio di tipo olistico il cui obiettivo è la miglior qualità di vita del paziente inserito nel contesto sociale.
L’università può contribuire a rendere “scientifici” tutti quegli interventi ancora non riconosciuti scientificamente: è necessario impostare studi sperimentali e pubblicare su riviste indicizzate.”
4. Un servizio territoriale così fortemente impegnato nel settore della Riabilitazione Equestre come quello della ASL Roma F, che tipo di collaborazione chiede alla FISE?
Risponde il Dott. Stefano Seripa
Collaborazione, definizione di un protocollo di intesa finalizzato: l'idea è quella, utilizzando fondi regionali specifici (ad esempio quelli per le fattorie sociali), di attivare una struttura che istituzionalmente eroghi prestazioni di Riabilitazione Equestre nei vari settori di interesse, e, al tempo stesso, fornisca un contesto privilegiato per attività formative, tirocini pratici, studi etologico-veterinari. Funzione della ASL è quella di fornire personale clinico e definire percorsi terapeutici; quello della FISE è di fornire knowledge tecnico specifico, definire le attività formative e di tirocinio in collaborazione con la ASL, gestire e coordinare le attività sportive paralimpiche che si svilupperanno in esito ai percorsi di Riabilitazione Equestre.”
5. Per lei che ha una delle più vaste esperienze in Italia nel campo della Riabilitazione Equestre, quali sono le prospettive a cui va incontro questa attività nell’immediato e quali interventi ritiene necessari perché dalla Riabilitazione Equestre si possano ottenere i massimi risultati?
Risponde il Prof. Massimo Frascarelli, neuropsichiatra infantile e fisiatra, già Preside del Corso di Laurea in Terapia occupazionale dell’Università della Tuscia, membro della Commissione Riabilitazione Equestre della FISE
Ritengo che in Italia sia al momento necessaria una normativa che comprenda e regoli tutte le discipline connesse al trattamento assistenziale e terapeutico con animali ( la bozza presentata dovrebbe essere oggetto di ampia discussione)
Per quanto attiene la terapia con equini ritengo che sia utile prospettare corsi di specializzazione che siano compresi all'interno delle discipline universitarie già presenti piuttosto che inventarne altre. In un mondo accademico sin troppo parcellarizzato in corsi di laurea spesso inutili sarebbe un fallimento.
In particolare per quanto riguarda le discipline terapeutiche e pedagogiche con i cavalli è importante dimostrare che i costi sociali , tenendo anche conto dell'indotto prodotto, non superano di molto i costi delle tecniche riabilitative ed assistenziali degli interventi più tradizionali.
6. Il centro internazionale del cavallo ha un ruolo molto preciso e specifico nell’ambito del progetto di riabilitazione psichiatrica tramite l’ippoterapia attivato a Torino: come e perché ha deciso di impegnarsi tanto in questo settore?
Risponde la Dott.ssa Francesca Bisacco, biologa presso il Centro Internazionale del Cavallo di Druento (to), dove si svolge il progetto riabilitativo con pazienti psichiatrici cronici
Il Centro Internazionale del Cavallo, costituito dalla Regione Piemonte, dall’Università degli Studi di Torino, dalla FISE e dall’UNIRE, ha tra gli scopi elencati nell’Atto Costitutivo “la promozione dell’ippoterapia”.
Una delle prime iniziative assunte dalla Fondazione è stata l’istituzione di un master universitario di primo livello in Riabilitazione Equestre, attivato nel 2008 con la collaborazione della Facoltà di Medicina Veterinaria e della Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie dell’Università di Torino e del Dipartimento di Riabilitazione Equestre della FISE.
Le positiva esperienza del master, che ha consentito la formazione di 27 esperti, arruolati su base nazionale, ha convinto il Consiglio di Amministrazione ad iniziare anche le attività di ricerca ippoterapica. Il progetto è stato ideato e proposto da un illustre psichiatra, recentemente scomparso: il Prof. Giorgio Bisacco, allora direttore scientifico dell’Associazione il Bandolo che assiste i pazienti psichiatrici. L’idea proposta dal Professore e condivisa dal Centro è stata di verificare, da un punto di vista scientifico, il ruolo che l‘ippoterapia può svolgere nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti psichiatrici. A tal riguardo esistono diverse segnalazioni che ne testimoniano il ruolo positivo, ma nessuna è supportata da un rigoroso progetto scientifico i cui risultati siano oggettivamente valutabili.
Questo è l’intento della sperimentazione intrapresa: valutare e, se possibile, dimostrare l’utilità dell’ippoterapia in un settore della disabilità particolarmente delicato e bisognoso di nuovi ed efficaci metodi di assistenza.
Il Centro, qualora venga dimostrato l’oggettiva validità dell’ippoterapia nel settore psichiatrico, vuole essere, in collaborazione con la FISE, il promotore di questa pratica attraverso corsi di formazione e di specializzazione.
, psichiatra, Dirigente DSM ASL ROMA F, responsabile della Riabilitazione Equestre per la medesima ASL, coordinatore di un progetto di Ippoterapia relativo alla schizofrenia in fase prodromica.
Ufficio stampa FISE
Viale Tiziano 74
0636858003
ufficiostampa@fise.it
RIABILITAZIONE EQUESTRE: Convegno “La Riabilitazione Equestre in Neuropsichiatria: percorsi modelli, valutazioni”
Grande successo giovedì 10 settembre 2009 per il Convegno “La Riabilitazione Equestre in Neuropsichiatria: percorsi modelli, valutazioni” svoltosi nell’auditorium della FISE di Roma.I lavori sono stati introdotti dalla Prof.ssa Maria Grandinetti, coordinatrice discipline non olimpiche FISE, moderatrice è stata la Dott. Stefania Cerino, Responsabile Dipartimenti Riabilitazione Equestre ed Equitazione Paralimpica che così ha commentato l’evento: “Questo convegno è stata una vera fucina di idee e di proposte, che il Dipartimento si propone di convogliare e discutere in un gruppo di lavoro allargato ai rappresentanti della varie realtà, per far sì che sia sempre più stretto e proficuo il rapporto della Federazione, tramite i suoi organi regionali, con il territorio e le sue esigenze, sia in termini formati che di attuazione metodologica delle varie forma di Riabilitazione Equestre.”Presenti come relatori il Prof. Frascarelli, la Prof.ssa Valente e la Dott.ssa De Santis dell’Università di Roma La Sapienza, il Dott. Stefano Seripa della ASL ROMAF, il Dott. Gagliardi, Presidente del Comitato FISE Molise, il Dott. Manfredi e la Dott.ssa del Rosso dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bari, il Dott. Pirfo dell’ASL TO2 e la Dott.ssa Bisacco del Centro Internazionale del Cavallo “La Mandria” e la Dott.ssa Dall’Agata del “Progetto Pindaro” di Forlì. Il seminario è nato dalla necessità di confrontare e proporre le possibili metodiche di valutazione di intervento, e le relative esperienze, della Riabilitazione Equestre, in ambito neuropsichiatrico. A questo proposito abbiamo rivolto quattro domande ad altrettanti specialisti del settore provenienti da diverse realtà territoriali.
1. Nell’avvicinamento dei giovani pazienti alla Riabilitazione Equestre cosa ritiene sia di fondamentale importanza?
Risponde il Dott. Francesco Manfredi, ortopedico e fisiatra, dirigente Ospedale Giovanni XXIII di Bari, esperto di Riabilitazione Equestre ed Equitazione Paralimpica
“Nella Riabilitazione Equestre è abilità degli operatori e dell'equipe far sentire il giovane paziente, un bambino. Il bambino per quanto portatore di una disabilità più o meno grave, è sempre un bambino, con le sue meraviglie, le sue aspettative, le sue gioie, i suoi capricci e il suo desiderio di giocare. Ma con una regola imperativa della sua infanzia: "deve fare terapia, perché deve migliorare.
Pertanto è di fondamentale importanza riuscire ad effettuare un trattamento riabilitativo valido, mai sostitutivo, ad integrazione di un più ampio progetto per l'autonomia, ma che abbia sempre le caratteristiche di un gioco, lontano fisicamente e psicologicamente dagli ospedali e dalle strutture sanitarie che quotidianamente è costretto a frequentare.”
2. In che modo la Riabilitazione Equestre si può inserire nel più vasto ambito della riabilitazione psichiatrica nelle aree metropolitane?
Risponde il Dott. Elvezio Pirfo, psichiatra, primario del Dipartimento salute mentale ASL To 2, che con i suoi pazienti partecipa al progetto di ippoterapia dell'Associazione Il Bandolo Onlus che si svolge presso il Centro Internazionale del Cavallo La Mandria di Torino, diretto dal Dott. Girardi.
“I disturbi mentali sono malattie per le quali non esiste più l’incurabilità,anche nelle forme cliniche più gravi. E’ stato anche definitivamente evidenziato il rapporto tra ambiente, condizione socioeconomica e sviluppo di questi disturbi: le cure devono basarsi sulle evidenze scientifiche più moderne in senso tecnico e orientarsi all’analisi e alla gestione di tutti i cosiddetti fattori psicosociali, quegli elementi condizionati dagli stili di vita e dalle regole di convivenza delle comunità di appartenenza del paziente. Questo rapporto malattia-ambiente si esaspera nelle aree metropolitane dove il rischio di marginalizzazione sociale correlato ai disturbi mentali diventa un elevatissimo fattore di rischio. Quindi i percorsi riabilitativi, anche quello equestre, sono strumenti fondamentali per il mantenimento del paziente nei circuiti della normalità per tutelarlo come cittadino malato, in grado di esigere il diritto alle cure e al proprio spazio sociale.”
3. Istituzioni universitarie e riabilitazione equestre: un incontro possibile?
Risponde la Prof.ssa Donatella Valente, Professore Associato di terapie riabilitative presso l'Università di Roma la Sapienza, impegnata anche nel progetto "Al Passo!", progetto di ippoterapia organizzato dall'Università La Sapienza con il C.I. Greenfield.
“Si. Nessun approccio terapeutico può sottrarsi alla verifica dell’efficacia dell’intervento e nessuna tecnica riabilitativa può essere utilizzata se non validata attraverso studi sperimentali ed evidenze scientifiche.
Il più recente modello di approccio riabilitativo non si limita al recupero della funzione deficitaria del paziente in ambiente sanitario, ma prevede un approccio di tipo olistico il cui obiettivo è la miglior qualità di vita del paziente inserito nel contesto sociale.
L’università può contribuire a rendere “scientifici” tutti quegli interventi ancora non riconosciuti scientificamente: è necessario impostare studi sperimentali e pubblicare su riviste indicizzate.”
4. Un servizio territoriale così fortemente impegnato nel settore della Riabilitazione Equestre come quello della ASL Roma F, che tipo di collaborazione chiede alla FISE?
Risponde il Dott. Stefano Seripa
Collaborazione, definizione di un protocollo di intesa finalizzato: l'idea è quella, utilizzando fondi regionali specifici (ad esempio quelli per le fattorie sociali), di attivare una struttura che istituzionalmente eroghi prestazioni di Riabilitazione Equestre nei vari settori di interesse, e, al tempo stesso, fornisca un contesto privilegiato per attività formative, tirocini pratici, studi etologico-veterinari. Funzione della ASL è quella di fornire personale clinico e definire percorsi terapeutici; quello della FISE è di fornire knowledge tecnico specifico, definire le attività formative e di tirocinio in collaborazione con la ASL, gestire e coordinare le attività sportive paralimpiche che si svilupperanno in esito ai percorsi di Riabilitazione Equestre.”
5. Per lei che ha una delle più vaste esperienze in Italia nel campo della Riabilitazione Equestre, quali sono le prospettive a cui va incontro questa attività nell’immediato e quali interventi ritiene necessari perché dalla Riabilitazione Equestre si possano ottenere i massimi risultati?
Risponde il Prof. Massimo Frascarelli, neuropsichiatra infantile e fisiatra, già Preside del Corso di Laurea in Terapia occupazionale dell’Università della Tuscia, membro della Commissione Riabilitazione Equestre della FISE
Ritengo che in Italia sia al momento necessaria una normativa che comprenda e regoli tutte le discipline connesse al trattamento assistenziale e terapeutico con animali ( la bozza presentata dovrebbe essere oggetto di ampia discussione)
Per quanto attiene la terapia con equini ritengo che sia utile prospettare corsi di specializzazione che siano compresi all'interno delle discipline universitarie già presenti piuttosto che inventarne altre. In un mondo accademico sin troppo parcellarizzato in corsi di laurea spesso inutili sarebbe un fallimento.
In particolare per quanto riguarda le discipline terapeutiche e pedagogiche con i cavalli è importante dimostrare che i costi sociali , tenendo anche conto dell'indotto prodotto, non superano di molto i costi delle tecniche riabilitative ed assistenziali degli interventi più tradizionali.
6. Il centro internazionale del cavallo ha un ruolo molto preciso e specifico nell’ambito del progetto di riabilitazione psichiatrica tramite l’ippoterapia attivato a Torino: come e perché ha deciso di impegnarsi tanto in questo settore?
Risponde la Dott.ssa Francesca Bisacco, biologa presso il Centro Internazionale del Cavallo di Druento (to), dove si svolge il progetto riabilitativo con pazienti psichiatrici cronici
Il Centro Internazionale del Cavallo, costituito dalla Regione Piemonte, dall’Università degli Studi di Torino, dalla FISE e dall’UNIRE, ha tra gli scopi elencati nell’Atto Costitutivo “la promozione dell’ippoterapia”.
Una delle prime iniziative assunte dalla Fondazione è stata l’istituzione di un master universitario di primo livello in Riabilitazione Equestre, attivato nel 2008 con la collaborazione della Facoltà di Medicina Veterinaria e della Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie dell’Università di Torino e del Dipartimento di Riabilitazione Equestre della FISE.
Le positiva esperienza del master, che ha consentito la formazione di 27 esperti, arruolati su base nazionale, ha convinto il Consiglio di Amministrazione ad iniziare anche le attività di ricerca ippoterapica. Il progetto è stato ideato e proposto da un illustre psichiatra, recentemente scomparso: il Prof. Giorgio Bisacco, allora direttore scientifico dell’Associazione il Bandolo che assiste i pazienti psichiatrici. L’idea proposta dal Professore e condivisa dal Centro è stata di verificare, da un punto di vista scientifico, il ruolo che l‘ippoterapia può svolgere nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti psichiatrici. A tal riguardo esistono diverse segnalazioni che ne testimoniano il ruolo positivo, ma nessuna è supportata da un rigoroso progetto scientifico i cui risultati siano oggettivamente valutabili.
Questo è l’intento della sperimentazione intrapresa: valutare e, se possibile, dimostrare l’utilità dell’ippoterapia in un settore della disabilità particolarmente delicato e bisognoso di nuovi ed efficaci metodi di assistenza.
Il Centro, qualora venga dimostrato l’oggettiva validità dell’ippoterapia nel settore psichiatrico, vuole essere, in collaborazione con la FISE, il promotore di questa pratica attraverso corsi di formazione e di specializzazione.
, psichiatra, Dirigente DSM ASL ROMA F, responsabile della Riabilitazione Equestre per la medesima ASL, coordinatore di un progetto di Ippoterapia relativo alla schizofrenia in fase prodromica.
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