sabato 14 giugno 2014

2014, Blogger? Is Better! Giovenale, uno dei primi Blogger della Storia: Il Rombo di Domiziano!

2014, Blogger? Is Better! Giovenale, uno dei primi Blogger della Storia: Il Rombo di Domiziano!

Se Gasparone di www.inste.it è il primo blogger dell’equitazione, anche se non c’era ancora Internet, uno dei primi della Storia era Giovenale, il quale “bloggava” nelle sue satire politiche le malefatte dell’Imperatore Domiziano!
Una delle più famose Satire che Giovenale gli dedicò, era il Rombo, per descrivere al popolo quale fosse il suo modo di governare: più accorto alle feste popolari che alle necessità della popolazione. Giovenale vuole dimostrare quanto asserisce a proposito delle feste popolari, descrivendo una cena “luculliana”, tenutasi in occasione di una eccezionale pescata e l’Imperatore invitò solo il suo “entourage”, che consultò per cercare di capire persino come il Rombo dovesse essere cucinato! Insomma, Giovenale prende in giro anche le Commissioni dell’Imperatore, tanto che non sapevano concludere niente!





Vi “copio ed incollo” solo la prima parte della Satira politica, poi, se vi piace, la potete leggere sui libri di scuola o fornirvela dai motori di ricerca! (n.d.r. che molto difficilmente sbagliano!)


Quando l’ultimo Flavio faceva a pezzi il mondo già mezzo morto, e Roma serviva a un Nerone calvo (n.d.r. Domiziano), cadde nella Rete un rombo del Mare Adriatico di enorme grandezza, davanti al tempio di Venere, in Ancona dorica, e riempì la rete; non era minore di quelli  che il lago Meotide nasconde sotto il ghiaccio e, rotto il ghiaccio dal sole, fa scendere alla bocca del Ponto, pigri e grassi per il lungo freddo.
Questo mostro il padrone della barca e della rete lo assegna al pontefice massimo. Chi avrebbe osato metterlo in vendita o comprarlo, quando già le rive erano piene di delatori? Ispettori di mare scaglionati non avrebbero esitato a denunciare il povero marinaio dicendo che era uno schiavo fuggiasco quel pesce, nutrito nell’acquario di Cesare, doveva tornare alla casa del vecchio padrone.

Se dobbiamo credere ad Armillato o a Palfurio, tutto quello che c’è di bello in tutto il mare è del demanio, dovunque nuoti. Per non andare perduto dev’essere donato. E già l’autunno cedeva alle brine, già i malati speravano nella quartana, già l’aspro inverno strideva e tratteneva il bottino recente.
Lui si precipita come lo spingesse l’Austro.
Come apparve di sotto il lago, dove, benché distrutta, Alba conserva il fuoco di Troia e il culto minore di Vesta, una folla ammirata gli sbarrò l’ingresso; quando si fu ritirata, si aprirono facilmente i battenti; i senatori esclusi guardano il piatto ammesso.

Si va dall’Atride, e l’uomo del Piceno dice: “Accettalo; è troppo grande per una casa privata. Sia questo un giorno di festa; affrettati a sgombrare lo stomaco e consuma il rombo destinato al tuo regno.
È stato lui che ha voluto farsi prendere”. Che c’è di più sfacciato?
Eppure l’imperatore alza la cresta; non c’è niente
Che non sia capace di credere sul proprio conto quando si innalza alle stelle
Il suo giusto potere!

Insomma, i Blogger sono quelli “senza peli sulla lingua”!



                                                                          
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