martedì 4 maggio 2010

2010, Campo in Erba: che nostalgia! Ma come si fa? (prima parte)


Meredith Michaels-Beerbaum su Checkmate sul Campo in Erba di Aachen 2009 (Foto proprietà della FEI)


Mi è venuta voglia di parlare di fondi per campi di equitazione, in particolare Salto Ostacoli. Datemi una mano, magari aggiungete un commento in fondo all'articolo. Io spero che mi leggano anche autorevoli tecnici, direttori di campo, responsabili dei fondi di grossi centri, cavalieri e chiunque abbia voglia di aggiungere un suo contributo.
L'idea mi è venuta perchè, girando tra vari forum, non sono stao in grado di trovare pareri illustri.
Consentitemi, però, di iniziare dai fondi in erba e vi spiego perchè.
L'erba mi manca tanto, un concorso in erba ti dà sempre la sensazione di un concorso importante, come se gli attori, pardon i cavalieri, invece di entrare in un teatro di varietà, entrassero all'Operà!


Le “Operà” in erba dell'equitazione? Aachen, La Baule, Windsor, Hickstead, Dublino, Rotterdam, Estoril, continuo? Certo non dimentichiamo San Patrignano, Arezzo, ecc.
L'erba mi dà ancora la sensazione di contatto con la Natura, come se mi completasse le sensazioni che mi tramette il cavallo, d'altronde chi è che non sogna di galoppare in una vera prateria?
Altra premessa, è chiaro che, per parlare di erba, stiamo già parlando di Campi Gare: l'usura di tutti i giorni non ne consente l'utilizzo quotidiano, mentre hai tutto il tempo che vuoi per rimetterlo a posto prima del concorso successivo. (Vedremo perchè e come).
La manutenzione di un campo in erba è relativa, se pensiamo che anche i buoni campi in sabbia hanno bisogno sia di manutenzione che integrazione.Appena mi sentirò più padrone della materia, affronterò anche la questione dei costi, che, al momento, a parità di drenaggio, sembrano deporre a favore dei campi in erba, ma lasciatemi lavorare ancora un po' sopra. E' altrettanto evidente che in un Centro Ippico con un solo Campo grande per fare concorsi e lavoro quotidiano, la scelta depone per la sabbia: ahimè!
Facciamo così però: la tabella confronti sarà l'ultimo articolo della serie.
Su internet, all'indirizzo http://www.reggiocalabrianotizie.it/modena-un-ettaro-e-mezzo-di-naturale-bellezza-mozzafiato.html, un giornalista modenese ha riportato come Uliano Vezzani ha progettato il campo in erba per l'Internazionale di Modena, praticamente la città dove lui è residente.
Per chi non lo sapesse, ma trattando di Salto Ostacoli dovrebbe essere imposibile, il sig. Vezzani è il Direttore di Campo italiano che più gira all'estero. Oggi, altri due italiani hanno diretto il campo di Piazza di Siena a Roma, ma non ho trovato nulla su Internet su come loro avrebbero fatto seminare il campo in erba. Questi due signori sono Giovanni Bussu e Marco Kurtinovis, ma torniamo all'erba.
Nell'articolo su citato, i semi scelti sono stati i seguenti:loietto, festuca, poa e gramigna.
Vuoi sopratutto per sintesi, il giornalista non si è applicato molto sulle modalità di semina e di scelta dei semi.
Allora, grazie ai motori di ricerca che infestano la nostra barra di navigazione, ho digitato questi semi uno alla volta per vedere cosa avrei imparato: la curiosità? Non è solo femmina!
Citare un po' tutte le fonti di informazioni sarebbe un po' tedioso, ma stanno là nei motori di ricerca!
A proposito di Gramigna, forse quella più al caso nostro, potrebbe essere la Cynodon Dactylon.
Cynodon Dactylon è un erba perenne appartenente alla famiglia delle Graminacee, alta 10 - 40 centimetri, è in grado di formare un tappeto erboso di foglie.
Questa è il tappeto erboso più denso e aggressivo; il suo fogliame non è molto fine, ma molto resistente al calpestio. Ha una enorme capacità di ricostituire il tappeto in caso di notevole usura con chiazze vuote. E' abbastanza dura al taglio. Specie tipicamente estiva (la temperatura ottimale per lo sviluppo è di 35-37 °C), cresce bene in aree con piovosità annua superiore a 500 mm e in ogni tipo di suolo. Resiste bene alla siccità, sopravvive al passaggio del fuoco, tollera discretamente la salinità, ma non l’ombreggiamento.

Se andiamo di fretta, esiste il seme decorticato della Cynodon dactylon, che ha le stesse caratteristiche con il vantaggio che il seme nudo permette di avere un tempo di emergenza dimezzato 12-15 gg con buone condizioni di temperatura e umidità. La Cynodon dactylon risponde assai prontamente alla concimazione azotata. Quello che dicevo a proposito di rimettere a posto il Campo tra una gara e l'altra. Si impianta facilmente per via vegetativa anche su terreni preparati grossolanamente; la semina è più rara e, comunque, va fatta su letto ben affinato. Si propaga principalmente per rizomi e stoloni, e solo raramente attraverso i semi.
I rizomi sono le radici che si espandono orizzontalmente e che consentono la facile crescita delle nuove piante. Lo stolone è un ramo laterale che spunta da una gemma vicina alla base della pianta, che si allunga fino al suolo scorrendo su di esso, producendo radici e foglie.
Questa specie presenta due inconvenienti: lentissima germinazione e riposo vegetativo invernale accentuato. In base alla temperatura, il colore bruno invernale può durare più o meno a lungo. Forse anche per questo che il mio giardiniere la odia un pò!

Ho unito le altre tre erbe, perchè queste, insieme, è come se formassero un trittico molto diffuso nella costituzione dei tappeti erbosi, della serie che parecchi rifornitori le vendono già miscelate in sacchi preconfezionati.
Secondo me, l'idea di aggiungere altri semi alla gramigna, nasce dal voler compensare il comportamento invernale della stessa, mentre loro hanno una sensibilità al clima esattamente all'opposto: un alternanza stagionale per ottenere un prato sempre verde tutte le stagioni.
Questa idea è detta esplicitamente in questo articolo in questo link: http://www.sanrossore.it/sanrossore/pdf/PaesedeiCavalli_200905.pdf
In particolare, questa alternanza si nota molto bene con le caratteristiche della Poa
Io penso che sia stata scelta la Poa pratense. E’, anch'essa una specie in grado di formare una cotica erbosa molto densa e compatta, grazie al fatto di essere anche rizomatosa (capacità di formare nuove piante dal sistema radicale che si espande orizzontalmente).
E’ piuttosto lenta a germinare per questo nei miscugli è l’ultima ad emergere, aggiungo io, quando praticamente la gramigna va in letargo. Se seminata in purezza, la Poa va seminata piuttosto in superficie, coprendo il seme con solo 1- 2 mm di terreno (ciò si può ottenere con una semina a spaglio e una semplice rullatura).
Molto interessante è anche la Festuca, la quale, però, deve essere seminata quando la gramigna va in “riposo” invernale. Anche questa è di tipo rizomatosa, a secondo del tipo scelto, offre adattabilità climatica.
Il Loietto è un erba tipicamente invernale, probabilmente il suo utilizzo sarà dovuto alla sua precoce emergenza rispetto alle altre. Credo che sia la più sensibile delle quattro.
Nell'articolo sull'ippodromo di San Rossore, la festuca non è stata nominata, mi viene da pensare per la difficile convivenza con la gramigna, a meno che non venga seminata con anticipo.
A questo punto, tra gli articoli menzionati e i motori di ricerca, credo che possiamo asserire di avere sufficienti nozioni per sapere come si fa un campo in erba. Certo l'esperienza avrà il suo peso: quando seminare, quanto ricoprire, quanto innaffiare, ecc.
Aspetto da non sottovalutare: il fondo, elasticità e drenaggio, ma ne parliamo la prossima volta: chi si offre per primo?
Roberto Bellotti


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