2013, Gli Strani Intrecci Del Destino…..di Daniele Branchini
In questa storia si incontrano persone apparentemente lonta nissime, unite
dalla passione per l’equitazione e da un cavallo.
Daniele Branchini, è nato a Roma 26 marzo 1969,papà italiano e mamma caraibica (Trinidad &
Tobago), che gli ha trasmesso l’allegria che ha sempre negli occhi ed il
sorriso contagioso. La nascita di Daniele ha presentato qualche complicanza (un
ittero), che gli ha procurato una paralisi cerebrale infantile, dei cui esiti
Daniele è portatore.
Questo però non ha condizionato la sua vita, né la sua
passione per i cavalli.
“Ho cominciato a montare nel 1993,- racconta Daniele- grazie ad un amico che, frequentando l centro
di ippoterapia di Villa Ada a Roma (Anni Verdi), mi ha invitato a seguirlo lì
(anni dopo farà la stessa cosa con la barca a vela, ed anche lì lo seguirò!).
Ad Anni Verdi
grazie anche alla competenza e disponibilità di Pietro e Vittorio, due
carabinieri in pensione stracarichi di esperienza e competenza, ho imparato a
trottare e galoppare. Purtroppo, dopo i primi tempi, per motivi
burocratici, il galoppo non è stato più consentito, ma questo ci ha permesso –
quasi imposto – di concentrarci sulla precisione delle figure e sul controllo
micrometrico del cavallo.
E, visto che parliamo
di controllo, - continua Daniele -due parole forse meritano di essere spese su
quella geniale invenzione che è l'ippoterapia, che ha consentito a me di
migliorare in maniera esponenziale la mia postura, il coordinamento e
l'equilibrio, e che consente, con la stessa efficacia di
intervenire – a seconda della patologia – sull'attenzione, sulle relazioni
interpersonali e sull'autostima. Posso dirlo? L'ippoterapia mi ha instillato un
senso di deferente gratitudine verso il cavallo che non ho più perduto, anche
se alla lunga , il fatto di non poter galoppare
ha finito per spegnere il mio entusiasmo e mi ha allontanato dal mondo
del cavallo.” Si è trattato però solo di una “pausa”, perché dopo qualche anno
Daniele rimonta in sella e decide di dedicarsi al Salto ostacoli! Continua così per un po’, tra alti e bassi,
cambiando istruttori e Centri ippici, sempre montando in modo amatoriale, senza
pensare all’agonismo. Nel 2010, la svolta!
Sentiamo
ancora le parole di Daniele “faccio la conoscenza di Diana Vitali, che mi propone – di cimentarmi nella disciplina sportiva degli
attacchi .Così Per circa un anno, frequento il Centro ippico S. Elia di Massimo
Arcioni (Capranica – VT) il quale provvede anche al mio addestramento,
trasmettendomi (parte del)la sua competenza in questo sport. Del quale divento
atleta federale paralimpico, raccogliendo anche qualche soddisfazione...
… Però... Però vuoi mettere il contatto diretto, fisico col cavallo,
il divenire tutt'uno con esso, la comunicazione bidirezionale, l'impiego di
tutti gli aiuti.. e poi, man mano che cresci, il loro uso sempre più spontaneo
e naturale... ed il “cavallo che obbedisce a me come al suo cervello, non come
al padrone”[ Marguerite Yourcenour] (non mi sento un “padrone”, ma
condivido la sensazione).
Nel centro di Arcioni insegna equitazione anche sua figlia, Manuela
che - ma vedi, il caso – e anche esperta di discipline paraequestri.. “
Il
destino comincia a metterci il suo zampino ed a tirare le fila di una trama che
avrà una prossima tappa a Napoli!
“Senti un po', Manuela...” E Manuela ha giusto giusto da propormi Erielle, una cavallina a mezza fida.
Sono di nuovo in sella. (nella foto Manuela Arcioni)
Brava e competente, Manuela. Ed entusiasta!! Sempre. L'istruttrice che ci
vuole per me. Per fare lezione con Manuela affronto ogni volta il viaggio
Roma-Capranica e non mi pesa. Non trovo alternative ragionevoli. E poi, nel
Viterbese si mangia talmente bene...!
Ed Erielle è
fantastica! Una sauro. Salta con slancio, descrive figure precisissime,
capisce, ragiona, mi corregge con pazienza... girono dopo giorno impariamo a
conoscerci, a parlare un linguaggio comune. E’ molto professionale, poi: in
gara entra nel rettangolo, affronta la prova senza fare una piega, poi saluta
(saluto) ed esce.
Nel frattempo mi
costringo ad ammettere che col salto ostacoli è meglio che io lasci perdere.
Troppo problematico, per me. Per il bene della mia schiena e della bocca di Erielle
decido di dedicarmi esclusivamente al dressage.
Mi piace, il dressage: è una scuola di comunicazione interattiva. “
Facciamo un passo indietro e spostiamoci a Napoli. A Napoli c’è una giovane
manager del mondo dello spettacolo, Daniela Piro, da sempre amante di tutti gli
animali. Il tempo libero che le lascia il lavoro lo dedica ai cani abbandonati,
cui trova sempre nuovi ed affettuosi padroni, ed all’altra sua grande passione,
i cavalli ed in particolare il dressage. E’ da un po’ che Daniela cerca un
cavallo con cui cimentarsi in campo agonistico, lo vuole bello, bravo,
affidabile…tutte caratteristiche fondamentali ma non facili da trovare tutte
insieme!
Ma anche qui il destino (la fortuna?) entra in campo a fa incontrare
Daniela con Rasmuss, un magnifico sauro dagli armoniosi movimenti, di indole
calma e tranquilla, con tante esperienza (ha partecipato ai campionati italiani
di Dressage, cimentandosi nella categorie “M”!!). E’ il colpo di fulmine: e via
Daniela e Rasmuss cominciano la loro avventura.
Purtroppo però il cavallo, dopo un po’ di tempo, ha accusato qualche
problema fisico ed ha dovuto fare un lungo periodo di riposo. Si è trasferito a
Perugia, dove è stato seguito attentamente dal punto di vista veterinario, si è
rimesso in forma, deve solo recuperare la condizione fisica. Daniela ha bisogno
di un aiuto, vorrebbe affidare temporaneamente il cavallo ad un cavaliere
tranquillo che lo riporti pian piano nella sua migliore condizione.
Nel frattempo Daniele comincia a fare un po’ di gare con Erielle, arrivano le prime medaglie.”
Erielle, dice Manuela, è brava, precisa, di buon caratere, ma... “non sta nella
mano. Neanche un po'…” “Non sta
dove!?!” “Non sta nella mano, e nel dressage è essenziale. Se vuoi andare
avanti dobbiamo cercare un cavallo che stia nella mano”.
Sembra facile!!! E dove lo troviamo? Ed ecco che le strade di Rasmuss, Daniele
e Daniela si incrociano. Daniela, con
grande generosità e disponibilità, decide di voler affidare il suo cavallo ad
un cavaliere paraequestre, e si mette a cercare. Così viene messa in contatto
con Daniele a cui propone di provare Rasmuss, e vedere come va. Rasmuss va
davvero bene!!!
Sentiamo ancora Daniele: “Altro Sauro. Già campione di dressage e poi a
lungo a riposo per la convalescenza. Bello. Com'è bello! E che bel carattere!
Lo provo e finalmente sperimento quel peso sulle braccia che è il cavallo
nella mano. Un’altra sfida al mio equilibrio; un’altra occasione per acquisire competenze.
Di fronte a tanta perfezione equina mi sento quasi in colpa per ogni tempo
di trotto preso male, per ogni volta che perdo la compostezza delle braccia,
per ogni disturbo che do in bocca.
Credo che dovrò tornare a frequentare una palestra: per sostenere bene quel
peso, ma soprattutto per consolidare la mia postura e reggere meglio il trotto
seduto.
Come farò fronte a tutte queste spese? boh...
Decidiamo di portare
Rassmus in gara per vedere come va. Facciamo una prova semplice, alla mia
portata: testo 1b paradressage presso il Casale San Nicola, a Roma.
Entriamo nel rettanglo (indoor e illuminato al neon) Rassmus è incuriosito
e un po' sovreccitato. Ma io sento molta comprensione per questo suo stato: in
fondo, mi pare il minimo.
Insomma: campana e via. Riesco a contenere il cavallo, ma non ad averne la
padronanza di sempre (e nemmeno di me stesso, credo). Però, bene o male la
prova è portata a termine e mi dico che la sufficienza c'è.
Accompagno Rasmuss al camion. Mi chiamano: “La premiazione..!” “la
premiazione? Ma se ero l'unico in gara... vabbè: premiamoci”. Arrivo,
praticamente a cerimonia conclusa. Mi stringono una mano e caricano l'altra di
un affare pesante ...bello, stavolta, però... e poco ingombrante...!).
Punteggio: “.... per un totale di 69 %...” … come, come, come...?!? Naaaaaa...
ma qui la faccenda può farsi seria...! “
Rasmuss è
tornato in campo alla grande, da par suo, regalando una grandissima
soddisfazione al suo cavaliere, Daniele, alla sua proprietaria, Daniela, ed a
tutti gli amanti dello sport paraequestre, dove gli sforzi, le tensioni, le
difficoltà, per quanto grandi siano, non fermano mai questi cavalieri che
vogliono solo guardare avanti, senza pensare alle abilità che hanno o meno.
Ecco le conclusioni di Daniele, a
cui non riteniamo necessario aggiungere altro. “Sin da bambino ho provato un
misto di venerazione e invidia per i miei coetanei normodotati da me visti come
i più carismatici (i più fighi). Ora molto meno. Un po' perché crescendo ci si
rende conto che “ se a ciascun l’interno affanno..(Metastasio)
Ma un po' pure, perché ormai mi sorprendo spesso ad annoverarmi
impunemente in quella schiera.
Sono sicuro che una parte di questo percorso interiore l'ho fatto a
cavallo, acquisendo una consapevolezza sempre maggiore delle mie risorse
atletiche, caratteriali, empatiche. “
Daniele Bianchini
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