mercoledì 12 febbraio 2014

2014, La prima volta a cavallo del piccolo Andrea, ma poi? (postato da Bruno Delgado)

2014, La prima volta a cavallo del piccolo Andrea, ma poi? (postato da Bruno Delgado)
La prima volta che varcò la porta della segreteria del circolo ippico fu un sabato mattina di un caldo settembre, una manina aggrappata alla giacca della mamma mentre l'altra stringeva uno di quei mostri di plastica tanto pubblicizzati dalla televisione in quegli anni. Riccioluto, occhi vispi e interessati ad osservare tutto quanto era presente ed avveniva in quel locale. Il sogno di andare a cavallo, chiesto ai genitori come regalo dei  6 anni compiuti,  Andrea lo stava realizzando quel giorno davanti a quella scrivania. 
Fu felicità fatta persona quando l'istruttrice gli fece indossare il cap per la prova e lo accompagnò al box dove c'era Honey il pony che poco dopo, docilmente, lo avrebbe guidato nei suoi primi lenti giri di campo.



 Trascorsero da quel giorno diversi anni, Andrea entrava ormai da solo in segreteria, quasi sempre in ritardo per la lezione e puntualmente chiedendo aiuto per il frustino o il cap dimenticato a casa. Honey era stao venduto ed altri pony erano giunti in scuderia ma il giorno che trovò quel box vuoto quante lacrime scesero su quel volto. 
Un dispiacere che si trasformò in sincero dolore anni dopo quando la mamma comunicò la decisione che gli avrebbe fatto cambiare attività sportiva. Andrea fu soltanto  il primo di una lunga serie di ragazzi che nei decenni abbiamo visto abbandonare la pratica equestre nonostante avessero manifestato predisposizione, passione e amore per il cavallo. Perchè scappare? 

Cosa ha fatto la Federazione per trattenerli e premiare quelli meritevoli? Quali colpe riconducibili ai centri ippici?. Domande alle quali tentare di fornire risposte con la speranza di offrire spunti di riflessione a chi quelle stesse domande si è posto ma non ha saputo o voluto proporre soluzioni. Perchè un genitore deve allontanare il figlio dall'equitazione se si rende conto che quella attività sportiva viene svolta con immenso piacere? la risposta, nella maggioranza dei casi, quando si rende conto che i costi della pratica sono diventati insostenibili per il proprio budget familiare. 
Perchè quel lievitare? Accade in maniera quasi ineluttabile che alle iniziali sostenibili 4 o 8 lezioni mensili quel portafoglio si vada ad alleggerire per i costi delle ripetute "domeniche con il pony", della partecipazione ai "sociali", ai primi concorsi regionali accompagnati dal fardello delle quote d' iscrizione, fitto box, quote pony, istruttore e groom al seguito . 

Tutto questo se poi non si aggiunge viaggio, albergo e cene. Anche se sopravvissuto a mesi di esborsi continui arriva al già salassato genitore la "mazzata" data spesso dallo stesso istruttore della necessità dell'acquisto di un pony. Inevitabile giunge a quel punto la fuga magari verso il più economico tennis accompagnato dal disperato pianto del pur promettente atleta. La sequenza di quanto descritto si ripete da decenni ed è ben nota a tutti. 
Logico pertanto chiedersi cosa abbia fatto negli anni la Federazione per arginare tale fuga? Cosa i centri ippici per evitare quei  forzati addii? Non ci sembra molto considerato che  la Federazione da un lato si vanta di aver ampliato i numeri sorvolando di averlo fatto scippando ed inglobando attività sportive fino a quel momento osservate con la classica spocchia.

 I centri ippici dal canto loro hanno cercato di sopperire alla fuga rifugiandosi nell'ampliata attività sociale mostratasi tra l'altro molto più redditizia delle sempre più onerose organizzazioni di concorsi Quindi speranze future uguali a zero? In realtà, con una buona dose di volontà, si potrebbe da parte della Federazione rivedere alcune regole che disciplinano l'attività sportiva dei ragazzi limitandone lo svolgimento fino ad una determinata età all'ambito regionale di appartenenza  Una pratica sportiva che gli allievi dovrebbero svolgere esclusivamente con i pony disponibili presso il centro ippico aiutato nell'acquisto dalla stessa  Federazione quando impossibilitato economicamente a provvedere direttamente. Una Federazione che operasse in maniera accorta indirizzando le sue risorse economiche principalmente verso la base potrebbe sicuramente guardare con maggior fiducia al futuro: crisi o non crisi presente.  .


Bruno Delgado

      
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