2014, Proteggiamo il cavallo! Un S.O.S. di Bruno Delgado
Scoprirne l’esistenza è stata una grande gioia per chi è da sempre impegnato a battersi per la tutela e il benessere del cavallo. A Montaione in oltre cento ettari di terreno collinare toscano sono accolti, alimentati e curati cavalli sottratti a ogni tipo di maltrattamento o abbandonati al loro destino da chi magari ne ha tratto beneficio fino a poco tempo prima. Pascolano liberi, vivono in branco e senza ferri sotto lo sguardo attento di volontari provenienti da tutto il mondo.
Scoprirne l’esistenza è stata una grande gioia per chi è da sempre impegnato a battersi per la tutela e il benessere del cavallo. A Montaione in oltre cento ettari di terreno collinare toscano sono accolti, alimentati e curati cavalli sottratti a ogni tipo di maltrattamento o abbandonati al loro destino da chi magari ne ha tratto beneficio fino a poco tempo prima. Pascolano liberi, vivono in branco e senza ferri sotto lo sguardo attento di volontari provenienti da tutto il mondo.
Nella Tenuta da Filicaja a ridare
una “vita da cavallo” a tutti quelli ospitati è l’Italian Horse Protection (IHP) un’associazione senza scopo
di lucro che si occupa della tutela di tutti gli equini sottoposti a
maltrattamenti e sequestrati funzionando come unico Centro di recupero in
Italia riconosciuto nel 2009 con Decreto del Ministero della Salute.
L’IHP svolge anche un’attività di
denuncia, di verifica segnalazioni di maltrattamento, supporto alle Forze
dell’Ordine e recupero psicofisico degli animali sequestrati. L’IHP si sostiene
grazie a contributi di privati cittadini che supportano generosamente l’immenso
lavoro quotidiano portato avanti da volontari e medici veterinari che prestano
il loro lavoro.
Molte le scolaresche e i nuclei
familiari accolti in visita dai responsabili di questa benemerita associazione
che, oltre a mostrare il lavoro svolto, cercano di informare e migliorare il
rapporto tra umani ed equini. Da tanti i cavalli sono considerati animali da
affezione al pari del cane e del gatto ma ancora oggi si è lontani
dall’ottenere una serie di Leggi che tutelino quest’animale che resta tra i più
sfruttati dall’essere che di “umano” troppo spesso non ha nulla.
Quante volte c’è capitato di
vedere in varie città nelle caldissime giornate estive alcuni malnutriti cavalli legati alle carrozze
che portano in giro i turisti sistemati senza alcun riparo da cocenti raggi di
sole e spesso nemmeno abbeverati. Tante volte abbiamo litigato con quegli
“aguzzini” delle “botticelle”- così sono chiamate dai romani- nella vaga
speranza almeno di farli spostare in zone meno assolate. Vergognoso poi il
trattamento riservato ai cavalli usati nei tanti " Palio" disseminati
sul territorio nazionale, che hanno visto
morire tante povere bestie durante quelle che chiamano “feste storiche” senza
mai che una Legge ad hoc le vietasse per sempre.
C’è poi la criminalità che usa i
cavalli per le scommesse clandestine con corse notturne organizzate
sull’asfalto di periferie dove il rischio di morte è altissimo. Ancora rari o
nulli i controlli sull’uso e il mantenimento dei cavalli da parte di alcuni
circensi dove gli animali sono impegnati per ore in estenuanti esercizi e
lasciati riposare mai a sufficienza
Nemmeno la cinematografia è
immune dal pessimo uso dei cavalli. Anzi,
da sempre rappresenta uno dei settori dove può capitare il cavallo è messo in
condizioni di pericolo per improvvise cadute in varie finzioni sceniche.
Impossibile poi non auspicare una
Legge che vieti la macellazione della carne equina. Sarebbe ora di smetterla con
la falsità che la carne di cavallo per i bambini è più salutare di quella
bovina.
Infine auspicabile una Legge che
tuteli il cavallo nell’attività sportiva ancor più rigorosa di quella in
vigore. Per il doping va detto, ad esempio, che I prelievi fatti a campione
dopo la competizione lasciano il tempo che trovano. Troppi gli escamotage per
nascondere il dopato ai controlli e sfuggire alle sanzioni previste. A seguire
c’è l’uso della frusta o frustino in
competizione. Che una Giuria debba stare a contare se le frustate siano state
inferiori alla reprimenda eventualmente prevista,
ci sembra il massimo del ridicolo. Senza poi omettere e per restare in tema che la visione di tale vergognoso
gesto non appare di alcun aiuto a formare il rispetto dell’animale che si
“blatera” da più parti di voler
insegnare ai giovani praticanti. Vietarne pertanto sempre e comunque l’uso
appare come una delle più oneste decisioni da prendere a riguardo.
Bruno Delgado
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